Gli assi vincenti? Stipendi equi e possibilità di crescita
Si moltiplicano iniziative, progetti e strategie per creare più opportunità per le lavoratrici in numerosi settori
di Cristina Casadei
I punti chiave
- Donne ai piani alti
- Formazione e inclusione
3' di lettura
Nella classifica dei Best workplaces for women (di Great place to work Italia) quest’anno c’è una forte rappresentanza di case farmaceutiche. È interessante notare come nel Pharma più della metà del middle management (il 52%) e ben il 56% dei C-level siano donne. A svettare è proprio una multinazionale di questo settore, la Biogen, specializzata nella cura delle patologie neurologiche e neurodegenerative che ha 9mila addetti in giro per il mondo e un fatturato globale di 10,2 miliardi di dollari, con investimenti medi annui del 19% del fatturato. In Italia è presente con un’affiliata e 130 dipendenti. Come spiega Cecilia Masserini, head of HR in Italia, «le donne assunte in azienda costituiscono il 66% della popolazione aziendale. Nel middle management rappresentano il 67% e a livello c-suite il 42%». Per raggiungere questi livelli di presenza femminile Biogen offre servizi specifici dedicati alle donne e ha una serie di iniziative per garantire equilibrio lavoro e vita privata. E più in generale, dice Masserini, «ci impegniamo a garantire a tutti i nostri dipendenti, indipendentemente dal genere e dall’età, una retribuzione equa».
Donne ai piani alti
Se dalla farmaceutica ci dirottiamo nel mondo dei call center dove storicamente si trova una forte presenza femminile, il caso di Teleperformance (al secondo posto nella classifica), mostra l’assoluta dominanza delle donne nella popolazione aziendale. Secondo l’ultimo dato ufficiale, i dipendenti della società sono per il 72% donne e per il 28% uomini. Quello che è interessante notare è il balzo che c’è stato tra il 2020 e il 2021 ai piani alti della gerarchia. Infatti se nel 2020 tra i dirigenti non c’erano donne, nel 2021 le donne sono il 20% e gli uomini l’80%. Allo stesso modo migliorano anche le quote tra i quadri che sono esattamente 50% e 50%, mentre tra gli impiegati le donne dominano con il 71%. Numerose le iniziative per favorire l’occupazione femminile e soprattutto per dare oppportunità di crescita alle donne, anche sulle soft skills necessarie per la loro leadership.
Scorrendo la classifica ci si imbatte presto in un’altra farmaceutica, la Msd che in Italia ha oltre mille addetti (nel mondo sono 68mila di cui 17.500 ricercatori, mentre il giro d’affari è 12,2 miliardi di dollari). «Da sempre, in Msd, siamo convinti che la presenza femminile in azienda sia una risorsa imprescindibile e di valore - spiega Nicoletta Luppi, presidente e amministratrice delegata di Msd in Italia -. Un’idea, questa, che si colloca in una visione più ampia volta a incentivare una cultura aziendale attenta alla qualità della vita dei dipendenti, dentro e fuori l’ambiente di lavoro. A tal proposito, se consideriamo la “quota rosa” presente nella nostra organizzazione, possiamo dire che la leadership femminile da noi “non fa notizia”. Nel corso degli anni, vi è stato inoltre un incremento importante della presenza femminile che oggi raggiunge il 60% overall (vs 50% del 2018), il 50% dei People Manager, il 49% dei Middle Manager, il 52% dei Director ed infine il 50% dei C-Suite (Executive Director e AD)».
Formazione e inclusione
Francesco Boschian, invece, è chief operating officer di Storeis, una società di consulenza ecommerce e agenzia di digital marketing indipendente molto giovane e che ha conosciuto una crescita molto forte soprattutto durante la pandemia. «Attualmente, in Storeis le donne rappresentano oltre il 50% della popolazione aziendale e sono presenti in modo equilibrato nelle diverse funzioni e livelli di seniority - racconta Boschian -. Garantire opportunità di crescita, formazione e inclusione con una remunerazione equa a prescindere dal genere è la nostra priorità». Nel settore alberghiero dalla catena Hilton, il direttore risorse umane Fausto Ciarcia racconta di un impegno costante «a creare un ambiente di lavoro positivo in cui tutte le donne possano crescere professionalmente parlando, dai direttori generali agli ingegneri e chef. Per sostenere i nostri obiettivi di parità di genere, abbiamo investito in una serie di programmi di apprendimento, sviluppo e formazione alla leadership che mirano a sostenere le donne nelle loro ambizioni di carriera, qualunque esse siano».
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