RIASSETTI

Gli Npl ad Atlante, le Good banks a Ubi. Nicastro: «Evitata la svendita ai fondi»

di Marco Ferrando

Roberto Nicastro (Agf)

2' di lettura

«All’inizio, per le Good banks, in campo c’erano solo i fondi di private equity», pronti a mettere sul tavolo qualche decina di milioni di euro per rilevare le banche ma solo a patto di maxigaranzie su patrimonio, qualità del credito e contenzioso che avrebbero esposto il Fondo di risoluzione, e quindi le banche “sane”, a ulteriori versamenti per i prossimi 10-20 anni.

È uno dei passaggi che Roberto Nicastro, presidente delle Good banks, ricostruisce con Il Sole 24 Ore dell’iter durato 18 mesi per la cessione di Banca Marche, Popolare Etruria e CariChieti, che si è chiuso ieri con il trasferimento a Ubi; rimane solo CariFerrara, che nelle settimane prossime finirà a Bper. Entrambe le ex popolari pagheranno solo un euro per rilevare miliardi di attivi e centinaia di filiali. Un prezzaccio? Può essere, ma «è stata l’offerta migliore», dice ora Nicastro. Rievocando la situazione che si era presentata tra maggio e giugno, quando all’advisor Société Générale arrivarono solo offerte di private equity. «A differenza di una banca hanno meno sinergie e economie di scala », fa presente Nicastro. Di qui offerte solo in apparenza migliori ma con maggiori richieste di garanzie e infatti nel round di verifica richiesto a Natale da DGComp nessuno ha fatto offerte migliorative.

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Ecco perché, in autunno, era stato salutato con sollievo il reingresso di alcune banche tra i potenziali compratori. «Gli operatori del settore possono puntare alle sinergie e conoscono il mercato», dice Nicastro: «Quindi, in linea generale, possono essere considerati compratori meglio disposti». Un tema, questo, su cui il precedente delle Good banks farà giurisprudenza sulle altre cessioni presenti e future di istituti in crisi. Che, però, mette in guardia Nicastro, andranno affrontate prima che si raggiungano i livelli da allarme rosso toccati per le Good banks, con Etruria che ad esempio - complice il bombardamento mediatico - «aveva a un certo punto liquidità sufficiete per poche settimane». Meglio agire prima, dunque, e in fretta: «Operazioni come queste non sono certo passeggiate dal punto di vista regolamentare», osserva ancora l'ex dg di UniCredit. E hanno richiesto estrema attenzione e presidio della Unita' di Risoluzione della Banca d'Italia in tutto il percorso di banche ponte, anche nel complicato dialogo con le Autorità Europee».

Nicastro era ancora nel gruppo di Piazza Gae Aulenti quando ci sarebbero state le presunte pressioni della ministra Boschi sui vertici per rielvare proprio Etruria: «Io non ne ho avuto contezza. Peraltro mi sento invece di dire che le strumentalizzazioni politiche di questi mesi non hanno aiutato il nostro lavoro. Troppa litigiosità nel dibattito politico e mediatico. Poca attenzione a risolvere concretamente i problemi veri: governance, tutela dei diritti di credito, garanzie che non garantiscono, efficacia delle azioni di responsabilità».

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