Giorgetti rassicura le agenzie di rating: ecco il calendario delle prossime pagelle
La prima a pronunciarsi, il 20 ottobre, sarà Standard&Poor’s, seguita il 10 novembre da Fitch e il 17 da Moody’s
I punti chiave
2' di lettura
L’Italia rischia il declassamento del rating sovrano? «Sono titoli di giornale, voi come giornalisti giustamente ci credete, io ho un legittimo dubbio». Intervenuto a “Sky 20 anni”, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha gettato acqua sul fuoco. «Come ogni sei mesi - ha affermato - abbiamo giudizi da parte delle agenzie di rating, come in tutti gli esami universitari ci si prepara e poi si va all’esame e si spiegano le ragioni di un’economia forte, la seconda economia manifatturiera di Europa, un Paese ricco di creatività che merita di essere liberata. Ma ha un grande debito pubblico e deve essere consapevole di non poter fare svarioni».
Il ministro dell’Economia ha incontrato le agenzie di rating «per dimostrare la credibilità e solidità del Paese». Un dialogo che, assicurano al Mef, è costante, incentrato sulla Nadef e sulla legge di bilancio, ma anche sui provvedimenti precedenti, come la stretta sul Superbonus: tutti segni dell’impegno del governo sul fronte dei conti pubblici.
Lo spread Btp-Bund sale a 200 punti
Lo spread tra Btp e Bund ha chiuso a 200 punti, rispetto ai 194 punti del giorno precedente. Il rendimento del decennale italiano è salito di 3 punti base al 4,88%, in controtendenza rispetto agli altri titoli di Stato europei. Il tasso del Bund tedesco è sceso di 4 punti base al 2,87%. In calo anche il decennale francese che si è attestato al 3,45% (-2 punti base), quello spagnolo al 3,99% (-1 punto) e quello greco al 4,31% (-3 punti).
Il calendario delle prossime pagelle
Le tensioni sui titoli di Stato alimentano l’attesa per i giudizi che le agenzie di rating daranno del debito italiano da qui alla metà di novembre. La prima a pronunciarsi, il 20 ottobre, sarà Standard&Poor’s (oggi BBB con outlook stabile), seguita il 10 novembre da Fitch (BBB, outlook stabile) e il 17 da Moody’s. È quest’ultima la data più attesa: la decisione di Moody’s è infatti rimasta in stand by da maggio, quando l’agenzia decise di non aggiornare il rating. L’attuale giudizio classifica l’Italia a Baa3 con prospettive negative e a fine aprile la stessa agenzia evidenziava in un report come l’Italia fosse l’unico Paese tra quelli “coperti” a rischiare «di perdere l’’investment grade». In questo clima di attesa sui mercati resta una certa fibrillazione. Basterebbe un ritocco al ribasso per far perdere al debito italiano il giudizio di “investment grade”, che viene riconosciuto ai titoli considerati sicuri.
Freni: «Sul rating non ci aspettiamo nulla di preoccupante»
«Siamo fiduciosi che non si muoverà nulla di preoccupante» sul rating dell’Italia, che da qui alla metà di novembre sarà riesaminato dalle tre principali agenzie di rating», ha detto il sottosegretario del Mef, Federico Freni, a margine di un convegno organizzato da Illimity sul Ddl Capitali. «Siamo fiduciosi per l’economia italiana, non vedo timori particolari. Ovvio, non è una congiuntura semplice, giocano fattori esogeni che non dipendono da noi, perché i tassi non dipendono da noi, la politica fiscale europea non dipende da noi», ha continuato Freni, sottolineando che quello del costo del debito «non è un problema italiano. Se Atene piange Sparta non ride - ha aggiunto - perché il costo del debito tedesco è al 3%, cosa che non succedeva dal 2008».
loading...