Giornata mondiale del donatore: l’Italia regge alla pandemia ma scende il numero dei donatori
Nel 2020 si registra una flessione del 3,4% rispetto al 2019, importato dall’estero il 25% del plasma per i famaci salvavita. La Capitale colora il Colosseo di rosso per l’evento del 14 giugno che si apre con lo slogan «Give blood and keep the world beating»
di Patrizia Maciocchi
3' di lettura
In Italia calano i donatori di sangue. Un trend negativo, già evidenziato, che nel 2020 fa registrare una flessione del 3,4% rispetto al 2019. Il sistema delle trasfusioni regge al Covid ma ha bisogno di “volontari”. Un’esigenza è ridurre il ricorso alle scorte straniere per quanto riguarda il plasma necessario alla produzione di farmaci salvavita che, per il 25%, viene importato, mentre siamo autosufficienti nella raccolta dei globuli rossi. Si conferma il calo dei giovani donatori, tra i 18 e i 25 anni, che scendono sotto i 200 mila, e di quelli nelle fasce superiori fino a 45 anni, mentre aumentano gli under 45. I dati saranno diffusi in occasione della giornata mondiale del donatore di sangue che si apre il 14 giugno a Roma con lo slogan «Give blood and keep the world beating».
Il ringraziamento di Papa Francesco ai donatori
Un evento globale, promosso dall’Organizzazione mondiale della Sanità, con il ministero della Salute e le maggiori associazioni di donatori, nella convinzione che un gesto tanto semplice dia davvero impulso vitale al cuore del mondo. In una capitale, che colorerà di rosso il Colosseo, Papa Francesco rivolgerà ai donatori il suo ringraziamento durante l’Angelus di domenica 13 giugno. A precedere le manifestazioni ufficiali, sabato 12 giugno, il webinar, organizzato da Avis Nazionale e dall’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, dedicato al ruolo del sangue e degli emocomponenti nella cura delle malattie rare. Sarà l’Auditorium Parco della Musica, lunedì 14, ad ospitare la conferenza istituzionale con le più alte cariche dello Stato e dell’Oms.
Il dopo Covid
«Penso che la donazione di sangue sia un atto straordinario – ha dichiarato il Ministro della Salute, Roberto Speranza - che consente ogni giorno a questa macchina del servizio sanitario di funzionare, di essere all’altezza. Ci prepariamo a queste due giornate con lo spirito giusto, soprattutto consapevoli di questa fase così difficile che abbiamo vissuto e che oggi possiamo affrontare con maggiore fiducia soprattutto grazie alla presenza dei vaccini». A mettere l’accento sull’importanza di questo appuntamento è il presidente di Avis nazionale Giampiero Briola. «L’edizione di quest’anno della Giornata mondiale del donatore assume un significato ancora più particolare – sottolinea Briola - il Covid ha rappresentato un nemico ostico da battere e solo adesso, seppur con cautela, possiamo guardare al futuro con fiducia. Se il rischio di carenza di sangue ed emoderivati legato alla pandemia è stato contenuto, gran parte del merito va proprio ai donatori e alle associazioni di volontariato che, anche nei mesi più complicati, non hanno fatto mancare impegno e supporto al sistema trasfusionale. Anche i numeri dimostrano che, nonostante una lieve e comprensibile flessione, il nostro sistema è solido e rappresenta un’eccellenza a livello internazionale. Il 14 giugno sarà un momento di celebrazione per tutti noi con la speranza che i prossimi mesi, grazie alla campagna vaccinale in crescente diffusione, possano essere forieri di salute e serenità per tutti noi».
Cantautori e scienziati
Il palco dell’Auditorium, dopo la parte istituzionale, darà spazio alla musica. Ad utilizzare le note per attirare l’attenzione sull’importanza della donazione saranno cantautori e influencer da Ron a Cecilia Cantarano, fino alla franco indonesiana Anggun, un concerto a cui partecipa anche la Banda della Polizia di Stato.
La manifestazione continuerà il 15 giugno con confronto tra gli esponenti della comunità scientifica di cinque continenti. Sul tappeto i temi della gestione dei donatori e della risorsa sangue e le insidie rappresentate da un’emergenza Covid, per vincere una sfida che non ha confino.
Italia autosufficiente per il sangue ma importa il plasma
I dati resi noti dall’Avis fotografano la situazione del sistema trasfusionale. In totale i donatori, nel 2020, sono stati 1.626.506, in calo del 3,4% rispetto al 2019. Una conferma l’autosufficienza dell’Italia nella raccolta dei globili rossi, mentre la stessa autonomia, purtroppo, non c’è sul plasma utilizzato per la produzione di farmaci salvavita, un settore che ci vede ancora dipendenti dalle scorte straniere: circa il 25% sul totale viene importato dall'estero. In flessione anche numero dei nuovi donatori: lo scorso anno sono stati 355.174, in calo del 2 per cento. Ad aumentare è invece il numero dei donatori in aferesi, quelli che donano plasma o singoli componenti del sangue, che nel 2020 sono stati 217638 (+7,5%). Le donazioni toccano quota 2,9 milioni, di cui 2,5 milioni di sangue intero e il resto in aferesi. Ogni donatore in media effettua 1,8 donazioni l’anno. Diminuiscono i pazienti trasfusi che sono 638mila contro 603mila, e le trasfusioni totali sono state 2,8 milioni contro 2,9 milioni del 2019. Il sistema ha comunque assicurato oltre 5 trasfusioni al minuto ai pazienti.
Un segno meno anche sul numero dei donatori giovani. I dati registrano, infatti, un aumento dell’età media: scende di 200 mila unità il numero dei donatori nella fascia compresa tra i 18 e i 25 anni. Una flessione che interessa in generale i soggetti under 45, mentre è in aumento il numero dei volontari over 45.
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