A Lecce nella città dorata tra luoghi iconici e nuovi indirizzi
Gli Agostiniani, Alvaro Siza, le Tagliatelle e le Tagghiate
Il Complesso monastico seicentesco che accoglieva gli Agostiniani Scalzi in Viale Michele De Pietro rappresenta l’altra grande ri-conquista artistica della città che adesso in occasione di eventi culturali schiude le porte del suo chiostro, della chiesa barocca di S.Maria di Ognibene, del giardino di agrumi e della biblioteca di Ognibene. E sempre a proposito di gioielli - l’Abbazia bizantina di Santa Maria di Cerrate coi suoi affreschi dai volti capovolti alle porte di Lupiae merita sempre un viaggio di ritorno - restituiti e resi fruibili per la collettività, l’ultimo in ordine di tempo si chiama Masseria Tagliatelle: in questa bianca architettura agreste sono stati ricavati spazi per incontri sociali, concerti, letture, un caffè. Si tratta di un luogo ameno in cui incontrarsi, che batte nel cuore di quel Parco delle Cave di Marco Vito progettato niente meno che dall’architetto portoghese Alvaro Siza laddove per secoli è stata cavata la pietra da un unico blocco di dolomia risalente all’età miocenica ovvero a 25 milioni di anni fa. Da poco ripulito, il parco si appresta a essere nuovamente aperto in modo da permettere camminate lungo i suoi percorsi sinuosi tra fichi d’India e melograni, oltre i quali è già accessibile Tagghiate Urban Factor, il parco pubblico dove sono in azione laboratori culturali e didattici, un ciclofficina popolare, un bar in un gazebo in vetro e legno assai wild style.