Giovani e violenza di genere: il 74% si sente inascoltato
La denuncia arriva dall'Osservatorio indifesa di Terre des Hommes e OneDay Group in vista della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne
di Silvia Pagliuca
I punti chiave
6' di lettura
No, non è facile essere ragazze. Specie quando i luoghi in cui dovremmo sentirci più sicure – a casa e a scuola –, sicuri non lo sono affatto. La denuncia arriva dall'Osservatorio indifesa di Terre des Hommes e OneDay Group in vista della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne. I numeri sono drammaticamente chiari: nel 2021, i reati a danno dei minori in Italia sono cresciuti dell'8%, per un totale di 6.248 casi, il più alto mai registrato. Di questi, il 64% ha avuto per vittima una bambina o una ragazza. Le violenze a sfondo sessuale sono state 1.332, con l'88% delle vittime di sesso femminile. Infine, sono aumentati anche i reati familiari, +5% (dopo un 2020 che già si era classificato come anno da record negativo), con il 54% di prevalenza di casi a danno delle più giovani. E questi, sono solo i casi noti. I non denunciati sono molti, molti, di più.
Inascoltate
La verità è che le ragazze si sentono sole. Inascoltate. Così, di conseguenza, sono le prime a non comunicare perché temono che dall'altro lato non ci sia nessuno pronto ad ascoltarle. Secondo quanto emerso dall'Osservatorio che ha coinvolto più di 10.000 persone delle community di ScuolaZoo, di cui fanno parte ragazze e ragazzi tra i 15 e i 19 anni di tutta Italia, il 74% sostiene che studenti e studentesse vittime di violenza non vengano presi sul serio dagli adulti.
Eppure, le cose da dire sarebbero tante. Tre giovani su dieci hanno dichiarato di aver assistito almeno a un episodio di violenza di genere. Il 46% a violenza psicologica, il 24% a violenza fisica, il 20% a violenza in rete, il 10% a episodi di violenza sessuale. Parliamo di situazioni avvenute nel 44% dei casi a scuola. Seguono i social (28%), la famiglia (22%) e i contesti sportivi (6%).
I silenzi della scuola
Proprio la scuola è il luogo su cui i silenzi sembrano essere più assordanti. Qui, secondo Terre des Hommes, bisognerebbe intervenire con programmi di educazione all'affettività e alla diversità, per trasmettere modelli rispettosi dell'altro, volti a superare barriere dovute alle differenze di genere e a favorire l'apertura mentale. Del resto, la scuola è dove cresciamo come cittadine e cittadini. La prima comunità – oltre quella familiare – con cui siamo portati al confronto.
Ma la scuola è anche un terreno in cui crescono le disparità del domani. Sono tante le sfide sul tavolo: dalla formazione STEM a quella economico-finanziaria, dall'educazione all'autoimprenditorialità all'orientamento per l'università. Secondo il ministero della Pubblica istruzione, infatti, nell'anno accademico 2020/2021 le studentesse immatricolate nei corsi di laurea STEM sono state appena il 21%, la metà rispetto agli uomini (42%). Ma una laurea in una disciplina ICT, come ingegneria o più in generale nelle materie scientifiche, permette di avere migliori sbocchi occupazionali e maggiori possibilità di guadagno (anche se il gender pay gap esiste anche in questo campo). Non solo, le ragazze sono più fragili anche per l'alfabetizzazione finanziaria rispetto ai coetanei maschi: come rilevato dai test PISA OCSE sui 15enni, in Italia le competenze economiche femminili sono a 15 punti di distanza da quelle maschili.
Tutto questo non fa altro che mettere le giovani donne in una posizione di svantaggio nella pianificazione finanziaria del futuro, rendendole più esposte alla povertà. Parliamo quindi di disuguaglianze di genere i cui impatti – anche se meno visibili in prima istanza – possono essere particolarmente pericolosi nella vita adulta. E la generazione Z ne è decisamente consapevole. Secondo l'Osservatorio realizzato con OneDay, infatti, quasi 9 giovani su 10 ritengono che in Italia ci sia una evidente discriminazione di genere. Tra questi il 90% sostiene che il contributo dei maschi nella risoluzione del problema sia fondamentale (57%) o importante (30%). Il Global Gender Gap Index del World Economic Forum, che misura in 146 Paesi il divario di genere in termini di partecipazione economica e politica, salute e livello di istruzione, piazza infatti l’Italia al 63esimo posto in classifica, dietro a Paesi come Zambia e Uganda.
Il network
«C'è uno scollamento sempre più grande tra mondo dei giovani e mondo adulto che sembra essersi completamente dimenticato degli adolescenti. Ed è impressionante vedere come la scuola, il luogo dove i nostri figli e le nostre figlie passano gran parte del loro tempo, non sia considerato un luogo sicuro per i più giovani. Terre des Hommes continua a mettere al centro l'ascolto dei ragazzi e delle ragazze - afferma Paolo Ferrara, direttore generale Terre des Hommes Italia. Per aiutare i giovani a esprimersi, Terre des Hommes ha creato nel 2018 il Network indifesa: - È la prima rete di webradio contro la discriminazione e la violenza di genere, bullismo, cyber-bullismo e sexting. Un esperimento di successo che continua oggi a promuovere la partecipazione dei ragazzi e delle ragazze, affinché possano sempre di più esprimere le loro idee, sviluppare i loro talenti e diventare protagonisti di questa società che troppo spesso si dimentica di loro».
Un progetto sostenuto anche da BIC Corporate Foundation e Bic Italia: «La webradio è uno strumento potente in grado di aumentare la consapevolezza, l'ascolto e il dialogo con la scuola e gli adulti» - sostiene Alicia Ruiz Huidobro BIC Corporate Foundation Project Manager. «Vogliamo dare la parola ai giovani affinché siano i protagonisti di un importante cambiamento che assicuri loro pari opportunità e diritti e crei un ambiente libero dalla violenza e dagli stereotipi».
In rete
Ma gli spazi della violenza non sono solo quelli fisici: con il passare degli anni anche i luoghi virtuali sono sempre più frequentati da bambine e ragazze che si trovano esposte a rischi diversi (ma non meno gravi) rispetto a quelli del mondo reale. Secondo, Unfpa - United Nations Population Fund, l'Agenzia delle Nazioni Unite per la salute sessuale e riproduttiva, l'80% delle immagini che riguardano casi di abusi sessuali su minori ritraggono ragazzine tra gli 11 e i 13 anni. Il 58% delle giovani donne e adolescenti sono state molestate online subendo diverse forme di violenza (verbale e fisica, ma anche body shaming e minacce di stupro). Sebbene queste forme di violenza inizino solitamente tra i 14 e i 16 anni alcune ragazze hanno denunciato i primi episodi già a partire dagli 8 anni.
In Italia l'Osservatorio indifesa, conferma che 7 ragazzi su 10 non si sentono al sicuro navigando in rete e soprattutto le ragazze sono spaventate dai rischi di subire molestie e abusi. Anche perchè la difesa di chi ha subito reati online, soprattutto se minorenne, è ancora debole e rende spesso difficile proteggere le vittime. I fattori sono vari: l'impossibilità di ottenere da parte del social network una presa in carico ufficiale della segnalazione, l'assenza di un contatto istituzionale cui poter ufficialmente rivolgere la propria istanza ma anche la difficoltà per l'autorità giudiziaria di individuare l'autore di reato, quando si cela dietro a un nickname, nonché l'assenza di un meccanismo istituzionalizzato di rimozione rapida dei contenuti illeciti. Per questo, Terre des Hommes chiede una riforma normativa che possa rendere più efficace la difesa delle giovani vittime di reati informatici.
Ascoltarsi
Ancora una volta, quindi, il tema della comunicazione e dell'ascolto è essenziale per eradicare la violenza di genere, di qualunque natura essa sia. «Se i più giovani hanno timore di non essere creduti nel denunciare atti di violenza significa che il mondo degli adulti sta sbagliando qualcosa nel modo in cui ascolta e interagisce con loro. Un conto è non capire il significato di un meme o di una parola del vocabolario GenZ, un altro è non mettersi nelle condizioni di saper ascoltare una richiesta d’aiuto: non possiamo permettercelo. Ed è per questo che da anni insieme a Terre des Hommes lavoriamo per scoprire e rendere noti gli scenari e i problemi delle nuove generazioni in materia di discriminazioni e violenze, nella speranza che istituzioni, aziende e famiglie possano recepire e mettere in atto azioni concrete», conclude Gaia Marzo, Corporate Communication Director ed Equity partner di OneDay Group.
Con questo obiettivo, Terres des Hommes ha lanciato anche due Spazi indifesa: a Milano, nel quartiere Gallaratese, grazie al contributo di Fondazione Milan, è stato creato uno spazio multifunzionale di cui a oggi hanno beneficiato 262 donne vulnerabili, 479 famiglie e 82 bambini. Persone che qui hanno avuto accesso ad attività educative, consulenze psicologiche e legali, corsi di educazione finanziaria. E un altro spazio è nato anche a Parma, insieme all'associazione di promozione sociale Intesa San Martino: qui una squadra multidisciplinare garantisce supporto a chi è vittima di violenza e stalking o si sente in pericolo. Un modo per ampliare la capacità di ascolto, a servizio del territorio, delle famiglie, delle donne e, soprattutto, dei minori.
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