Gli italiani (e le donne) indietro nelle materie Stem e nei lavori tech
Le discipline scientifiche richiedono un approccio laboratoriale: Imcd Italia lancia un progetto didattico con Bdc School
di P.Sol.
3' di lettura
La formazione scientifica degli italiani rimane uno dei punti deboli principali che frenano l'innovazione e la trasformazione tecnologica del nostro Paese. È un problema di competenze che mancano in campi cruciali come quello digitale, ma anche di mentalità e di approccio scientifico ai problemi da risolvere, nonché di inclusività.
Eppure la stragrande maggioranza degli italiani – ben l'87% - ritiene di fondamentale importanza promuovere la diversità e l’inclusione nei campi della scienza, della tecnologia, dell’ingegneria e della matematica, le cosiddette materie Stem.
Per contro, secondo quanto emerso dallo State of Science Index, realizzato da 3M sulla percezione della scienza a livello mondiale, l'81% concorda sull’esistenza di barriere che impediscono agli studenti di accedere a una solida istruzione Stem. In più, se il 42% degli europei ritiene di non potersi permettere un’istruzione di qualità in queste materie, la percentuale sale per gli italiani al 50%.
Risulta peraltro evidente dall'analisi che tra gli italiani propenda la percezione che l’istruzione Stem comporti delle notevoli barriere economiche.
Ma non è solo questo: la diversità di genere è forte, tanto più negli ambiti tecnologici. Secondo un sondaggio Shetech e Idem, il 69% delle donne intervistate che lavora nell'ambito tecnologico pensa che sia più complicato per loro raggiungere i traguardi di lavoro, mentre l'86% crede di essere pagata meno del collega maschio.
Dal punto di vista della carriera l'84% delle donne intervistate pensa che un uomo abbia più probabilità di essere promosso e il 67% di loro crede che in fase di assunzione, tra un uomo e una donna con eguali caratteristiche, venga preferito un uomo.
Percentuali che trovano riscontro non solo in ambito tecnologico: secondo il Global Gender Gap Report 2022 serviranno 132 anni per arrivare alla parità di genere nel mondo. Sui 145 paesi presi in esame dal report internazionale, l'Italia è al 63° posto.
E se si prendono in esame le discipline Stem, la situazione peggiora: le donne, infatti, sono sottorappresentate in particolar modo nei campi dell'ingegneria (6,6% donne contro il 24,6% uomini) e dell'Ict (1,7% le donne contro il 8,2% degli uomini).
Per questo è sempre più necessaria per risolvere questa carenza una formazione improntata all'innovazione, all'empowerment giovanile, alla didattica laboratoriale attiva. Facendo dell'educazione un’occasione per mettere i giovani a contatto diretto con scienza e imprese, in chiave accademica.
A questi principi è ispirato Imcd Stem Lab, progetto educativo voluto da Imcd Italia, divisione del gruppo olandese attivo nella chimica, e Bdc School, che attraverso un programma accademico innovativo sulle materie Stem e un approccio basato su un laboratorio sperimentale ambisce ad avvicinare scienza, didattica attiva e impresa.
Imcd Stem Lab è collocato all'interno di Bdc School e potrà essere utilizzato dagli studenti di diverse fasce d'età (dalla scuola dell'infanzia alla scuola secondaria) e per diversi tipi di attività (esperimenti di chimica, attività di biologia, coding, robotica educativa, ecc).
Inoltre il laboratorio sarà aperto anche ai non iscritti alla scuola: l'obiettivo è infatti quello di creare un punto d'incontro che permetta momenti di alta formazione nelle materie scientifiche per tutti i ragazzi del territorio milanese (e non solo).
Con un occhio di riguardo alle ragazze, visto che il progetto mira anche a promuovere l'accesso femminile ai percorsi di formazione scientifici e ad avvicinare il mondo universitario e della ricerca alle professioni, supportando la parità di genere.
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