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Gli arrivi dall’estero alimentano la crescita dell’industria turistica

Nell’estate 2023 superata la quota record di 100 milioni di presenze straniere e si stimano arrivi per altri 30 milioni di persone nell’arco del prossimo decennio

di Enrico Netti

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I punti chiave

2' di lettura

Italia sempre più destinazione turistica. Nell’estate 2023 le presenze dall’estero hanno raggiunti numeri record e nell’arco del prossimo decennio, con l’incremento dei flussi, il Belpaese potrebbe accogliere 30 milioni di arrivi in più. In estate le presenze straniere negli ultimi vent’anni hanno registrato un incremento del 54% mentre quelle nazionali sono calate del 7%. È quanto rileva il report «La ripresa turistica in Italia: quale futuro dopo l’estate?» degli analisti di Cassa Depositi e Prestiti sul settore del turismo italiano, comparto strategico per l’economia del Paese e che risulta essere tra i cinque meno inquinanti dell’Unione Europea.

I fattori di sviluppo

Secondo il report i principali catalizzatori saranno i prossimi grandi eventi come il Giubileo del 2025, le Olimpiadi 2026 di Milano Cortina e in prospettiva l’eventuale Expo 2030 a Roma. Soprattutto il Belpaese ha tutte le carte in regola per intercettare l’attesa crescita del turismo internazionale. Già quest’anno tra giugno e agosto le presenze straniere hanno segnato un nuovo record superando quota 100 milioni mentre da parte loro gli italiani hanno scelto destinazioni meno costose, con una flessione della componente domestica dei movimenti turistici. La chiave di volta sarà nel riuscire ad attirare i nuovi flussi in arrivo dall’Asia, con una classe media alla ricerca di esperienze uniche orientate al lusso. In più il concetto stesso di vacanza si adatta alle nuove richieste legate alla sostenibilità e al digitale, con i tour operator che competono su servizi green e su offerte che, ricorrendo alla tecnologia, potranno essere sempre più personalizzate. Sarà il momento di borghi e delle destinazioni minori per sfuggire agli impatti del riscaldamento globale.

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Da parte sua il comparto in Italia offre un plus quasi unico in Europa. Si tratta della sostenibilità raggiunta grazie al massiccio ricorso alle rinnovabili sul consumo energetico totale degli hotel. Da parte loro gli operatori dovranno puntare a una maggiore industrializzazione anche ricorrendo ai capitali di rischio e a modelli di gestione degli hotel più flessibili per ridurre il rischio frammentazione dell’offerta. Si dovrà anche lavorare per ridurre il divario tra domanda e offerta di personale puntando a programmi di formazione e scuole dedicate all’industria dell’ospitalità. Per finire e ridurre il rischio di overtourism si dovranno valorizzare le località secondarie puntando sulla destagionalizzazione e attività alternative come, per esempio, il turismo montano non legato al periodo sciistico, il cicloturismo, quello termale ed enogastronomico.

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