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Giro del mondo in quattordici case d’artista

Tra le abitazioni degli artisti fotografate quelle di Miquel Barceló a Parigi, Francesco Clemente a New York, Mimmo Paladino a Milano, Pedro Cabrita Reis a Lisbona e Luigi Serafini a Roma

di Antonio Armano

3' di lettura

Casa come me è un libro nato per caso. Scorrendo pigramente lo sguardo su alcuni volumi, l’occhio dell’autore si è fermato su Penultimas resistencias, raccolta di interviste di Juan Manuel de Prada. Lo scrittore spagnolo ha esordito nel ’94 con Coños (Fiche), un caso editoriale. Dando per scontato che D’Ercole lo possieda, inevitabile chiedersi cosa avrebbe scritto se il suo sguardo fosse caduto su quel volume, dove la descrizione dionisiaca di una violoncellista si spinge fino all’immagine del clitoride-metronomo. Lo sguardo si è però fermato su Penultimas resistencias, dove ogni intervista è corredata da una foto: la solita immagine tristanzuola dello scrittore davanti a una libreria. Di qui l’idea di far emergere un dietro le quinte domestico meno impiegatizio. La cosa presupponeva, per nostra fortuna, una negazione delle premesse. Niente scrittori, dunque.


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Tra gli artisti che hanno subito la violazione di domicilio di D’Ercole, Miquel Barceló a Parigi, Francesco Clemente a New York, Mimmo Paladino a Milano, Pedro Cabrita Reis a Lisbona e Luigi Serafini a Roma. Abbiamo poi il gallerista Rafael Jablonka a Varsavia; oltre che un paio di musicisti: Paolo Fresu a Bologna, oltreché Rava a Chiavari. Come si è capito D’Ercole, madre madrilena e padre pugliese, nato in Spagna, cresciuto a Roma e trasferito a Milano, dove esercita la professione di avvocato per mantenere i propri vizi - come la scrittura, il collezionismo di libri e di opere -, non è affetto dalla tara dell’italico provincialismo.

Disinvolta capacità di sintesi per frammenti

Se ci avesse sommerso di un profluvio di parole, se ci avesse sfiniti con l’ecfrasi, D’Ercole avrebbe negato le premesse del libro, legato all’allegria e al carattere epidermico degli incontri. Al contrario, ha trovato una disinvolta capacità di sintesi per frammenti senza però dare l’impressione di un periodare disseminato di spigoli e tagli. Dopo questo “giro del mondo in quattordici case d’artista”, la mente visuale del lettore si affolla di schegge visive, come la notte di San Lorenzo di stelle cadenti. Francesco Clemente si accende una Nat Sherman. D’Ercole mentre lo osserva per poco per non travolge “uno sgabello di Frank Gehry con oggetti rituali induisti e buddisti sistemato su un tappeto, questo sì inconfondibile, di Boetti”. Il codice di Hammurabi pubblicato dal Vaticano nella casa romana di Serafini. La croce ortodossa costruita da Mimmo Paladino con la A e la T, le iniziali di Andrej Tarkovskij, regista pittorico a cui diversi intervistati dicono di essere legati. Così Pedro Cabrita Reis, incontrato a Lisbona: “Un capolavoro che mi ha sempre illuminato è Andrej Rublev di Tarkovskij. Il film segue il percorso di un pittore di icone commissionate da una chiesa. Una storia che echeggia i miti su Giotto. Rublev viaggia, si ubriaca, fa a botte, fa l’amore con una donna che incontra, si impaurisce, piange in solitudine, mangia. Lo si vede far tutto fuorché dipingere”.

Un teschio di vacca a casa di Miquel Barceló

E infine un teschio di vacca a casa di Miquel Barceló, appartenuto, come altri oggetti totemici che passano da artista ad artista, a François Augiéras, autore di un libro d’esordio ancora più eclatante di Coños: Le veillard et l’enfant, dove racconta del viaggio compiuto in Algeria per raggiungere lo zio Marcel, ex militare che lo ospiterà a dormire sotto la tenda e abuserà di lui. In questo forse lo scrittore ha qualche punto in più rispetto all’artista: nel non avere bisogno di nulla per creare, nel potersi trasformare occasionalmente e semplicemente da monade in nomade come ancora accade. Di lui, però, resterà solo un cranio di vacca, o una foto con la testa tra le nuvole come quella che Scianna ha fatto a Borges ed è appesa nella casa milanese di Paladino.

Casa come me, Carlos D’Ercole, Settecolori, pagg.256, euro 36


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