Egitto

Patrick Zaki, ordinata la scarcerazione. Il processo va avanti. Draghi segue vicenda con «massima attenzione»

Il rilascio avviene in attesa della prossima udienza, in agenda il prossimo 1° febbraio

Scarcerazione Zaki, la fiaccolata al Pantheon di Roma dopo l'arresto dello studente nel 2020

3' di lettura

Uno spiraglio, finalmente, per Patrick Zaki. Il tribunale egiziano di Mansura ha ordinato la sua scarcerazione in attesa della prossima udienza fissata a febbraio. Lo studente egiziano sarà dunque libero «anche se non è stato assolto» dalle accuse: lo hanno riferito alcuni avvocati al termine dell’udienza. Zaki non sarà scarcerato già nella giornata di oggi, 7 dicembre, ma comunque a breve.

Il rilascio avviene in attesa della prossima udienza, fissata per il prossimo 1° febbraio. «Abbiamo appreso che la decisione è la rimessa in libertà ma non abbiamo altri dettagli al momento», ha spiegato la legale Hoda Nasrallah.

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Governo soddisfatto, segue vicenda con massima attenzione

Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, esprime soddisfazione per la scarcerazione di Patrick Zaki, la cui vicenda è stata e sarà seguita con la massima attenzione da parte del Governo italiano. Così una nota di Palazzo Chigi.

«Primo obiettivo raggiunto: Patrick Zaki non è più in carcere. Adesso continuiamo a lavorare silenziosamente, con costanza e impegno. Un doveroso ringraziamento al nostro corpo diplomatico». Lo scrive il ministro degli Esteri Luigi Di Maio su Facebook.

«Bene, bene, grazie»: alzando il pollice, così Patrick Zaki aveva risposto poche ore prima a un diplomatico italiano che gli chiedeva come stesse. Lo studente ha risposto dalla gabbia degli imputati poco prima dell’inizio dell’udienza. Si è appreso che il diplomatico ha potuto parlagli brevemente per rappresentargli la vicinanza delle istituzioni italiane e Patrick ha ringraziato per quello che l’Italia e l’Ambasciata stanno facendo per lui. Il diplomatico italiano si era intrattenuto anche con i genitori di Patrick poco prima.

Patrick, durante i 4 minuti in cui è stato in aula fuori dalla gabbia, era vestito di bianco, colore simbolo degli imputati, portava una mascherina nera calata sul mento, codino, occhiali e si dondolava sui piedi. Accanto a lui, di fronte al banco del giudice, c’erano tre legali e un poliziotto. Non è chiaro dove sia stato portato Patrick durante la pausa dell’udienza, non ripresa ancora.

La vicenda giudiziaria

Patrick Zaki è nato il 19 giugno 1991 a Mansura, in Egitto, da una famiglia della minoranza cristiano copta del Paese. È un attivista per i diritti umani e svolge ricerca per Egyptian Initiative for Personal Rights, una Ong egiziana, dove si occupa soprattutto di questioni di genere. Nel 2020 è in congedo all’Università di Bologna per frequentare il Master Erasmus Mundus in Women's and Gender Studies. L’esperienza si interrompe quando viene sequestrato all’aereoporto del Cairo.

Zaki atterra nella capitale egiziana il 7 febbraio 2020. Scompare nel nulla e riappare il giorno dopo, davanti alla Procura della sua città Mansura, a un centinaio di chilometri dal Cairo, in stato di fermo per cinque accuse che potrebbero costargli 25 anni di detenzione: minaccia alla sicurezza nazionale, incitamento a manifestazione illegale, sovversione, diffusione di notizie false e propaganda per il terrorismo. Da allora è sempre stato in carcere.

Una manifestazione per il rilascio di Patrick Zaki a Bologna il 6 dicembre (Lapresse)

La gioia della famiglia

Urla di gioia da parte della famiglia e degli attivisti hanno accolto l’annuncio della scarcerazione di Patrick Zaki: lo testimonia l’Ansa sul posto al termine dell’udienza di Mansura. All’esterno dell’aula del tribunale c’erano in attesa il padre, la madre, la sorella, gli amici e alcuni attivisti. Zaki non era in aula al momento dell’annuncio.

«La notizia che tanto aspettavamo. Patrick Zaki sarà scarcerato. Speriamo presto di poterlo riabbracciare qui a Bologna». Lo dice Matteo Lepore, sindaco della città.

Amnesty: speriamo sia primo passo per assoluzione

«Un enorme sospiro di sollievo perché finisce il tunnel di 22 mesi di carcere e speriamo che questo sia il primo passo per arrivare poi ad un provvedimento di assoluzione». Così Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, commenta all’Ansa la notizia della scarcerazione. «L’idea che Patrick possa trascorrere dopo 22 mesi una notte in un luogo diverso dalla prigione ci emoziona e ci riempie di gioia. In oltre dieci piazze italiane questa sera scenderemo con uno stato d’animo diverso dal solito e più ottimista».

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