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Giovanna d’Arco dal ramo della sua battaglia

Lella Costa conduce un’indagine da angolature diverse sulla figura della protagonista verdiana

di Antonio Audino

2' di lettura

Si può tornare a riflettere in diversi modi sulla figura di Giovanna d’Arco, e questo intende fare Lella Costa costruendo il suo spettacolo dedicato alla pulsella d’Orleans, con debutto al festival parmense, nella sezione AroundVerdi in cui temi e suggestioni affrontate nelle opere del compositore vengono rilette in maniera più libera da altri artisti a noi contemporanei. Proprio il musicista di Busseto, insieme al suo librettista Temistocle Solera, nella creazione lirica dedicata alla piccola contadina divenuta soldato, preferiva metterne in luce l’aspetto ardimentoso e guerresco, prendendo le mosse dal profilo romantico tracciato da Schiller in un suo dramma.

Gabriele Scotti

Qui l’attrice e autrice milanese, con la collaborazione al testo dello sceneggiatore Gabriele Scotti, vuole invece condurre un’indagine da angolature diverse. Già il titolo scelto per l’occasione, Giovanna d’Arco, la pulsella, la fanciulla, l’allodola indica tre differenti prospettive, con un rimando esplicito alla commedia L’alouette, scritta da Jean Anhouil nel 1952, nella quale il drammaturgo francese paragonava la sua eroina nazionale all’uccello che canta alle prime luci dell’alba, mettendo in scena il processo subìto dalla ragazza. Non è la prima volta, però, che Lella Costa si avvicina a questo personaggio. L’aveva infatti già inserito nella galleria di novantanove profili femminili creati per un precedente lavoro, Se non posso ballare non è la mia rivoluzione, dove cercava di immaginare lo stupore della bambina nel ricevere da un messaggero divino l’incarico di salvare la Francia e di combattere per il suo re. E, certamente, in Giovanna si può vedere una giovanissima che si sente investita di un compito politico e civile di rilievo, o una visionaria pronta a difendere le sue utopie, senza tralasciare la martire che poi viene santificata.

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Ma c’è sicuramente da aspettarsi che tutto questo, con Lella Costa, diventi un’analisi in controluce delle tante tensioni, e degli infiniti luoghi comuni, che oggi circondano l’immagine della donna.

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