Giro d’affari a 200 milioni per l’e-commerce del vino in Italia
Secondo i dati di Wine Monitor di Nomisma circa 8 milioni di italiani hanno acquistato sul Web, una quota pari al 27% dei consumatori
di Giorgio dell'Orefice
3' di lettura
La pandemia e il lockdown che hanno costretto a casa milioni di persone in Italia e nel mondo hanno indotto importanti cambiamenti nelle abitudini d'acquisto e di consumo dei prodotti alimentari e del vino in particolare. Tra questi la forte accelerazione del commercio on line, adesso certificata anche dai numeri di Wine Monitor di Nomisma. Nel 2020 infatti in Italia l'e-commerce ha visto nel complesso un aumento dell'8% rispetto al 2019, e solo il settore food e grocery l'incremento è stato del 70% rispetto all'anno precedente.
Una vera e propria esplosione che ha avuto il proprio perno nel wine commerce che, marginale in Italia fino a non molto tempo fa, ha visto in soli due anni il proprio giro d'affari passare da pochi milioni a 150-200 milioni stimati oggi da Nomisma. “Basti pensare – ha commentato il responsabile della ricerca di Wine Monitor, Emanuele di Faustino - che se a livello globale nel 2009 l'online rappresentava appena l'1% delle vendite di vino del canale off-trade, nel 2019 si è arrivati al 7%, quasi 2 miliardi di bottiglie in valori assoluti. E si prevede che nel 2020 questa quota arriverà al 10-12 per cento”.
Cina regno del wine commerce
Se a livello mondiale la crescita dell'e-commerce nel vino ha vissuto un'accelerazione in Italia ha assunto i contorni di un forte recupero sui ritardi accumulati in precedenza. In Italia infatti nel 2019, le vendite online di vino rappresentavano una quota di appena l'1% del totale contro il 4% degli Usa, il 10% del Regno Unito e il 29% della Cina. “In Cina l'e- commerce è particolarmente sviluppato – aggiunge di Faustino – soprattutto a causa della vastità del paese asiatico che non ha consentito una diffusione capillare della grande distribuzione organizzata o di negozi specializzati e da qui la tumultuosa crescita dell'offerta sul web”.
Per quanto riguarda invece l'Italia l'indagine di Wine Monitor ha consentito di dare contorni precisi allo sviluppo dell'e-commerce immaginato da tanti. Nel 2020 infatti circa 8 milioni di italiani hanno acquistato on line bottiglie di vino, una quota pari al 27% dei consumatori italiani contro il 17% dell'anno precedente. Una crescita registrata anche in altri paesi visto che il peso dell'wine commerce è passato dal 26% al 34% nel Regno Unito e dal 32% al 43% negli Usa.In tutti i paesi presi in esame nei mesi del lockdown si è assisisto al boom delle ricerche effettuate in rete del “vino online” o del “wine delivery”. Altro elemento emerso con forza è la forte crescita dei siti specializzati nelle vendite di vino ovvero quelli che sono stati definiti i pure player, come Tannico, Vino.com, Callmewine.
Online si comprano bottiglie di fascia più alta
Accanto ai siti specializzati sono aumentate in modo esponenziale anche le vetrine elettroniche dedicate dai supermercati oltre che le vendite su Amazon. “I pure player – ha aggiunto di Faustino - attualmente intercettano oltre l'80% delle vendite di vino online, mentre la restante quota è da ricondurre ad Amazon e soprattutto ai siti gestiti dalle catene della grande distribuzione. In molti casi le vendite effettuate da questi ultimi hanno riportato tassi di crescita a tre cifre”.La ricerca di Wine Monitor offre infine alcuni importanti elementi qualitativi riguardo agli acquisti di vino online. “In particolare nella Gdo – aggiungono a Wine Monitor – gli acquisti in rete rispetto alle scelte effettuate di persona allo scaffale premiano i prodotti con una fascia di prezzo più elevata. Infatti per i vini fermi e frizzanti il prezzo medio è stato di 4,8 euro al litro sul Web contro i 3 euro medi della spesa fisica”.
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