Gli italiani scelgono la dieta mediterranea, ma rischio obesità per molti bambini
Stile di vita virtuoso per un italiano su tre secondo un report Nomisma e Unisalute, ma per Coldiretti sempre più minori in sovrappeso
di Emiliano Sgambato
3' di lettura
La dieta mediterranea si conferma la regina della tavola italiana? Secondo la fotografia scattata dall’Osservatorio prevenzione & salute di UniSalute curato da Nomisma, sembrerebbe di sì: tra gli alimenti più presenti – tutti i giorni anche più volte al giorno – spiccano frutta (mangiata più volte al giorno dal 40% degli italiani) e verdura (39%, percentuale di chi consuma verdura più volte al giorno) seguite da pane, pasta, riso e patate (23%). Eppure aumentano anche i comportamenti di vita scorretti e, secondo una stima Coldiretti, un bambino su 4 è sovrappeso o a rischio obesità.
Stile di vita sano per il 32% degli italiani
Un italiano su tre adotta stili di vita virtuosi e, secondo la rilevazione Nomisma, cura la propria alimentazione e si tiene in movimento, dimostrandosi attento anche alla prevenzione, attraverso visite e controlli medici.
Chiamati a scegliere gli ingredienti a cui non rinuncerebbero mai, gli italiani indicano al primo posto l’olio extravergine di oliva, simbolo della dieta mediterranea e grasso “buono” da inserire nell’alimentazione quotidiana (64%). Le verdure di stagione sono invece elemento irrinunciabile per il 53% degli italiani, ma non manca chi non riuscirebbe a vivere senza caffè (18% degli italiani), o senza le spezie (5%).
Ma la cattiva alimentazione è comunque in cima alle preoccupazioni. Al primo posto sovrappeso e obesità, che sono considerati i principali rischi di un’alimentazione sbagliata dal 32% degli italiani. Un italiano su 5 si dice invece preoccupato per la possibile correlazione con l’incidenza di tumori, il 16% per l’innalzamento dei livelli di colesterolo e il 15% per gli effetti negativi su circolazione e malattie cardiovascolari. Tutti segnali che ben fanno comprendere come vi sia forte consapevolezza del nesso abitudini alimentari e salute.
Ben il 21% degli italiani che hanno abitudini unhealthy preferisce fare meno visite mediche possibili. Chi ha uno stile di vita meno salutare, infatti, è poco incline ad effettuare controlli medici: nell’ultimo anno solo il 31% è andato dal medico di base almeno 2 volte l’anno, a fronte di un 71% di chi ha un healthy lifestyle.
Troppi bambini sovrappeso
I buoni propositi non sempre vengono rispettati e particolare attenzione va dedicata alla crescita delle nuove generazioni.
Il numero di bambini e adolescenti obesi nel mondo – secondo un rapporto realizzato da Unicef, Oms e la rivista Lancet – è passato
dagli 11 milioni del 1975 ai 124 milioni del 2016, un aumento di
11 volte in circa 40 anni. Colpa «del marketing aggressivo che
spinge sin da piccoli verso fast food, bevande zuccherate, alcol
e tabacco».
Commentando il Rapporto Unicef, la Coldiretti stima in Italia circa 2 milioni e 130 mila bambini e adolescenti obesi o in eccesso di peso,
pari al 25,2% della popolazione tra i 3 ed i 17 anni.
A pesare, secondo l'Associazione, sono proprio «le abitudini a tavola all’interno dei nuclei familiari, con il preoccupante abbandono in Italia dei principi della dieta mediterranea. Nel 2019 gli italiani nel carrello della spesa hanno tagliato gli acquisti di frutta e verdura che scendono nel 2019 a circa a 8,5 miliardi di chili, in diminuzione del 3% rispetto all’anno precedente, con effetti sulla salute e sulla qualità della vita».
Scelte sostenibili
Una recente ricerca di Bimby e Mintel, infine, sottolinea come la «qualità del cibo viene messa al primo posto: in particolare il 35% degli italiani dimostra interesse verso ingredienti più sostenibili, in ottica di rispetto dell’ambiente, della forza lavoro e della salute».
Gli intervistati dichiarano «di essere disposti ad accettare anche un prezzo più elevato per ingredienti che garantiscano questi valori». Si evince anche la tendenza «a combattere lo spreco alimentare a cui tutti i consumatori possono contribuire con piccoli gesti quotidiani: ottimizzare l’utilizzo di energia, ridurre l'impatto del packaging cucinando piatti in casa piuttosto che acquistarli pronti, assicurarsi della provenienza degli ingredienti, sceglierli stagionali e in generale diversificarne l’utilizzo per evitare che vengano prodotti intensivamente».
loading...