l’ex presidente in terapia intensiva

Giorgio Napolitano operato al cuore. I medici: «Piccoli progressi»

(IMAGOECONOMICA)

5' di lettura

Il presidente emerito Giorgio Napolitano fa deboli progressi, è sempre più sveglio e respira da solo. Lo ha affermato Francesco Musumeci, il cardiochirurgo dell'ospedale San Camillo di Roma che lo ha operato ieri sera per un problema all’aorta nel corso del breafing delle 18 sulla salute del presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano operato nella notte al cuore. Il momento più difficile, ha detto il cardiochirurgo «è passato, ma rimaniamo in condizione di criticità». Musumeci ha precisato che «il presidente sta facendo dei buoni progressi, essere già staccato dal ventilatore dopo solo dodici ore è un progresso enorme, ma preferiamo tenerlo in quella realtà protetta che è la terapia intensiva, e la prognosi resta riservata, l'età va sempre tenuta in considerazione».

In stato di semisedazione risponde agli stimoli
Napolitano è in uno stato di semi sedazione, ma risponde agli stimoli. «Il presidente ha fatto passi da gigante considerata l'età. Napolitano resta semi-sedato - ha precisato Musumeci -, fa solo qualche farmaco per controllare il dolore, è ancora un po' torpido ma bisogna considerare che smaltire i farmaci dell'anestesia è molto più difficile per una persona di quell'età». L'intervento, ha spiegato Musumeci, ha scongiurato il ripetersi di eventi simili. «Tutta l'aorta intrapericardica è stata sostituita, il problema non si pone più. È impossibile peró fare previsioni sulla permanenza in ospedale». Il prossimo bollettino sarà pubblicato domani.

In terapia intensiva
Questa mattina nel primo breafing sulla salute del presidente emerito Musimeci aveva sottolineato che «l'intervento è andato molto bene, il cuore ha ripreso e il paziente è in condizioni stabili. Siamo molto soddisfatti e ottimisti». Napolitano è in terapia intensiva. «Ovviamente i suoi anni conteranno sul tempo di recupero, ma la sua grande tempra lo aiuterà». Napolitano, ha spiegato Musumeci, «è arrivato cosciente in sala operatoria e gli ho spiegato come si sarebbe svolto l'intervento, prima di addormentarlo. Era lucido, sveglio e ci ha incoraggiati. Aspettiamo domattina per svegliarlo e vedere come va».

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Mattarella, Gentiloni e Casellati in visita; ma in terapia intensiva non si può entrare
Intanto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha fatto una breve visita a Napolitano. Una decina di minuti in tutto. Ma non è potuto entrare nella terapia intensiva. «Il presidente Mattarella è venuto qui per manifestare la sua vicinanza alla famiglia», ha raccontato il cardiochirurgo Francesco Musumeci.
«Per non disturbare gli operatori ha preferito non entrare in terapia intensiva, ha espresso la sua vicinanza al presidente, ha parlato con il figlio, ha parlato con noi e poi è andato via. Non c'è stato contatto diretto, non si vuole turbarne la tranquillità». Anche il premier Paolo Gentiloni si è recato al San Camillo questa mattina per informarsi sulle condizioni di salute del presidente emerito e ha incontrato il figlio dell'ex capo dello Stato, Giulio, e i medici curanti. E su twitter nel messaggio per il 25 aprile ha aggiunto «un pensiero speciale oggi a Giorgio #Napolitano, protagonista della Repubblica. Forza Presidente!». Al San Camillo anche la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati che ha incontrato il figlio del presidente emerito e i medici e «ha formulato gli auguri più affettuosi di una pronta guarigione»

Ricovero d’urgenza al San Camillo
Il presidente emerito della Repubblica, 92 anni, nella serata di martedì 24 aprile è stato ricoverato d’urgenza all’ospedale San Camillo di Roma per effettuare una resezione parziale dell'aorta. Un intervento lungo e delicato in considerazione anche dell'età del paziente. Nel tardo pomeriggio l’ex capo dello Stato aveva infatti accusato un forte dolore al petto mentre si trovava nella sua abitazione romana. Prima era stato portato all’ospedale Santo Spirito di Roma, poi dopo una consulenza del professor Musumeci, è stato trasportato d’urgenza al San Camillo dove il professore aveva già convocato l’equipe per il complesso intervento.

PER APPROFONDIRE: Chi è il presidente emerito della Repubblica

Governo, Napolitano: accanto a Mattarella, urgente soluzione

L’uomo delle riforme a tutti i costi
Giorgio Napolitano viene definito l'uomo delle riforme a tutti i costi. Sempre accompagnato con discrezione dalla moglie Clio, ha iniziato il suo primo settennato gioendo per la vittoria dell'Italia ai mondiali di calcio di Berlino, nel luglio 2006, e ha concluso i quasi due anni del secondo mandato con qualche rimpianto per non essere riuscito a vedere compiuti quei cambiamenti istituzionali per i quali tanto si è speso.

Re Giorgio ha dovuto affrontare la più grave crisi economica del dopoguerra
Ma soprattutto «re Giorgio» ha dovuto affrontare quello che in molti considerano il periodo più buio degli ultimi 50 anni, navigando a vista tra gli scogli di una durissima crisi economica. E lo ha fatto con una convinzione incrollabile: che l'Italia avesse bisogno di stabilità politica. In nome di questo principio ha cercato sempre di evitare scioglimenti anticipati della legislatura. Certamente il momento peggiore - che ha coniugato amarezza personale e preoccupazione istituzionale - è stato il suo coinvolgimento indiretto nel processo sulla presunta trattativa Stato-Mafia con la eccezionale deposizione alla Corte di Palermo salita in trasferta al Quirinale.

Non è stata una presidenza semplice
Quella di Napolitano non è stata infatti una presidenza leggera nè facile. Ma può rivendicare di aver mantenuto l'impegno preso il 15 maggio del 2006 quando da neo-presidente promise solennemente davanti alle Camere che non sarebbe mai stato il capo dello Stato della maggioranza che lo aveva eletto, ma che avrebbe sempre guardato all'interesse generale del Paese.

Il 23 e il 24 marzo ha presieduto la prima seduta della XVIII legislatura
L'ultimo importante intervento pubblico è stato per presiedere i lavori dell'Aula del Senato, il 23 e il 24 marzo scorsi, in quanto senatore più anziano, per l'elezione del nuovo presidente di Palazzo Madama. É stata la prima seduta della XVIII legislatura. Sempre attento e lucido osservatore della situazione politica, Napolitano compirà 93 il prossimo 29 giugno. Ora una nuova sfida, con l'intervento nella notte dopo il malore che ha fatto anche temere il peggio.

I messaggi dei politici
Anche il il presidente della Camera dei deputati, Roberto Fico ha inviato un messaggio a Napolitano. «Al presidente emerito Giorgio Napolitano vanno i miei più sentiti auguri di pronta guarigione. Lo aspettiamo presto in Parlamento». Sempre via Twitter «un grande abbraccio a Giorgio Napolitano e sinceri auguri di pronta guarigione. Forza presidente!», dalla ministra della istruzione Valeria Fedeli. «Siamo in ansia. Aspettiamo notizie. Abbracciamo il presidente Napolitano e i suoi famigliari. In questa giornata il nostro pensiero va a lui», ha detto il reggente del Pd Maurizio Martina che si è recato al San Camillo per avere notizie dirette sulla salute di Napolitano. Anche il leader di Liberi e Uguali, Pietro Grasso, si è informato stamattina sulle condizioni di salute del presidente emerito Giorgio Napolitano. E ai familiari del presidente ha espresso la sua vicinanza e gli auguri di pronta guarigione.

L’attacco sui social
Intanto sui social sono stati registrati messaggi di odio e insulti nei confronti del presidente emerito. «Bello incontrare tanta gente in piazza e sentire tanto affetto per Giorgio Napolitano. L'odio sui social di qualche cretino non scalfisce la vicinanza degli italiani al presidente emerito e alla sua famiglia. #ForzaPresidente», ha scritto su twitter l'ex segretario del Pd Matteo Renzi. Nonostante si ritenga un ”nemico” Francesco Storace sul Giornale d'Italia si è detto stupefatto dalla «furia sul web su Giorgio Napolitano».

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