la missione del sottosegretario negli usa

Giorgetti: l’Italia ha bisogno di infrastrutture, la Tav si farà

dal nostro corrispondente Riccardo Barlaam

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4' di lettura

NEW YORK - «Quando mi chiedono della Tav dico che l’alta velocità dovremmo farla per arrivare a Bari. In Puglia si arriverà prima con lo spaziodromo di Grottaglie Taranto che in treno. Abbiamo bisogno di infrastrutture. Non del contrario. L'Italia è un grande Paese, un'economia forte. C'è creatività e talento e dobbiamo rendere possibile il fare le cose, non il non farle». È il messaggio che il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, ha portato agli investitori americani a New York. Nella capitale della finanza, il sottosegretario ha avuto modo di promuovere l’Italia e rassicurare sul debito. «È con la crescita, non solo con l’austerity, che si ripaga il debito», dice nel corso di una conferenza stampa in Consolato alla presenza dell’ambasciatore italiano negli Stati Uniti, Armando Varricchio. «L'Italia ha grandi potenzialità, ha bisogno di marciare spedita: dobbiamo creare le condizioni normative per far sì che le forze che ci sono nel Paese possano esprimersi», dice Giorgetti. «Io penso davvero, e in questi giorni l’ho compreso ancora di più, che gli imprenditori italiani siano più bravi di quelli americani perché riescono a portare avanti le loro imprese e a farle crescere nonostante tutti i problemi che abbiamo in Italia, la burocrazia eccessiva, l’eccessivo carico fiscale, il costo del lavoro. Il mood che si respira qui è quello di fare, non quello di non fare. Io sto cercando di lavorare in questa direzione», spiega ancora Giorgetti.

Io penso davvero che gli imprenditori italiani siano più bravi di quelli americani perché riescono a portare avanti le loro imprese nonostante tutti i problemi che abbiamo

I tagli fiscali alle aziende e il programma di investimenti pubblici nelle infrastrutture dell’amministrazione Trump sono un modello di riferimento per Giorgetti. Anche se le situazioni dei due Paesi sono diverse così come il sistema di welfare (negli Stati Uniti, ad esempio non esiste la sanità pubblica e se non hai i soldi o un'assicurazione non ti curi). Tuttavia secondo Giorgetti bisogna andare in questa direzione per rilanciare la crescita, aumentando gli investimenti pubblici – l’esponente leghista del governo ha citato Keynes – limitando appunto le politiche di austerità e il carico fiscale a cittadini e imprese. «Con la flat tax un primo passo lo abbiamo fatto. La politica di austerità germano-centrica – afferma – vista da qui fa fatica a essere compresa. La vera sfida è come l’Italia e l’Europa possano fare ripartire questa crescita economica con gli investimenti pubblici. Quelli che ci sono già bisogna attuarli». A partire dalla Tav. «Credo – dice Giorgetti - che alla fine troveremo una soluzione ragionevole con il M5S».

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Sulle sollecitazioni americane a bloccare Huawei nella fornitura di apparecchiature ai Paesi europei per le infrastrutture delle reti 5G super veloci, da parte italiana c'è comprensione sulle preoccupazioni americane. «C'è una competizione tecnologica sul 5G – ammette Giorgetti - questo è un aspetto che bisogna considerare. In Italia comunque dovremo prendere qualche provvedimento che tuteli i dati degli italiani».

Riguardo ai timori degli investitori sulle incertezze e la durata del governo italiano – poche ore prima a New York il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani aveva detto che il governo gialloverde non durerà dopo le europee – Giorgetti taglia corto, con una battuta: «Io non so quanto durerà il governo, ma so di sicuro quanto durerà questo Parlamento europeo». E precisa: «Noi abbiamo un contratto di governo con il M5s che prevede un programma ben preciso di cose da fare. Questo governo rimarrà in carica cinque anni. C'è ogni volta, davanti a ogni decisione da prendere, un lavoro da fare per trovare una sintesi sulle varie posizioni. È necessario discutere. Perdiamo tempo, è vero. Questo si vede da fuori ed è forse quello che preoccupa. Ma alla fine – dice – il buon senso prevale anche nel M5S. Buon senso che è poi ciò che hanno suggerito gli elettori ai 5Stelle in Abruzzo e Sardegna».

A New York Giorgetti ha partecipato anche agli incontri del Consiglio per le relazioni tra Italia e Stati Uniti. L'associazione che promuove i rapporti transatlantici, fondata nel 1983 da Gianni Agnelli e David Rockfeller. Domenico Siniscalco, l’ex ministro delle Finanze oggi vice presidente di Morgan Stanley, ha preso l’eredità di Sergio Marchionne alla guida dell'associazione. Giorgetti davanti alla comunità degli affari ha tenuto un lungo intervento. “Italy and Europe, a new beginning”, il titolo della sua relazione. Un nuovo inizio, tutto da scrivere, nei rapporti transatlantici, nella geopolitica, nell'economia e nella finanza, nella cybersicurezza e nei media. «Non si può parlare di rapporti tra Italia e Stati Uniti – dice Giorgetti – senza parlare di Europa. In termini di visione e strategie per il nostro Paese è decisivo quello che succederà in Europa entro l'autunno, con le elezioni e la Brexit. Io spero che ne venga fuori un'Europa diversa dove le decisioni vengano prese e non siano bloccate dal meccanismo del voto all'unanimità. Se vinceremo noi in Europa daremo uno scossone. Cambieremo le regole per farla funzionare. Con le regole attuali dell'unanimità non si va né avanti e né indietro. L'Europa deve essere più forte e incisiva nelle scelte di politica economica per riuscire a competere stretta tra Cina e Stati Uniti».

In termini di visione e strategie per il nostro Paese è decisivo quello che succederà in Europa entro l’autunno, con le elezioni e la Brexit

In ogni caso i rapporti privilegiati tra Italia e Stati Uniti con questo governo ci sono secondo Giorgetti. «Le relazioni privilegiate che il presidente Conte, in modo empatico, ha avviato con Trump nella sua prima visita a luglio alla Casa Bianca, possono certo aiutare in alcune scelte economiche e finanziarie. Noi faremo di tutto per favorire il rafforzamento di questi rapporti. Con un occhio privilegiato all’economia e agli investimenti americani nel nostro Paese».

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