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Gioie e dolori degli elettro automobilisti

di Mario Cianflone

2' di lettura

«Bella l’auto elettrica ma... ». In questa frase c’è tutto il combinato disposto di dubbi, pregiudizi, resistenze al cambiamento e anche oggettive difficoltà e fastidi nell’utilizzo di una e-car. In primo luogo sgombriamo il campo dall’ideologia: con l’auto elettrica non salviamo il mondo dal “collasso” climatico (perlomeno se l’energia che l’alimenta non è carbon neutral) ma è, in ogni caso è una macchina piacevole da guidare (forse troppo svelta per le capacità di guida di chi scende da una letargica uilitaria). E che nessuno si metta a piagnucolare per la mancanza del sound del motore: un conto è essere al volante di una sportiva (basta una Abarth o una MX-5, non serve una Ferrari o una Lambo), altro è rimpiangere il “rombo (sic!) di un suv turbodiesel tedesco. Terzo punto: l’autonomia di un’elettrica nella stragrande maggioranza dei casi è più che sufficiente per un’utenza normale, soprattutto per quei tanti che percorrono un tragitto casa lavoro da qualche decina di km. Va ricordato che per vivere la macchina elettrica senza stress e senza fare il rabdomante di energia e magari arrivare in ufficio prima degli altri per arraffare una delle colonnina aziendali, c’è una condizio sine qua non: ricaricare a casa, nel box o in un posto auto, possibilmente con un bel walbox. Altro punto: la gestione degli imprevisti. L’auto termica è più flessibile e offre più libertà, con quella a ioni di litio occorre pianificare percorsi e giocare in anticipo e magari utilizzare qualche trucco tipo approfittare delle colonnine dei supermarket quando si fa la spesa. Non è difficile, basta organizzarsi ma certamente occorre a monte una infrastruttura adeguata e qui entra in ballo la questione territoriale Ci sono molti buchi, in numerose regioni e aree del nostro paese, per quanto riguarda la quantità e la qualità delle colonnine fast charge che oggi come oggi rendono difficile se non impossibile usare come si deve una vettura elettrica.

E qui entra in ballo il nostro compagno di tutti i giorni: lo smartphone, il vero assistente digitale alla vita con l’auto elettrica (anche termica, a dire il vero) ed è molto più efficace dell’infotainment di bordo (eccenzion fatta per Tesla e il suo superbo ecosistema di integrazione vettura/rete).

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Non sono tutte rose e fiori però: bisogna districarsi fra le varie app dei fornitori di energia e tra quelle che li aggregano in una sola applicazione di ricerca del punto più vicino. In ogni caso non è certo facile armeggiare con telefono in mano e cavo di ricarica (pesante e spesso lercio) e magari fare il tutto sotto la pioggia. E poi nelle gioie (silenzio, piacere di guida, costi di manuntenzione quasi zero) e dolori (costo della vettura in primis) degli elettro automobilisti ci sono anche le stazioni di ricarica situate in zone poco raccomandabili, dove lasciare una costosa auto è una pessima idea. Meglio dotarsi di una dashcam con parking mode, funzione analoga alla modalità Sentinella di Tesla, che molte altre case ancora non offrono.

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