Giornata mondiale del latte: Italia quasi autosufficiente. Export formaggi da record
Confagricoltura: il settore vale 16,5 miliardi, tutelare la filiera. Assolatte: in Italia consumo più basso della dose raccomandata. Coldiretti e le altre associazioni: no ai prodotti sintetici.
di Emiliano Sgambato
I punti chiave
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Ben venga la celebrazione della Giornata mondiale del latte che «valorizza e salvaguarda il latte, “quello vero”, nell’interesse delle persone, dell’ambiente, della salute». Lo afferma Paolo Zanetti, presidente di Assolatte in occasione della ricorrenza istituita dalla Fao per il primo giugno. «Siamo dalla parte della natura e della filiera – sottolinea Zanetti – e contro la produzione e la diffusione dei cibi sintetici, realizzati in laboratorio con colture di cellule Ogm o tessuti animali coltivati in vitro. Prodotti innaturali e per questo nemici dell’ambiente».
L’Associazione italiana lattiero casearia ricorda che «solo per il latte bovino, la filiera italiana è composta da oltre 30mila allevamenti, da migliaia di impianti che ogni giorno raccolgono, lavorano e commerciano prodotti eccezionali, ricercati in tutto il mondo, «un sistema perfetto che è al vertice del sistema alimentare italiano ed europeo».
Assolatte evidenzia anche che «nonostante i notevoli e comprovati benefici per la salute di un corretto uso di latte e yogurt, la popolazione italiana ne consuma mediamente un terzo della quantità raccomandata».
Tra le iniziative per la promozione del consumo di latte, il ministero della Salute, tramite il suo Tavolo tecnico sulla sicurezza nutrizionale (Tasin), ha realizzato un decalogo. Nel documento viene segnalato che le Linee Guida italiane per la sana alimentazione raccomandano il consumo quotidiano di 3 porzioni tra latte e yogurt per soddisfare non solo il fabbisogno di calcio, ma quello di proteine di alta qualità, minerali e vitamine.
Filiera in salute ma allarme dall’emergenza in Romagna
Con un valore della produzione di circa 5,5 miliardi nella fase agricola e una spesa delle famiglie per i prodotti lattiero caseari di circa 20 miliardi, il settore trainante nell’agroalimentare italiano. Confagricoltura sottolinea come «la grave emergenza che ha travolto l’Emilia Romagna nelle settimane scorse – con allevamenti completamente isolati, che stanno terminando le scorte di fieno ed acqua – deve far riflettere su quanto sia importante, ora più che mai, impegnare congrue risorse investendo su ricerca e nuove tecnologie per fronteggiare i mutamenti climatici e per tutelare questo prezioso alimento attraverso aiuti concreti agli allevatori italiani, stanziando risorse economiche sufficienti a sostenere quello che è l’anello debole della catena».
Guardando agli ultimi anni, l’offerta di latte bovino nazionale è aumentata sensibilmente e l’Italia, dal 2015 ad oggi, è passata dal 75% circa a poco meno del 100% di autoapprovvigionamento, raggiungendo una quasi sostanziale autosufficienza, con una produzione pari a quasi 13 milioni di tonnellate di consegne. Quella di latte ovicaprino, da alcuni anni si attesta stabilmente intorno alle 500mila tonnellate annue.
Investimenti in sostenibilità
«Gli allevatori hanno “spinto” infatti le produzioni con maggiori investimenti, soprattutto in innovazione, qualità e benessere animale, raggiungendo standard mai conseguiti in precedenza. Il mercato – dicono da Confagri – ha premiato questi sforzi e ha chiesto più latte nazionale, anche nel periodo della pandemia».
Secondo gli ultimi dati pubblicati da Ispra, il sistema produttivo ha ridotto complessivamente le emissioni di gas serra di circa il 13% nel periodo 1990-2021; nello stesso periodo, se si considera il solo metano, la riduzione osservata arriva al 13,8%, soprattutto grazie allo sviluppo degli impianti di biogas che, attraverso la digestione anaerobica dei reflui zootecnici, evitano la dispersione del metano in atmosfera.
Last but not least, Confagricoltura sottolinea come « il latte, soprattutto nella crescita, secondo evidenze scientifiche rappresenta una delle principali fonti di proteine nobili per la corretta dieta alimentare degli italiani e della popolazione mondiale».
Coldiretti: minaccia dal latte sintetico
La minaccia al latte arriva dai laboratori industriali. Come ricorda Coldiretti, «dopo la carne e il pesce in provetta arriva anche il latte sintetico con Israele che si appresta a diventare uno dei primi Paesi al mondo a vendere veri e propri prodotti lattiero caseari senza mucche». Una novità che viene nettamente bocciata da quasi tre italiani su quattro con il 72% dei cittadini che non mangerebbe cibi sintetici ottenuti in laboratorio e solo il 18% la proverebbe mentre il 10% non sa e ha quindi bisogno di più informazioni, secondo l’indagine Tecnè.
«Una diffidenza – commenta il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini – che conferma la necessità di rispettare il principio di precauzione di fronte ad una nuova tecnologie con molte incognite che rischia di cambiare la vita delle persone e l’ambiente che ci circonda».
Export in Usa + 24% a gennaio e febbraio
Senza il buon latte italiano non ci sarebbe l’eccellenza delle Dop casearie che sembrano non conoscere crisi a livello di esportazioni. E all'ambasciata italiana a Washington in occasione della Festa della Repubblica, i riflettori saranno puntati sull'eccellenza dei formaggi Dop italiani. Afidop (Associazione dei Formaggi Italiani Dop) insieme ai Consorzi di Tutela di Asiago, Fontina, Gorgonzola, Grana Padano, Pecorino Romano, Pecorino Toscano e Piave, sarà ospite di una speciale serata celebrativa con oltre 900 invitati, tra autorità statunitensi, rappresentanti della comunità italiana e italo-americana, comunità diplomatica internazionale a Washington e imprenditori del Belpaese. Durante l'evento saranno promosse la Ryder Cup 2023 di golf di Roma e la candidatura della Capitale per Expo 2030.
«Un'occasione imperdibile – ha detto Antonio Auricchio, presidente di Afidop – per rafforzare la promozione delle nostre eccellenze lattiero casearie presso un pubblico di alto profilo negli Usa, dove l'Italia detiene il primato mondiale dell'export di formaggi. Un mercato strategico, quello statunitense, che con 55,9 milioni di export nel I bimestre 2023 ha registrato un exploit per i formaggi Dop con un +24% a valore sullo stesso periodo del 2022, superando nettamente il trend del comparto che si attesta a un +17%».
Complessivamente l'export italiano di formaggi negli States vale 418 milioni euro, di cui quasi l'84% è rappresentato dai formaggi a denominazione di origine protetta. Un mercato in costante espansione quello dei formaggi dop italiani negli Usa, le cui esportazioni, negli ultimi dieci anni, sono cresciute del 22,5% in volume e dell'81% in valore, passando da 193,2 milioni del 2012 a 349,9 euro nel 2022.
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