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Gli abiti di Corneliani apripista della rinascita con un intervento dello Stato

Raggiunto un accordo con cui il Mise che ha deciso di stanziare 10 milioni di euro del Fondo di gestione per le crisi d’azienda e tutela dei marchi storici istituito con il Decreto rilancio

di Cristina Casadei

L’immagine di una sfilata Corneliani (Ansa)

2' di lettura

La Corneliani di Mantova riavvolge il nastro della sua storia e riparte da un accordo, siglato in prefettura a Mantova, che ha coinvolto molti soggetti tra cui il Mise con le sottosegretarie Alessandra Todde e Alessia Morani, le istituzioni locali, l’azienda, il Commissario giudiziale e i sindacati, Filctem, Femca e Uiltec. La svolta della storia della nota casa di moda, che produce abiti sartoriali per uomo, è arrivata dai 10 milioni di euro stanziati dal Mise attraverso il Fondo di gestione per le crisi d’azienda e di tutela dei marchi storici, istituito con l’articolo 43 del Decreto Rilancio. Come spiegano le sottosegretarie Todde e Morani «la soluzione passa per un intervento del Mise con il Fondo appena istituito per la gestione delle crisi d’impresa. Ci sarà un intervento in equity che permetterà al Commissario giudiziale di poter elaborare i presupposti per il proseguimento delle attività in continuità. L’obiettivo è garantire la ripresa immediata di Corneliani e il rientro in fabbrica di tutte le lavoratrici e i lavoratori». Le risorse consentiranno infatti all’azienda di riavviare la produzione e agli addetti di tornare al lavoro.

«È il primo caso, può diventare davvero un nuovo modello. Lo Stato finalmente fa politica industriale e investe sul valore del Made in Italy. Dopo un mese e mezzo di lotte, ad agosto si tornerà a produrre», dice Sonia Paoloni, segretaria nazionale della Filctem Cgil per la quale «non è una forzatura parlare di nazionalizzazione. Per la prima volta è stato infatti applicato l’articolo 43 del decreto Rilancio che prevede, nello specifico, che lo Stato investa tramite il Mise per marchi storici di interesse nazionale nei casi di aziende con almeno 250 dipendenti in crisi finanziaria, non produttiva». Con le risorse, spiega Gianni Ardemagni, segretario generale Femca Cisl Asse del Po Cremona e Mantova «Corneliani, con il rientro di tutte le maestranze, potrà completare le collezioni autunno inverno. L’azienda ha oltre 500 dipendenti più l’indotto a Mantova e i negozi, per un totale di circa mille addetti. Attualmente l’azienda è in concordato preventivo e in cassa straordinaria».

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A fronte di questa fondamentale garanzia rappresentata dalle risorse del Fondo di garanzia, la società, definendo in tempi brevi una pianificazione dei flussi di produzione, potrà procedere con la richiesta al tribunale dell’autorizzazione ad impegnare la liquidità di cassa e consentire il riavvio della produzione. L’iter di approvazione da parte del tribunale alla ripresa dell’attività lavorativa, avrà la durata di almeno una settimana e, solo dopo questo passaggio, sarà possibile riavviare la produzione aziendale. Nel frattempo, i sindacati confermano la volontà di proseguire con le iniziative di mobilitazione in atto oramai da 40 giorni. Filctem, Femca, Uiltec chiedono comunque alla proprietà di versare nuovo capitale di rischio per garantire sostegno e concretezza di lungo termine al nuovo piano statale.

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