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Giovani e digitale: gli italiani sono i più attenti alla sostenibilità

I risultati del Rapporto «Digital Sustainability Index Young» di Fondazione per la sostenibilità digitale e EY Foundation Onlus, basato su 800 interviste tra Italia, Spagna, Francia, Germania e Polonia

(AdobeStock)

3' di lettura

Trascorrono tanto, troppo tempo sui dispositivi elettronici (computer, tablet o smpartphone), circa 4 ore al giorno, ma non ne sono dipendenti in modo acritico. I giovani italiani sono consapevoli delle opportunità che le tecnologie digitali offrono loro, ma chiedono agli adulti (alla famiglia, alla scuola, alle istituzioni) di poter ricevere una “educazione” adeguata per utilizzarli in modo sano, consapevole e funzionale. Anche nell’ottica di favorire, proprio attraverso l’uso del digitale, atteggiamenti di sostenibilità ambientale.

Il Rapporto

Secondo il rapporto «Digital Sustainability Index Young» presentato dalla Fondazione per la sostenibilità digitale e da EY Foundation Onlus, i ragazzi italiani sono infatti tra i più “digitalmente sostenibili” d’Europa, seguiti da quelli spagnoli, polacchi, tedeschi e francesi. Ovvero hanno una sensibilità maggiore (pari al 37%) verso i temi legati all’ambiente e al futuro del pianeta. E le femmine sono più sostenibili dei maschi, con una quota più alta rispetto a quella di altri Paesi. ovvero orientano le proprie scelte di acquisto o utilizzo prendendo in considerazione aspetti legati all’ambiente.

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La ricerca, che indaga il ruolo della tecnologia come strumento di sostenibilità nella percezione dei giovani di alcune nazioni europee (Italia, Spagna, Polonia, Germania e Francia), è stata svolta su un campione rappresentativo di 800 ragazzi nella fascia compresa tra i 16 e i 24 anni.

Il confronto tra Paesi

È interessante notare il confronto tra i Paesi: Francia e Germania sono caratterizzate da una forte cultura digitale, ma anche da una propensione alle pratiche di sostenibilità meno marcata. Italia e Spagna sono invece accomunate da comportamenti ed atteggiamenti molto simili in termini di sensibilità verso la sostenibilità (più alta di quella riscontrata in Germania ed in Francia), con una significativa differenza derivante da una maggiore digitalizzazione della Spagna rispetto all'Italia.

Consapevolezza e richiesta di educazione

Uno degli aspetti più interessanti che emerge dal rapporto è la consapevolezza dei ragazzi italiani sui rischi e le opportunità offerte dagli strumenti digitali: l’85% considera la tecnologia digitale uno strumento utile per migliorare la società; per il 69% è utile alla salvaguardia dell’ambiente. Inoltre, il 71% dei giovani italiani intervistati considera il cambiamento climatico uno dei principali problemi dei quali bisogna occuparsi immediatamente, in linea con Spagna (69%) e Francia (62%). Percentuali simili emergono verso il tema della lotta all'inquinamento. Quasi un intervistato italiano su 5 (16%) pensa che i social non siano un ambiente sicuro per i giovani e che il cyberbullismo sia la principale problematica derivante da una società iper-connessa (60%) e chiedono strumenti di tutela ed educazione per potersi auto-proteggere da tali rischi.

«Nell’ analisi leggiamo tracce comuni tra i vari Paesi, a ulteriore testimonianza del fatto che partite come la sostenibilità, il digitale, le competenze e l'innovazione oggi non possono che essere giocate su scenari internazionali – commenta Massimo Antonelli, ceo di EY in Italia e coo di EY Europe West –. Tuttavia, tra questi dati positivi ci sono segnali che devono farci riflettere e agire, e riguardano soprattutto i rischi e ancora una volta le questioni legate a diversità e inclusione».

«Da anni, con il nostro osservatorio, studiamo gli italiani in relazione alla sostenibilità digitale – spiega Stefano Epifani, presidente della Fondazione per la Sostenibilità Digitale –. Analizziamo come le persone percepiscono l’importanza di questi temi, ma anche quanto, in relazione ad essi, cambino i propri comportamenti. Ne emerge un quadro spesso poco confortante. I risultati della nostra ricerca mostrano l’importanza di lavorare sulle infrastrutture, ma soprattutto sulla consapevolezza: perché è proprio in Paesi come il nostro, caratterizzati da minore diffusione delle competenze digitali, che dobbiamo preoccuparci di sviluppare un uso consapevole delle tecnologie a favore della sostenibilità».

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