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Giovani di Confindustria: sul cuneo fiscale no all’elemosina di Stato

Il leader degli industriali under 40: sì al confronto con il Governo ma sulla nostra proposta

Lavoro e salari, Bonomi: "Polemica con Orlando? Dobbiamo rispondere agli italiani"

2' di lettura

È necessario «aumentare il potere d’acquisto dei lavoratori, soprattutto per i redditi medio-bassi, donne, giovani, Sud. Le categorie più colpite dalla crisi» ma «non va fatto con bonus e una tantum: elemosina di Stato». Il presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria, Riccardo Di Stefano, boccia così l’ipotesi di un intervento in arrivo da 1-1,5 miliardi di taglio del cuneo contributivo allo studio del governo. «Non possiamo accettare stanziamenti ampiamenti insufficienti che non producono alcun effetto», avverte parlando all’iniziativa “Voci. Visioni Orizzonti Culture Idee”, organizzata dagli industriali under 40 in Puglia. Per sostenere oggi le imprese, più in generale, «c’è bisogno di tempi molto celeri e forte determinazione del governo, che non vediamo».

«Le risorse dall’extragettito fiscale e parafiscale»

Dove trovare le risorse? «Dal Def emerge un extragettito fiscale e parafiscale che in tutto cuba 38 miliardi: queste sono risorse che devono immediatamente essere immesse nel mercato interno, premiando e aumentando il potere d’acquisto dei lavoratori», dice Riccardo Di Stefano. Gli industriali under 40, dice, sentono oggi forte «la responsabilità di portare avanti un tessuto imprenditoriale che nei prossimi anni vivrà una competizione internazionale ancora più dura», e «con un debito pubblico mostruoso che sentiamo fortemente sulle spalle. Quindi al Governo chiediamo e pretendiamo la massima attenzione. Anche le disponibilità per per intervenire sulla curva demografica, sull’ingresso nel mercato del lavoro e la formazione professionale».

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Sostenere il tessuto imprenditoriale

Al centro del dibattito sulla necessità di sostenere i salari, aggiunge, va considerata anche l’esigenza di difendere il tessuto imprenditoriale: «Dobbiamo fortificare le nostre imprese perché sono l’unica arma per tornare alla crescita: noi dovremmo avere l’ossessione della crescita. Con la crescita si paga il debito pubblico, si creano nuove famiglie, si possono avere politiche sociali nuove. I nuovi poveri, le nuove esigenze sociali, richiedono un impegno della collettività importante che si fa soltanto aumentando il prodotto interno lordo». Di fronte a nuove sfide, con l’aumento dei costi di produzione, oggi - sottolinea ancora il leader degli under 40 di Confindustria - “«e aziende italiane hanno coraggiosamente compresso tutti loro margini per non far pesare l’inflazione direttamente agli italiani: i dati sull’inflazione in Europa paragonati a quelli del nostro paese lo confermano. Ma per quanto tempo potrà durare? C’è bisogno quindi di tempi molto celeri e di una forte determinazione del Governo che non vediamo»

Sì al confronto ma sulla proposta di Confindustria

«A noi piace affrontare questi temi con il massimo rispetto per il Governo, ma con determinazione» ha aggiunto Di Stefano, rispondendo ad una domanda sull’invito al confronto che arriiva dal Ministro del Lavoro sul tema della necessità di aumentare i salari e sulla strada del taglio del cuneo contributivo. Dopo l’acceso confronto tra industriali e ministro degli ultimi giorni anche la “base” degli industriali under40 difende la proposta di via dell’Astronomia, quella di un taglio strutturtale del cuneo da 16 miliardi. “«bbiamo fatto una proposta che può piacere o non piacere, convincere o non convincere, però chiediamo che si parta da lì, che ci dicano cosa non va in questa proposta perché noi abbiamo la consapevolezza che sia l’unica ricetta da applicare in questo momento».

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