Gli aeroporti generano un fatturato di 57,1 miliardi e 324mila occupati. Ogni euro investito si moltiplica per 3,2
Lo dice uno studio commissionato di Nomisma per Assaeroporti. Nei dati compresi anche le compagnie aeree, i servizi esterni e i negozi
di Gianni Dragoni
I punti chiave
2' di lettura
Gli aeroporti italiani generano complessivamente un valore della produzione di 57,1 miliardi di euro e un valore aggiunto di 22,9 miliardi, che corrisponde all’1,3% del valore aggiunto nazionale, l’indicatore utilizzato per misurare il Pil. Gli occupati complessivi tra diretti, indiretti e indotto, sono 324mila. I dati sull’impatto delle attività aeroportuali del nostro paese su Pil e occupazione sono stati calcolati da Nomisma, in uno studio commissionato da Assaeroporti.
Considerati 41 scali
Lo studio è stato presentato in un convegno al Cnel da Carlo Borgomeo, presidente dell’associazione aeroportuale. Sono stati presi in esame i 41 scali del territorio nazionale, gestiti da 30 società aeroportuali.
Contano anche impatto indiretto e indotto
Le cifre riportate per valore della produzione (in sostanza il fatturato), valore aggiunto e occupati non si riferiscono solo agli aeroporti, ma comprendono anche l’impatto indiretto e l’indotto. Secondo le conclusioni dello studio, c’è un effetto moltiplicatore per gli investimenti nel settore. «Per ogni euro investito si generano complessivamente 3,2 euro», stima Nomisma.
Sono comprese le compagnie e i servizi esterni
Lo studio è stato fatto attraverso questionari con le società di gestione aeroportuale, riferiti al 2022, per rilevare i dati sull’occupazione e di produzione di tutti gli operatori economici presenti nel sedime aeroportuale, cioè società di gestione, compagnie aeree, handling, servizi di navigazione, manutenzione di infrastrutture e aerei, servizi di controllo e sicurezza passeggeri, enti di Stato, gestori di parcheggi auto, società di trasporto passeggeri per l’aeroporto, cibo e bevande, negozi al dettaglio.
Tre voci nei ricavi
«Nel caso del fatturato, l’impatto totale - si legge nello studio - è dato dalla somma dell’impatto diretto, pari a 26,4 miliardi, dell’impatto indiretto, pari a 6,9 miliardi e dell’impatto indotto, pari a 21,4 miliardi, a cui va aggiunto il valore generato dalle importazioni, che nel caso specifico ammonta a 2,3 miliardi».
Il valore aggiunto
Anche per il valore aggiunto il totale di 22,9 miliardi è composto dalle stesse tre voci: impatto diretto, pari a 12,4 miliardi, impatto indiretto, pari a 3,1 miliardi, infine impatto indotto, pari a 7,4 miliardi.
L’occupazione
Anche per l’occupazione secondo Nomisma c’è un effetto moltiplicatore. È pari a 2,9. «Ogni posto di lavoro attivato dalle infrastrutture aeroportuali contribuisce all’occupazione di 2,9 lavoratori», si legge nello studio. L’impatto diretto degli occupati è di 165mila addetti. Oltre a questi c’è un impatto indiretto di 46mila occupati e un impatto indotto di 113mila. Pertanto l’impatto totale è di 324mila occupati. Lo studio calcola che le retribuzioni lorde dei lavoratori dipendenti del settore ammontano a 7,2 miliardi, calcolando anche i contributi sociali l’importo sale a 9,8 miliardi.
Ogni milione di passeggeri in più 552 nuovi posti di lavoro
Secondo lo studio ogni incremento pari a un milione di passeggeri trasportati genera un aumento dell’occupazione di 552 lavoratori, «attivati direttamente dall’aeroporto e dagli operatori economici che operano nell’ambito del sedime aeroportuale».
Il 76% del traffico in cinque aeroporti
Nel 2022 il complesso degli aeroporti nazionali ha avuto 164,64 milioni di passeggeri tra arrivi e partenze, 1,469 milioni di movimenti aerei (atterraggi e decolli), 1,104 tonnellate di merci e posta. Il traffico è concentrato in dieci aeroporti con il 76% di passeggeri trasportati, mentre i primi cinque scali hanno il 52% del traffico.
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