Giovani, digitali, vendono online: ecco le 400 aziende che crescono di più
Le Pmi innovative guidano la classifica “Leader della crescita 2020” Il Sole 24 Ore-Statista. Mukako e Supermercato 24, entrambe del settore ecommerce, ottengono i primi due posti
di Laura La Posta
4' di lettura
Controcorrente. Come salmoni nel fiume spesso in secca dell’economia italiana. Sono piccole e medie imprese (Pmi) italiane cresciute in controtendenza rispetto alla congiuntura ristagnante, nel triennio 2015-2018. Il Sole 24 Ore e Statista, società leader mondiale dell’analisi statistica, ne hanno identificate 400 e le hanno incoronate Leader della crescita 2020. La classifica, al suo secondo anno, è navigabile nel sito ed è analizzata nell’annuale dossier Rapporto Leader della crescita .
Il segreto della crescita
«Statista realizza questi ranking in tutto il mondo, ma quello italiano è sempre speciale – spiega Thomas Clark, partner associato e direttore dello sviluppo corporate e affari internazionali di Statista –. Resto sempre ammirato dalla capacità delle aziende italiane di lavorare spesso in ambiti tradizionali, come l’alimentare o il design, ma sempre con un twist intelligente e innovativo o incorporando tecnologie all’avanguardia. Proprio la combinazione di questi due ingredienti crea i campioni della crescita made in Italy».
Clark è convinto che la classifica dei Leader continuerà a rimanere al top fra quelle internazionali realizzate, anche perché «il recente Global economic outlook sull’Italia di Statista mostra che la percezione sulla futura situazione economica italiana fra gli esperti è molto migliorata negli ultimi mesi». Inoltre, le aziende del nostro Paese performano bene anche nel ranking europeo Fastest growing companies.
E non si tratta di fuochi di paglia: la lista prende in considerazione i risultati ottenuti nell’arco di un triennio e il 46% delle aziende erano anche nel ranking dello scorso anno. Imprese passate al setaccio non solo per i risultati economici ma anche per la reputazione, che hanno visto il loro giro d’affari lievitare mentre l’economia italiana ristagnava . Il valore medio di crescita registrato dalle 400 aziende Leader della crescita è infatti del 45,8%, con 23 con più del 100% di crescita annua; il valore minimo registrato è invece dell’11,4%: comunque a due cifre, segnala Clark.
La prima leva: l’e-com
Quattro le leve di sviluppo che sembrano aver spinto il business di molte fra le società dell’elenco. La prima è il boom continuo del commercio elettronico in Italia, che ha sostenuto il business non solo dei migliori siti di e-com ma anche delle società di consulenza digitale e di trasporto merci. In questa categoria rientrano le prime due aziende.
«La vincitrice del ranking è Mamma 2.0, che opera con la start-up Mukako, fondata da due imprenditrici nel 2015: con il loro e-commerce (e soprattutto con il prodotto di punta, MUtable) mixano design e ludodidattica per bambini – racconta Marco Paciocco, analista di Statista responsabile del ranking italiano –. Il successo di questa startup è stato incredibile: nel triennio 2015-2018 la crescita media annua è stata del 316%. Sono passati infatti da 100mila euro di fatturato a oltre 7,2 milioni.
Al secondo posto rimaniamo in tema e-commerce grazie a Supermercato24, il portale di successo per la spesa online. Con il 260% di crescita all’anno, è arrivato a fatturare 14 milioni».
Il filo rosso del digitale
A cucire tutta la lista dei magnifici 400 è infatti il digitale, che pervade tutti i settori. «La star dei servizi digitali è Bending spoons, leader europeo della creazione di app, con oltre 250 milioni di download – racconta Paciocco –.
Una grande società internazionale, fondata da cervelli di ritorno: ragazzi italiani di grande talento che si erano conosciuti all’estero e che hanno deciso di fondare la loro impresa a Milano». Non mancano in questo comparto le società già leader l’anno scorso: Velvet Media, Buzzoole, Web stars channel, Caffeina.
L’onda green
Un’altra leva importante di sviluppo è la sostenibilità, in perenne ascesa nelle declinazioni dell’energia pulita e dei prodotti biologici o naturali.«Quest’anno nella classifica primeggiano le aziende della consulenza e dell’impiantistica per il fotovoltaico e i biocarburanti, oltre a quelle specializzate nel recupero di efficienza energetica», racconta Paciocco.
La rivincita del solare italiano può apparire sorprendente: spinto dagli incentivi pubblici più generosi del mondo (fino a 9 miliardi annui di oneri) si era poi incagliato con la fine del Conto energia nel 2013. Molte aziende hanno chiuso o ridotto le attività, ma chi ha tenuto duro ha trovato la sua Atlantide: il continente mitologico della grid parity (o market parity). Vale a dire la convenienza economica a installare impianti fotovoltaici senza incentivi. Spicca in questo filone un’impresa di vita trentennale come Comal, passata dal nucleare di Montalto di Castro (Viterbo) ai grandi parchi solari.
La spinta dal 4.0
«Interessanti anche i cambiamenti di trend registrati rispetto l’anno scorso – rileva Paciocco –. Sono aumentate le aziende dell’impiantistica e del comparto industriale, ora il più cospicuo nella lista». La rivoluzione 4.0 ha evidentemente prodotto effetti anche sul fatturato, aumentato per molte medie imprese del manifatturiero hi-tech. Gli investimenti pagano, quindi. E ancora una volta c’è dietro lo zampino degli incentivi pubblici, iniettati con il Piano 4.0 varato a cavallo fra il 2016 e il 2017.
Il passo successivo
Fin qui l’analisi delle società Leader 2020, che ora si connotano come role model per le Pmi italiane con ambizioni globali. «Imprese eccezionali ma quasi sempre sottocapitalizzate, finanziate con capitali personali o canali tradizionali: l’augurio è che crescano anche a livello di capitali e organizzazione, in modo da continuare a creare valore e occupazione, per sé e l’indotto», conclude Clark.
Per approfondire :
●LA CLASSIFICA 2020
●VAI AL DOSSIER
loading...