Giornata della Terra, gli Scout (Agesci) tolgono i risparmi da petrolio e gas
Insieme ad altre 30 istituzioni religiose di tutto il mondo, annunciano l’uscita dai fossili nell’Earh Day. Ci sono anche le diocesi di Canterbury e Catania
di Vitaliano D'Angerio
I punti chiave
3' di lettura
Via dai combustibili fossili. A dare l’annuncio sono 31 istituzioni religiose di tutto il mondo, fra cui spicca l’italiana Agesci, l’associazione guide e scout cattolici. Enti e diocesi di Stati Uniti, Regno Unito, Australia, Canada, Italia e Francia hanno aderito all’annuncio globale di disinvestimento in occasione della Giornata mondiale della Terra, «proclamando di non volersi più affidare ai combustibili fossili rendendo i propri risparmi permanentemente non più a disposizione delle compagnie di combustibili fossili». L’annuncio del disinvestimento da parte delle istituzioni religiose rappresenta ben oltre 2 miliardi di dollari di asset in gestione.
L’elenco di chi ha disinvestito
Fra le istituzioni religiose che hanno aderito al disinvestimento da fonti fossili vi sono sette diocesi della Chiesa d’Inghilterra, tra cui la diocesi di Londra; sei cattedrali della Chiesa d’Inghilterra, inclusa la cattedrale di Canterbury; due diocesi cattoliche (Northampton in Inghilterra e Catania in Italia); tre ordini religiosi cattolici, compreso l’ordine carmelitano internazionale; due chiese locali nel Regno Unito; otto enti di beneficenza cattolici, tra cui appunto l’Agesci.
«Crediamo come guide e scout cattolici dell’Agesci che sia necessario affermare con determinazione che esiste un rapporto indiscutibilmente malato tra un certo tipo di finanza e i cambiamenti climatici – dichiarano Roberta Vincini e Francesco Scoppola, presidenti del comitato nazionale Agesci –. La logica del “profitto a tutti i costi”, mina la cura e la custodia del nostro Creato. Disinvestimento dai combustibili fossili è, prima di tutto per noi guide e scout, una scelta educativa; di difesa dei nostri fratelli e sorelle che nei territori sfruttati vivono le più penose condizioni di povertà».
Il movimento Laudato Si’
Il coinvolgimento delle associazioni religiose, e in particolare di quelle cattoliche, inizia dopo l’enciclica di Papa Francesco Laudato Si’ del 2015, lo stesso anno del Trattato di Parigi e dell’Assemblea Onu sui 17 obiettivi sostenibili 2030. Un documento che ha dato origine poi al movimento Laudato Si’
Negli ultimi mesi, il movimento e le organizzazioni cattoliche nazionali che hanno già disinvestito in passato, si sono attivate per richiedere alle diocesi e alle istituzioni cattoliche italiane il disinvestimento dalle fonti fossili per un’economia di pace.
L’annuncio globale di disinvestimento in occasione della Giornata mondiale della Terra è stato organizzato in particolare dal Consiglio Mondiale delle Chiese, Operation Noah, movimento Laudato Si’, Green Anglicans, Dayenu e GreenFaith.
Investimenti da 3 trilioni di dollari
Le istituzioni religiose secondo i dati forniti dalle associazioni religiose coinvolte nell’iniziativa, gestiscono complessivamente 3 trilioni di dollari di investimenti a livello globale. «Sia il Vaticano che il Consiglio Mondiale delle Chiese – si legge nella nota – hanno chiesto ai gruppi religiosi di ritirare i loro soldi dalle società di combustibili fossili che spendono in media solo il 5% degli investimenti di capitale in energie rinnovabili e a basse emissioni di carbonio, e di investire invece in soluzioni climatiche, come le energie rinnovabili e lo stoccaggio energetico. Alcuni gruppi religiosi lo stanno già facendo ma sono necessari molti più investimenti».
«Una parte essenziale della nostra vocazione cristiana – ha dichiarato David Monteith, decano di Canterbury – è essere buoni custodi del creato. Abbiamo capito che parte di questo è ridurre la nostra dipendenza dai prodotti petrolchimici derivati dai combustibili fossili e investire in tecnologie più verdi. Abbiamo disinvestito come testimonianza del nostro impegno a lavorare per diventare una comunità a zero emissioni di carbonio».
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