Giudice fiscale professionale, verso il primo maxi concorso
Il punto. Il Mef lavora al bando in pubblicazionenon oltre la fine dell’estate. L’ipotesi è di ampliare il numero dei posti disponibili da 68 a 200
di Ivan Cimmarusti
4' di lettura
Il ministero dell’Economia lavora al bando per il primo concorso per «giudice professionale tributario», figura introdotta con la legge di riforma 130 del 2022. Chiuso il “dossier Cpgt” – con le polemiche legate alla composizione dell’organo di autogoverno – l’esecutivo ora punta ad accelerare le procedure di selezione del nuovo corpo giudicante, la vera spina dorsale della giurisdizione riformata che a regime dovrà essere composta da 576 togati – 448 per il primo grado e 128 per il secondo – che saranno affiancati dagli attuali giudici “onorari” la cui funzione cesserà col raggiungimento dell’età pensionabile.
La grande novità è che per questa prima selezione i posti messi a concorso potrebbero lievitare rispetto ai 68 previsti dalla norma. L’ipotesi allo studio è di alzarli fino a 200: si vuole dare una spinta decisa, dopo tutti i ritardi accumulati per via di alcuni buchi all’interno della legge varata ai titoli di coda della scorsa legislatura. Anche sulla pubblicazione del bando, allo stato, vige l’incertezza, ma l’obiettivo è di pubblicarlo non oltre la fine della prossima estate.
Chiuso il dossier Cpgt
L’accelerazione sul bando giunge dopo un lungo periodo di dibattito politico sulla composizione del Consiglio di presidenza della giustizia tributaria. Posizioni divergenti che riguardavano la «quota di riserva» di quattro giudici, provenienti dalle giurisdizioni ordinaria, amministrativa, contabile e militare. Con un emendamento al decreto Pnrr, si è deciso di togliere questa “riserva”, anche per evitare di incappare in complicati profili di costituzionalità.
Con la chiusura del “dossier Cpgt” ora si dovrebbe viaggiare spediti verso le prossime elezioni del Consiglio, previste per domenica 28 maggio. Fonti politiche, infatti, tendono a escludere una possibile nuova proroga dell’attuale Consiglio, presieduto da Antonio Leone, anche perché il mandato risulta ormai terminato a febbraio scorso.
Dovrebbe essere, dunque, il nuovo Consiglio di presidenza a gestire le procedure del concorso, così come prevede la legge di riforma. Perché se da una parte c’è il Mef, che dovrà coordinare il bando, dall’altra c’è l’organo di autogoverno che, invece, dovrà materialmente deliberare il concorso e nominare la commissione esaminatrice.
Il bando
Il “concorsone” sarà bandito dal ministero dell’Economia, previa deliberazione conforme dell’organo di autogoverno. Alla prova sono ammessi i laureati che siano in possesso della laurea in giurisprudenza e della laurea in economia (corsi non inferiori a quattro anni). È necessaria la sussistenza di alcuni requisiti: essere cittadini italiani, avere l’esercizio dei diritti civili, essere di condotta incensurabile e non essere stati dichiarati per tre volte non idonei nel concorso per esami alla data di scadenza del termine per la presentazione della domanda.
La prova scritta ha la funzione di verificare le capacità logiche del candidato sulle materie di diritto tributario, diritto civile o commerciale. Inoltre, si dovrà svolgere anche una prova teorico-pratica di diritto processuale tributario.
L’orale, invece, verterà sulle materie di diritto tributario e processuale tributario, civile e processuale civile, penale, costituzionale e amministrativo, commerciale e fallimentare, diritto dell’Unione europea, internazionale pubblico e privato, contabilità aziendale e bilancio, elementi di informatica giuridica. I candidati dovranno svolgere anche un colloquio in una lingua straniera indicata all’atto della domanda di partecipazione al concorso, scelta fra inglese, spagnolo, francese e tedesco.
La nuova giustizia tributaria è dunque pronta a entrare in campo. Ma non possono essere esclusi imprevisti.
LA FASE ORGANIZZATIVA
1 - GIURISDIZIONE - Il giudice professionale
La legge di riforma della giustizia e del processo tributario (130/2022) ha istituito la figura del giudice professionale in sostituzione del giudice onorario che negli ultimi 30 anni ha amministrato la giurisdizione. La norma stabilisce l’organico dei nuovi magistrati tributari: 448 unità presso le corti di giustizia tributaria di primo grado e 128 unità presso le corti di giustizia tributaria di secondo grado. Questi saranno affiancati dagli attuali “onorari”, fino al loro definitivo pensionamento
2 - IL BANDO - Numero di posti
Il concorso è bandito dal Mef, previa deliberazione conforme del Cpgt, che determina il numero dei posti. Con successivi decreti del Mef, da pubblicare nella Gazzetta Ufficiale, sono determinati il luogo e il calendario di svolgimento della prova scritta. In considerazione del numero delle domande, la prova scritta può aver luogo contemporaneamente in Roma e in altre sedi, assicurando il collegamento
a distanza della commissione esaminatrice
con le diverse sedi
3 - IL CONCORSO - Requisiti dei candidati
Al concorso per esami sono ammessi i laureati che siano in possesso del diploma di laurea in giurisprudenza conseguito al termine di un corso universitario di durata non inferiore a quattro anni, o del diploma di laurea magistrale in Scienze dell’economia (classe LM-56) o in Scienze economico-aziendali (classe LM-77) o di titoli degli ordinamenti previgenti a questi equiparati. Il dettaglio dei requisiti è riportato nella legge di riforma (130/2022)
4 - LE SPESE - Il versamento
Le spese per il concorso sono a carico del candidato nella misura forfettaria di 50 euro, da corrispondere al momento della presentazione della domanda. Le modalità di versamento del contributo sono stabilite con decreto, avente natura non regolamentare, del ministro dell’Economia e delle finanze. Il contributo è aggiornato ogni tre anni sulla base della variazione dell’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, rilevata dall’Istat
5 - LA PROVA SCRITTA - Le materie
ll concorso per esami consiste in una prova scritta, effettuata con le procedure previste dall’articolo 8 del regio decreto 1860 del 15 ottobre 1925, e in una prova orale. La prova scritta ha la prevalente funzione di verificare la capacità di inquadramento logico sistematico del candidato e consiste nello svolgimento di due elaborati teorici sull diritto tributario e sul diritto civile o commerciale, nonché in una prova teorico-pratica di diritto processuale tributario
6 - LA PROVA ORALE - Dal tributario al penale
La prova orale verte su complessive dieci materie: diritto tributario e diritto processuale tributario; diritto civile e diritto processuale civile; diritto penale; diritto costituzionale e diritto amministrativo; diritto commerciale e fallimentare; diritto dell’Ue; diritto internazionale pubblico e privato; contabilità aziendale e bilancio; elementi di informatica giuridica; colloquio in una lingua straniera, indicata dal candidato all’atto della domanda di partecipazione
al concorso
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