Giovannini: «Non siamo figli del Pil»
Per l’economista «dobbiamo capire che siamo figli dell’antropocene, cioè dell’uomo che genera il cambiamento»
di Nicoletta Cottone
2' di lettura
«Dobbiamo capire che siamo figli dell’antropocene, cioè dell’uomo che genera il cambiamento, e non del Pil». Lo ha sostenuto Enrico Giovannini, portavoce dell'Asvis, al Festival del futuro alla Fiera di Verona, nella sessione dal titolo “La sfida planetaria: clima, ambiente, energia, migrazioni, risorse”. «Abbiamo 60mila morti all’anno in Italia - ha ricordato - e mezzo milione in Europa con attuale mix energetico. La scienza ci dice che questo scenario è estremamente probabile, ma aspettiamo. Perché? Certo la gente è spaventata. Dobbiamo portare l’atteggiamento in positivo per generare il cambiamento».
Le visioni del mondo
«Si può pensare - ha sottolineato ancora Enrico Giovannini - che modello attuale possa funzionare e puntare ancora sul Pil (+1,75% prossimi 5 anni per i Paesi sviluppati). Pensate che il sistema regga? No. Oppure si può avere una visione distopica: alcuni ricchi si stanno costruendo bunker in Nuova Zelanda. O possiamo avere visione retrotopica, come ricorda Baumann: il sogno di poter tornare indietro, cioè “tiriamo su muri, buttiamo a mare la gente”. O accettare una visione utopica, che è l'Agenda 2030 e io sono fiero di essere europeo. Sono fiero che la nuova Commissione abbia abbracciato tutto questo».
Il futuro dipende da come pensiamo il mondo
«Qual è la tassa ottimale per la benzina: in Italia vorrebbe dire il 15% di aumento - ha portato come esempio -, cioè a livelli del 2013 e 2014. Avevamo avuto la rivoluzione? No. Ecco come il futuro dipende da come noi pensiamo il mondo. Oggi la maggiore preoccupazione degli italiani dipende da come noi pensiamo il mondo e dalle disuguaglianze. Ed era già così prima di Greta Thumberg».
Coraggio per portare l’Italia su un sentiero di sviluppo sostenibile
Alla convention del Pd a Bologna Giovannini ha detto che «per portare l’Italia su un sentiero di sviluppo sostenibile serve coraggio, qui e ora». E ha sottolineato che «le politiche per lo sviluppo sostenibile non bastano senza un’etica condivisa della giustizia tra le generazioni».
Giovanni Rana, ricambio generazionale fondamentale
«Siamo arrivati alla terza generazione, mio figlio Gian Luca è amministratore delegato e mio nipote lavora già in azienda. Il ricambio generazionale è un altro aspetto fondamentale per il successo di un’impresa», ha detto Giovanni Rana, il popolare industriale della pasta fresca. Mi piace - ha detto - che ci siano giovani che hanno voglia di apprendere anche fuori dalla scuola che naturalmente resta fondamentale, ma la curiosità ed il coraggio di osare sono qualità altrettanto importanti». E, su richiesta di uno studente, ha dispensato consigli ai giovani. «In questo Festival - ha detto - si parla del futuro, ci
sono relatori autorevoli ed esperti di calibro internazionale. Parliamo di nutrizione, ma anche di ambiente, clima. Temi cruciali per la nostra vita e sono davvero contento che ci siano tanti giovani, che dimostrano interesse e hanno voglia di apprendere, anche fuori dalla scuola o dall'Università».
Per approfondire
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