Giro del mondo degli atelier dove acquistare antichità e modernariato
Antiquariato e arredo: quali sono gli indirizzi da segnarsi, tra tesori e pezzi rari. Da Stoccolma al Connecticut.
di Clare Coulson, Rosanna Dodds, Lucie Muir, Mark CO'Flaherty, Rima Suqi, Christina Ohly Evans
3' di lettura
JACKSONS, Stoccolma
La stilista Sophie Hulme, amante dello stile midcentury, si rifornisce di arredi da Paul e Carina Jackson. La coppia ha fondato la propria galleria a Stoccolma nel 1981 ponendo l'accento su pezzi scandinavi. Il loro inventario spazia da ceramiche a oggetti in vetro, sistemi di illuminazione e tessuti, ma è per i mobili rari che Jacksons merita sicuramente una visita. La lista dei desideri include un armadio in découpage di Josef Frank, un paravento curvo in pino di Alvar Aalto degli anni Cinquanta e poltrone in quercia e giunco di Hans Wegner.
WYETH, Hamptons
Nei 25 anni dal debutto di Wyeth a TriBeCa, il proprietario John Birch è ormai considerato il “Larry Gagosian delle decorazioni d'interni”, con ammiratori come Tomas Maier e Gwyneth Paltrow. Il suo originale mix di pezzi moderni europei e americani con oggetti tribali e industriali è rimasto invariato fino a oggi, anche se ora l'unica sede è a Sagaponack, negli Hamptons. L'assortimento include divani di Edward Wormley e Dieter Rams o lampade di Lee Rosen e Gino Sarfatti, ma spesso sono i pezzi più insoliti a diventare protagonisti dello spazio: un telescopio degli anni Venti o una scultura a forma di orso in pelle degli anni Sessanta.
ORIGINAL IN BERLIN, Berlino
Fu la grande attrazione per «le vecchie automobili e la musica anni Cinquanta» a spingere Lars Triesch a collezionare arredi Midcentury dieci anni fa. Il piccolo spazio sulla Karl-Marx-Allee si è trasformato in uno showroom di 3mila metri quadri frequentato dal gallerista Johann König e dal musicista Paul Simon. Poltrone di Hans J. Wegner, lampade di Gio Ponti e credenze di Jean Prouvé sono tra gli articoli più preziosi passati tra le mani di Triesch, che vanta una collezione di 2mila pezzi. L'oggetto da cui non avrebbe mai voluto separarsi è una porta intagliata a mano dello scultore americano Harold Balazs. «Di solito non mi affeziono alle cose. Per me la parte divertente è la ricerca dell'oggetto sconosciuto e unico».
MICHAEL TRAPP, Connecticut
«Amo i tessuti europei del XVII secolo, gli oggetti creati dallo scontro di culture e qualsiasi cosa provenga dalla natura», dice Michael Trapp, la cui casa in stile neogreco del 1830, a Cornwall, è piena di giare del Peloponneso, tappeti iraniani e tavoli in teak del Borneo. I muri sono tappezzati di esemplari di farfalle, uccelli imbalsamati, uova di struzzo e conchiglie rare provenienti dai viaggi di Trapp. Durante un anno tipo, gira il mondo, dall'Asia sud-orientale all'Europa, alla costa di Boston, dove perlustra le case dei capitani delle baleniere. «Ho una mente curiosa, sono sempre alla ricerca di qualcosa di bizzarro», dice.
LORFORDS, Gloucestershire
Negli showroom di Toby Lorford nelle Cotswolds, un ex deposito per autobus e due hangar per aerei alla periferia di Tetbury, troverete 5mila pezzi tra arredi antichi e objets d'art, da una slitta alpina del XIX secolo a un tragsoffa svedese del 1770. «Siamo specializzati in ciò di cui mi innamoro», dice Lorford, che ha aperto il suo negozio nel 2003. La sua filosofia, «se lo ami, crea un mix e funzionerà», ha attirato una folla locale: i Beckham, il bassista dei Coldplay Guy Berryman e lo chef Marco Pierre White.
THE FRENCH HOUSE, York
Da 25 anni Stephen Hazell e Kathryn Wakefield trasformano i viaggi nella loro casa in Francia in viaggi di acquisto. «Partecipiamo a vendite organizzate presso abitazioni private, aste e fiere locali», racconta Wakefield. «Gli abitanti del posto ci conoscono come la coppia inglese che compra pezzi di antiquariato». The French House è il posto ideale in cui gli interior designer del Regno Unito possono comprare il tavolo di campagna perfetto, uno specchio da camino di inizio Ottocento, in stile Luigi XV, o un letto imbottito del XIX secolo, in stile Marie Antoinette.
LUCA WORKSHOP, Firenze
Se un regista di Hollywood dovesse creare un set di un antiquario italiano, il risultato sarebbe il negozio di Luca Rafanelli. A sud dell'Arno e del Ponte alla Carraia, è il posto giusto per trovare cimeli italiani, come quadranti di orologi giganti, specchi decorati e vetrinette per parrucche della fine del XVII secolo. «Non mi concentro su un periodo specifico», spiega Rafanelli. «Ciò che conta è la patina originale. I miei pezzi di antiquariato finiscono in ville di campagna e loft di Manhattan».
loading...