Consultazione elettorale

Giustizia, eutanasia e cannabis: ecco i tre possibili referendum da votare in primavera

Il 15 febbraio la Corte costituzionale si pronuncerà sull’ammissibilità dei quesiti

Giustizia, cannabis, eutanasia: ecco gli otto quesiti referendari

2' di lettura

Archiviata l’elezione del Capo dello Stato con la conferma di Sergio Mattarella e la conseguente permanenza di Mario Draghi a Palazzo Chigi, la data alla quale le forze politiche guardano ora è il 15 febbraio: quel giorno la Corte costituzionale si pronuncerà sugli otto referendum sui quali la Cassazione ha dato il suo via libera dopo la verifica sulle firme raccolte dai Comitati promotore, vale a dire giustizia (sei quesiti), eutanasia e cannabis. In caso di ammissibilità si potrebbe andare a votare in primavera. Una nuova stagione referendaria favorita anche dall’esordio della “firma digitale” che ha reso più agevole la raccolta delle cinquecentomila sottoscrizioni richieste dalla Costituzione.

I referendum Lega-Radicali (e Renzi) sulla giustizia

I sei referendum sulla giustizia sono stati promossi dai Radicali e dalla Lega e da nove Consigli regionali governati dal centro-destra (Basilicata, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Piemonte, Sardegna, Sicilia, Umbria, Veneto). Tra le sottoscrizioni per i referendum quelle di tutti i ministri e i governatori della Lega ma il Carroccio conta sull’appoggio degli alleati Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni (pur con qualche distinguo su un paio di quesiti). «Sul referendum della giustizia un centrodestradestra moderato deve avere una posizione comune» ha ribadito Salvini. Ad aaderire è stato anche il leader di Italia viva Matteo Renzi. I quesiti riguardano l’elezione dei consiglieri togati del Csm, la responsabilità civile e le valutazioni sulla professionalità dei magistrati, la separazione delle carriere tra giudici e pm, la carcerazione preventiva e la legge Severino.

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Referendum per l’eutanasia “attiva”

Oltre 1,2 milioni (400mila raccolte on line) depositate in Cassazione nell’ottobre 2021 da Marco Cappato dell’Associazione Luca Coscioni e dagli altri volontari del Comitato promotore del referendum che vuole introdurre l’eutanasia legale, cioè l’abrogazione parziale dell’articolo 579 del codice penale (omicidio del consenziente) che punisce con la reclusione da sei a quindici anni chi procura la morte di una persona con il suo consenso. In caso di esito favorevole al referendum, non sarebbe quindi più punibile l’eutanasia attiva se compiuta nelle forme previste dalla legge sul consenso informato e il testamento biologico, e in presenza dei requisiti introdotti dalla sentenza della Consulta sul caso Cappato del 2019 (l’aiuto a morire fornito a Dj Fabo fu giudicato non punibile). Resterebbe, invece, il carcere per chi ha commesso il fatto contro una persona incapace o contro una persona il cui consenso sia stato estorto con violenza, minaccia o contro un minore di diciotto anni.

Cannabis legale

Firme digitali, oltre 600mila, hanno sostenuto anche il quesito sulla cannabis che ne vuole depenalizzare la coltivazione e l’uso personale, promosso dalle Associazioni Luca Coscioni, Meglio Legale, Forum Droghe, Società della Ragione, Antigone e dai partiti +Europa, Possibile e Radicali italiani.

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