Gli anni ruggenti dell'Art Déco in scena a Forlì
di Andrea Speziali
4' di lettura
Con una grande mostra inaugurata di recente, (aperta fino al 18 Giugno 2017) i Musei civici di San Domenico di Forlì celebrano l' “Art Deco. Gli anni ruggenti in Italia: 440 opere d'arte dal 1925 in poi, con la geniale direzione di Gianfranco Brunelli e un prestigioso comitato presieduto dall'eccellenza di Antonio Paolucci, per raccontare uno stile che si esprime attraverso l'arte e l'artigianato artistico e che ha grandemente influenzato il vivere e la cultura dal cinema, alla musica, al teatro, alla letteratura. Si tratta della prima mostra italiana che si sviluppa prevalentemente intorno a proposte italiane e che ha come obiettivo quello di mostrare il legame, sotto un alto profilo qualitativo, fra le arti decorative, l'architettura, la pittura la scultura.”
Dai grandi eventi teatrali, alle pagine superlative de Il grande Gatsby (1925) di Francis Scott Fitzgerald, di Agata Christie, Oscar Wilde e Gabriele D'Annunzio, ogni ambito che respirasse di cultura, ricchezza, modernità sarà investito dalla dimensione estetica dell'Art Deco. “Le ragioni di questo nuovo sistema espressivo e di gusto si riconoscono in diversi movimenti di avanguardia (le Secessioni mitteleuropee, il Cubismo e il Fauvismo, il Futurismo) cui partecipano diversi artisti quali Picasso, Matisse, Lhote, Schad “Ed è allora che autori come Galileo Ghini, ma anche Zecchin e Andlovitz strizzano l'occhio a Klimt, alla Secessione viennese e i dipinti di Casorati, Severini, Cagnaccio di San Pietro, Martini, Bonazza ci raccontano un mondo affamato di bellezza e novità che negli anni 20 aveva dato origine alla creazione di oggetti e di forme che vanno dai vetri di Venini alle ceramiche di Gio Ponti, le sete di Ratti, Ravasi e Fortuny.
Nel decennio che va dal 1919 al 1929 si assisterà , infatti al trionfo di ceramiche, vetri, bronzi, tessuti gioielli che interpretano l'energia del momento all'alba della nascita del design e, nello stesso tempo, del made in Italy. Un lungo viaggio nell'Art Deco, la denominazione dall'Esposizione universale di Parigi dedicata alle Arts Décoratif, è il binario su cui scorre l'esposizione, il racconto di uno stile che non trascura nemmeno la linea delle automobili, la testimonianza di uno stile di vita eclettico, di mondanità, la ricerca del lusso, il piacere di vivere. “Dieci anni sfrenati, “ruggenti” come si disse, della grande borghesia internazionale, mentre la storia disegnava, tra guerra, rivoluzioni e inflazione, l'orizzonte cupo dei totalitarismi”.
L'Art Deco, dapprima si configura come il normale proseguimento dello stile Liberty fino al declino dello stile floreale per affidarsi ad una idea di modernità legata alla produzione industriale, alle avanguardie storiche con il superamento della linea flessuosa che lascia il posto ad un nuovo linguaggio: alle geometrie, alle forme prismatiche dei grattacieli. La grande stagione Liberty era stata celebrata ai Musei san Domenico con la mostra ‘'Liberty. Uno stile per l'Italia moderna'' e con ‘'L'Art Nouveau nella collezione parenti'', ‘'Romagna Liberty'', ‘'Grafica Liberty. Una nuova regia dell'Art Nouveau''. Nell'ambito dei progetti di Italia Liberty si coltiva l'idea di organizzare una grande festa ispirata allo sfarzo del celebre film ‘'The Great Gatsby'' interpretato da Leonardo Di Caprio. La location può essere compresa tra Riccione e Rimini in una maestosa villa fronte mare.
L'anno 2017 è anche l'anno di due importanti anniversari. Il centocinquantesimo dalla nascita di Vittorio Ducrot, palermitano conosciuto per le arti applicate Liberty e il centenario dalla morte e centocinquantesimo dalla nascita di Giuseppe Sommaruga. A lui verrà dedicata una grande mostra tra Varese e Milano a partire da fine Maggio ''Giuseppe Sommaruga (1867-1917). Un protagonista del Liberty'' ideata da Italia Liberty con la curatela di Vittorio Sgarbi e Andrea Speziali. Tutte le informazioni sul sito www.mostrasommaruga.it corredato da suggestive fotografie di Sergio Ramari.
In parallelo alla mostra forlivese si segnalano anche “Déco. Il gusto di un'epoca ” al MIC di Faenza, pensata dalla direttrice Claudia Casali. Se nella sede forlivese tutte le arti (arredi, ceramiche, vetri, metalli, gioielli, abiti, pittura, scultura, gessi) dialogheranno per fornire uno spaccato quanto più esaustivo di questo eclettico gusto, con rappresentazioni non solo italiane, ma anche europee e statunitensi in un periodo compreso tra l'immediato primo dopoguerra e il 1929, anno della crisi economica mondiale, nella sede faentina il focus sarà dedicato a figure di spicco locali, ma di assoluto spessore internazionale, quali Domenico Rambelli, Francesco Nonni, Pietro Melandri, Riccardo Gatti, Giovanni Guerrini, per citare alcuni dei nomi più noti, analizzati in un periodo di attività un po' più ampio, dal 1920 al 1935. Mentre dal 2 marzo al 18 luglio nelle sale di Palazzo Marcosanti a Sogliano sul Rubicone si può ammirare l'opera grafica di questo stile.
La mostra intitolata ''L'Art Déco nella collezione Parenti. Moda e pubblicità nell'epoca dorata successiva al Liberty'' voluta dal Museo di Arte Povera, presenterà al pubblico un'ampia raccolta di iconografie, documenti cartacei in stile Déco. Frutto della ricerca di Roberto Parenti con una vasta e preziosa raccolta di opere reperite in ogni dove. Trattasi di una folgorante ricerca della bellezza nella grafica d'arte Liberty, Art Nouveau, Art Déco, Futurista e Contemporanea, frutto di una lunga vita da collezionista con la raccolta di opere anche rare e inedite. Oltre 300 proprietà grafiche originali in mostra a Palazzo Marcosanti con la possibilità di toccarle con guanti bianchi per conoscere ancor più a fondo lo stile Déco tra Forlì, Faenza e Sogliano. Oltre 800 capolavori per rivivere gli “anni ruggenti “dell'Art Déco in tre prestigiose location romagnole.
loading...