Gli italiani risparmiano di più. Ma non vogliono più investire
Le famiglie preferiscono la liquidità, cala l’interesse per i titoli considerati sicuri. Aumenta la diffidenza verso le istituzioni che dovrebbero tutelare i risparmi. Ma cresce l’attenzione per la sostenibilità
di Laura Serafini
2' di lettura
Le famiglie italiane stanno meglio, cresce la loro capacità di risparmiare e tornano ad aumentare i consumi, nonostante sia forte la percezione del rischio di una nuova crisi, tanto che è in forte aumento il pessimismo sull’Italia. Gli italiani preferiscono restare liquidi e non vogliono investire quanto riescono a mettere da parte.
Sapete perchè? Perché in gran parte ritengono che il risparmio non sia ben tutelato da chi è deputato a farlo. Il quadro che è emerge non è troppo confortante se si considera che stiamo parlando del risultato dell’indagine commissionata ad Ipsos dall’Acri, l’associazione delle fondazioni di origine bancaria presieduta da Francesco Profumo, in vista della novantacinquesima giornata del risparmio, celebrata a Roma il 31 ottobre alla presenza del governatore delle Banca d’Italia e del ministro per l’Economia.
Salgono risparmi e consumi
Entrando nel merito dell’indagine, il 59% degli intervistati ritiene la propria situazione personale soddisfacente o vive con una maggiore tranquillità (47%). Migliora la capacità di risparmio, evidenziata dal 42% del campione, mentre cala del 6% (al 16%) rispetto allo scorso anno il numero di famiglie che deve ricorrere a prestiti. Il 79% del campione dichiara di poter fare fronte a spese impreviste di mille euro. Emerge una maggiore rilassatezza nei consumi: aumentano quelli legati alla telefonia (+16%) e ai farmaci (+34%), mentre si riduce la contrazione delle spese per la cura di sé (da -14 a -6%) e per il fuori casa (da -30 a -21%).
L’investimento ideale? Spendere i soldi
Ferma restando la predisposizione degli italiani per la liquidità (63% del campione, con buona pace di chi cerca di ridurre la propensione all’uso del contante). Sale al record storico dell’indagine (35%) la percentuale di coloro che pensano che non esista un investimento ideale; anzi l’ìdeale è non investire proprio oppure spendere i soldi. E questa tendenza viene confermata anche se si indaga sui titoli considerati più sicuri, che vedono calare l’attrazione per loro di 6 punti percentuali, mentre restano stabili il “mattone” (33%) e gli investimenti più rischiosi (7%). Di pari passo con la propensione per la liquidità, aumentano i titolari di conti correnti, che salgono di 4 punti percentuali (16%). Il 60% del campione si dice convinto che il risparmio non sia adeguatamente tutelato. Il rapporto evidenzia comunque che «si affaccia con prepotenza la volontà di investire in attività con impatto positivo sull’ambiente e sulla società» (per il 36% del campione la sostenibilità importante). Per il 59% degli intervistati disuguaglianza sociale e emergenza climatica hanno eguale importanza.
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