Giovani Confindustria: manovra non sia rinunciataria, serve taglio cuneo strutturale
Il presidente dei Giovani di Confindustria, Riccardo Di Stefano, aprendo il tradizionale convegno degli industriali under40 a Capri, ha detto che la manovra «va collegata il più possibile alle riforme e alle risorse del Pnrr. Perché si scrive “riforme” ma si legge “crescita” ed “efficienza” della spesa»
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«Il quadro resta difficile, aumentando la nostra fragilità. Non possiamo permetterci una legge di bilancio rinunciataria. E speriamo che, questa, non lo sia». Così il presidente dei Giovani di Confindustria, Riccardo Di Stefano, dal tradizionale convegno degli industriali under40 a Capri. La manovra «va collegata il più possibile alle riforme e alle risorse del Pnrr. Perché si scrive “riforme” ma si legge “crescita” ed “efficienza” della spesa. Proteggere e investire, allora, devono essere le parole d’ordine della Manovra. Proteggere le famiglie colpite dall’inflazione e le imprese strozzate dai costi alti»
Giovani Confindustria: taglio cuneo sia strutturale
«Va tagliato il cuneo contributivo sul lavoro in modo strutturale, e prorogato il credito di imposta contro il caro energia fino a quando i prezzi non torneranno a livelli pre-crisi» ha aggiunto Di Stefano. E ha spiegato che «va potenziato il Fondo per la transizione industriale, per supportare con maggiore incisività quegli investimenti delle imprese che coniugano obiettivi di sostenibilità e maggiore competitività e resilienza». E se «i tassi di interesse prosciugano credito e liquidità alle imprese, occorre rinegoziare e allungare i finanziamenti, rafforzando il Fondo di garanzia per le Pmi e la Nuova Sabatini».
Ruolo strategico del Pnrr
«Il Pnrr in tutto questo ha un ruolo strategico», evidenzia il presidente dei Giovani di Confindustria. «La sua rimodulazione è stata necessaria. In particolare, apprezziamo il capitolo legato al Repower EU, tanto per gli obiettivi quanto per le risorse stanziate. Il prossimo passo, quindi, deve essere implementare il Piano Transizione 5.0, rafforzando sia lo strumento sia il suo perimetro applicativo».
Manovra, Urso: finanzieremo innanzitutto la Sabatini
Sulla manovra «c’è un problema di risorse, ma noi sappiamo quali sono le priorità, la nostra priorità è quella di sostenere le imprese negli investimenti che devono realizzare» ha detto Adolfo Urso, ministro delle Imprese e Made in Italy, al 38esimo convegno dei Giovani imprenditori di Confindustria. «Per la manovra - aggiunge - finanzieremo quello che serve in maniera essenziale e quindi innanzitutto la Sabatini».
Rilanciare dialogo tra parti sociali
Tra parti sociali «da tempo, purtroppo, il dialogo è diventato faticoso. Lasciando alcune fondamentali domande sul futuro del lavoro senza risposta» ha rilevato ancora Di Stefano. «È arrivato il momento di rimettere al centro la contrattazione. Anche di secondo livello» come «luogo naturale per legare produttività e salari, ampliare l’offerta di welfare, strutturare un tempo di lavoro che concili vita e professione». «Soprattutto, per i giovani e le donne. I cui tassi di disoccupazione e inattività non sono più sostenibili». E «dobbiamo combattere la battaglia per la sicurezza sul lavoro».
Giusto stop al reddito di cittadinanza
Tra gli attestati di merito riconosciuti al governo, quello di «aver messo il Sud al centro della sua agenda, identificando imprese e lavoro come protagonisti dello sviluppo».Condivisa «anche la scelta, politicamente difficile, di cambiare il reddito di cittadinanza. Vogliamo però che funzionino le politiche attive e la piattaforma Siisl», avverte Di Stefano, «perché il punto è rendere le persone in grado di emanciparsi, dai sussidi». E aggiunge: «Dopo il Dl Sud «è urgente scrivere una strategia di politica industriale chiara». Per gli industriali under 40, per il Sud, «lo Sportello Unico Zes e l’autorizzazione unica sono strumenti positivi. Dovranno però processare un’enorme mole di istanze senza creare colli di bottiglia. Perché, a volte, semplificare tutto per tutti significa non semplificare affatto».
Sì a piccoli reattori modulari da usare in aree industria
Quanto al nucleare «dai referendum del 1987 e del 2011 è cambiato quasi tutto. Sono evolute le tecnologie, la sicurezza e l’efficienza degli impianti. E se tutto cambia, non possiamo restare fermi. Le nuove tecnologie spingono verso reattori di piccola taglia e micro-reattori. Piccoli, modulari, direttamente utilizzabili nelle aree industriali che diventerebbero, così, energeticamente indipendenti».
Ripensare gestione flussi migratori
Un passaggio della relazione è dedicato al capitolo migrazioni che «non sono solo un’emergenza o un problema di ordine pubblico». Per Di Stefano «va ripensato, allora, il modello di gestione dei flussi migratori, rafforzandone la regia nazionale ed europea, con risorse e strumenti congrui. Per gestirli e orientarli, invece che subirli». «Nel 2050, in Italia saremo 4,5 milioni in meno, come prevede l’Istat. È certo: il sistema produttivo e l’organizzazione del lavoro si dovranno ripensare, di fronte a questi numeri. Vale per la natalità, quanto per le politiche migratorie. Servono schemi di pensiero declinati al futuro, in un mondo in cui competenze e tecnologie non hanno frontiere e non chiedono passaporto»
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