Giornata mondiale della pizza, il dominio «.pizza» in Italia non decolla
Nella classica dei siti che terminano con «.pizza» vincono gli Usa, poi a sorpresa c’è l’Islanda, seguita da Canada e Germania
di Maria Teresa Manuelli
2' di lettura
Istituita ufficialmente nel 2017, quando l'Unesco ha riconosciuto come Patrimonio culturale dell'umanità una giornata simbolica, quella delle celebrazioni a Sant'Antonio Abate, patrono dei pizzaioli, la Giornata Mondiale della Pizza è diventata oggi un momento per omaggiare la specialità della cucina mediterranea.
La pizza resta uno dei piatti cult della gastronomia nostrana, che secondo i dati di una recente ricerca Doxa viene mangiata almeno una volta a settimana dall’86% degli italiani e due volte da un buon 40 per cento. E, secondo la classifica stilata da Google nel 2021 delle parole più cliccate in internet nel nostro Paese, nella sezione “ricette più ricercate”, quella della pizza appare nelle prime cinque posizioni.
Un piatto talmente iconico da meritare addirittura un dominio dedicato sul web, ovvero “.pizza”.Se nel 1984 erano disponibili solo sei domini di primo livello, ora chi registra un sito internet può scegliere tra più di un migliaio di alternative e gli amanti della buona cucina possono optare per .beer , .caffè e, appunto, .pizza. Al momento nel mondo ci sono più di 10mila siti internet con dominio .pizza, ma a sorpresa non è nel Belpaese che si concentrano: circa il 40%, infatti, è registrato negli Stati Uniti, cui segue l’Islanda, con un boom di registrazioni nel 2021, Canada e Germania.
«Il sito internet è la prima vetrina per essere visti da potenziali clienti e la scelta di un dominio appropriato può aiutare notevolmente ad attirare le persone sul sito in questione. La grande varietà di estensioni di dominio oggi sul mercato, che spaziano da modelli più standard a nomi più originali, aiutano ulteriormente a descrivere il proprio business e a differenziarsi dalla concorrenza», spiega Gianluca Stamerra, senior director di GoDaddy per il Sud Europa, società americana di web hosting quotata in borsa che ha curato l’indagine.
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