Transhipment

Gioia Tauro conferma il primato e ora punta sull’intermodalità

Il piano dell’Authority per arrivare a 4,5 milioni di Teu nei prossimi due anni. E intanto, grazie al nuovo gateway ferroviario realizzato, dal 19 gennaio sono partite le due coppie di treni

di Donata Marrazzo

 Operazioni di scarico nel porto di Gioia Tauro

3' di lettura

Il porto di Gioia Tauro è ancora da primato per il transhipment. Lo scalo calabrese mantiene la sua posizione in cima alla lista degli scali nazionali con una movimentazione pari a 3.146.533 Teu . Strutturato per ricevere i giganti del mare, è punto di attracco per porta container di 400 metri di lunghezza e 61 di larghezza, che, dopo le operazioni di carico e scarico, continuano la navigazione verso altri scali internazionali.
Grazie alla sua collocazione baricentrica nel Mediterraneo e alla profondità dei suoi fondali (che sono fino a 18 metri), il porto è inserito negli scali delle tratte internazionali dell’alleanza armatoriale 2M, costituita dalle principali compagnie del trasporto marittimo containerizzato, Maersk Line e Mediterranean Shipping Company, che ormai spesso operano insieme. Navi di stazza straordinaria, con una capacità di 24 mila Teu, che partono da Port Said, attraversano il canale di Suez per raggiungere l’Italia, dove l’unico scalo è rappresentato da Gioia Tauro, per poi proseguire verso Valencia e Barcellona e fare, quindi, rientro nei porti asiatici.
Ma al presidente dell’Autorità di sistema portuale dei Mari Tirreno Meridionale e Ionio Andrea Agostinelli non basta e pianifica nuovi interventi per spingere sulla crescita di Gioia Tauro. Fra i fondi a sua disposizione ci sono 111 milioni dal Pnrr. Una somma che servirà anche a rilanciare la Zes. L’obiettivo è di arrivare a movimentare nel 2022 3,5 milioni di Teu per poi raggiungere i 4,5 milioni di Teu nell’arco del successivo biennio. Fra i lavori più urgenti, la resecazione della banchina nord. Con 12,6 milioni di euro verrà completato il banchinamento del porto: si tratta di una porzione di banchina di circa 400 metri di lunghezza che assume rilevanza strategica per lo sviluppo dello scalo e, soprattutto, per la diversificazione delle attività portuali con la creazione dell’accosto del bacino di carenaggio.
Sono appena iniziati i lavori per la realizzazione di una struttura polifunzionale di controllo frontaliero: per favorire l’organizzazione delle ispezioni di laboratorio, l’Autorità di sistema portuale ha finanziato con 1,5 milioni la costruzione di locali all’interno dei quali saranno analizzate le merci per prevenire eventuali contaminazioni o l’immissione al consumo di prodotti non igienicamente a norma. Tra gli altri interventi previsti, quello da 18 milioni destinati dal ministero dell’Interno al progetto “Gioia Sicura”, per la creazione di una piattaforma integrata di digitalizzazione e snellimento burocratico delle procedure amministrative in tutte le aree logistiche portuali e un complessivo sistema di video sorveglianza da destinare ai cinque porti.
La grande svolta dello scalo calabrese è rappresentata dall’intermodalità, che assicura il passaggio diretto dei container sul mercato nazionale e internazionale su ferro: dopo aver realizzato e collaudato il gateway ferroviario - opera strategica portata a termine in 4 anni con meno di 20 milioni - dal 19 gennaio partono da Gioia Tauro due coppie di treni. Il servizio viene garantito settimanalmente con il collegamento con gli hub intermodali di Nola e Bari.
«Così Gioia Gauro ha iniziato il suo processo per diventare il più grande terminal container in Italia e nel Mediterraneo», dichiara Antonio Testi, l’amministratore delegato di Mct, concessionaria del terminal calabrese. L’infrastruttura occupa una superficie di 325 mila metri quadrati, con una lunghezza complessiva dei nuovi binari di 3.825 metri e aste di 825 metri, che consentono di fare partire convogli lunghi 750 metri, in linea con gli standard europei: «È il risultato di una procedura assai travagliata – spiega Agostinelli - che si è perfezionata anche grazie alla costante attenzione del ministero delle Infrastrutture ». E da qui si potrà andare oltre: «Possiamo guardare con maggiore attenzione e fiducia a tutti gli investimenti che il Pnrr dedica alle infrastrutture ferroviarie per consentire l’alta capacità sulla dorsale tirrenica e su quella jonica – conclude il presidente dell’Authority – presupposto indefettibile per il pieno sviluppo della nuova infrastruttura ferroviaria portuale». E non si trascura lo sviluppo degli altri porti che ricadono nell’ambito dell’Autorità calabrese: per Crotone, Taureana di Palmi, Corigliano Calabro e Vibo Valentia si punterà a sostenere l’operatività degli scali con una serie di interventi per investimenti complessivi che superano i 37 milioni.

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