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Roglic ribalta il Giro: vince la cronoscalata e conquista la rosa

Lo sloveno Primoz Roglic, oro olimpico della cronometro a Tokyo, ha vinto la ventesima tappa del Giro d’Italia, la cronoscalata Tarvisio-Monte Lussari Tudor ITT di 18.6 km e di fatto anche il Giro

di Dario Ceccarelli

Primoz Roglic (Lapresse)

3' di lettura

All'ultimo respiro. Anzi, all'ultimo secondo. Un ribaltone da non credere. È lo sloveno Primoz Roglic il vincitore del 106esimo Giro d'Italia. Nella cronoscalata del Monte Lussari (18 km e 600 metri) Roglic, tra le bandiere dei tifosi sloveni accorsi in massa per sostenerlo, s'impone davanti al gallese Geraint Thomas, 37 anni, strappandogli per 14 secondi la maglia rosa.

Un'impresa straordinaria, quella dello sloveno, tenuto conto che in una delle rampe più impervie della salita si è dovuto fermare per un guasto meccanico che lo ha costretto a cambiare la bici e perdere, nell'incidente, una quindicina di secondi. Uno stop che però non ha modificato l'azione di Roglic, decisissimo a vincere la crono per conquistare il suo primo Giro d'Italia con un tempo di 44'23”. Uno strepitoso exploit che permette a Roglic di cancellare quell'incubo del Tour de France quando, il 19 settembre 2020, a Planche de Belles Filles, lo sloveno nella crono finale si vide sfilare la maglia gialla dal connazionale Pogacar.

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«Sono felice, il Giro è una lotta ma io avevo una speranza dentro il cuore», dice Roglic circondato dall'entusiasmo dei tifosi quasi impazziti per questa successo maturato sul filo dei secondi. «Anche quando mi sono fermato, non mi sono demoralizzato. Sentivo che potevo farcela e non ho mollato fino all'ultimo».

Davvero emozionante, questo finale. Un finale da brivido, arrivato dopo 20 tappe in cui paradossalmente tra i big della classifica non era successo quasi nulla. Pochi attacchi, poche emozioni a parte il ritiro del belga Evenepoel. Invece, alla vigilia dell'arrivo a Roma, è arrivato il colpo di scena che spazza via tutti gli attendismi dei giorni scorsi.

La sconfitta di Thomas è maturata nel tratto più ripido, in quei 7 chilometri e 500 metri con pendenze da fachiri, dove il gallese a poco a poco si è visto assottigliare il suo tesoretto di 26 secondi. Mentre Roglic divorava agilmente la salita, Thomas procedeva con fatica spingendo un rapporto pesantissimo che non l'ha certo aiutato.

«Questa è la vita, questo è il ciclismo», ha commentato Thomas che comunque nella crono ha realizzato il secondo miglior tempo (45'03”) con un ritardo rispetto allo sloveno di 40 secondi. Per Roglic , 33 anni, campione olimpico a cronometro due anni fa a Tokyo, questo è il quarto grande giro in carriera dopo aver conquistato tre volte il Giro di Spagna. La nuova maglia rosa ha corso una crono in crescendo con due secondi di vantaggio al primo intertempo e 16” al secondo rilevamento. Una tappa densa di sorprese.

L'unico a confermare le aspettative è stato il portoghese Joao Almeida, piazzatosi terzo sia nella crono scalata (+42”da Roglic) sia in classifica generale (+1’15”). Un posto sul podio che conferma la costante crescita di Almeida che, nel 2020, aveva già vestito la maglia rosa per 15 tappe. Ottima anche la prova di Damiano Caruso che realizza il quarto miglior tempo con un ritardo di 55 secondi. Una prova che ribadisce il quarto posto in classifica generale di Caruso. Un bel Giro, il suo, primo tra gli italiani.

Questa domenica la corsa rosa si conclude a Roma. Si pedalerà dall'Eur al viale dei Fori Imperiali per 126 chilometri con un circuito finale da ripetere sei volte. Una passerella adatta soprattutto agli sprinter che si sfideranno davanti al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. E la prima volta che un presidente assiste alla conclusione della corsa.



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