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Gli oneri per le compagnie tlc minano il bonus per internet

Gli operatori telefonici non ci stanno con le offerte per il voucher da 500 euro su pc e internet banda ultralarga. E tramite Asstel lanciano l'allarme a Sviluppo economico e Infratel

di Andrea Biondi e Alessandro Longo

(len44ik - stock.adobe.com)

4' di lettura

Gli operatori telefonici non ci stanno, a queste condizioni, a partire con le offerte per il voucher da 500 euro su pc e internet banda ultra larga. E lo scrivono, lanciando l'allarme, al ministero dello Sviluppo economico e a Infratel tramite la propria associazione Asstel.
Questi sconti, previsti con decreto attuativo del ministero Sviluppo economico uscito in Gazzetta ufficiale il primo ottobre, diventeranno disponibili durante il mese di novembre, stando a quanto deciso nell’ultima seduta del Comitato Banda ultra larga (Cobul) presieduto dalla ministra dell’Innovazione Paola Pisano.

L’allarme delle telco

Ma l’avvio si annuncia travagliato. E chissà che tutto questo non possa alla fine generare un rinvio. I principali operatori, tramite Asstel, scrivono infatti di «grandi difficoltà» a partire e propongono soluzioni che necessiterebbero modifiche nelle regole e ulteriori tempi di attuazione, anche coinvolgendo Agcom (Autorità garante delle comunicazioni).

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Timori non solo dagli operatori di Tlc

I big delle telco sono in buona compagnia. Altri soggetti del mercato e la stessa Antitrust parlano ora, commentando il decreto, di gravi rischi di distorsioni.Per ottenere il bonus bisogna passare da un operatore telefonico, comprandone un’offerta in banda ultralarga e un dispositivo, computer o tablet. Lo sconto – in questa fase – è di 500 euro e vale su prodotto e canone della connessione; ma solo per nuclei familiari con meno di 20mila euro di Isee. Un altro requisito è che bisogna essere privi di una connessione in banda ultralarga. L'operatore eroga lo sconto e poi ottiene il rimborso corrispondente dallo Stato.

Nuovi bonus in arrivo

In futuro (entro fine anno, negli annunci di Governo) ci sarà anche un bonus 200 euro su connessioni internet per chi ha Isee tra 20mila e 50 mila euro e anche sconti anche per le aziende.

L’accusa delle compagnie: troppi oneri

Asstel nella sua missiva lamenta tre problemi. Primo: il fatto che sia «posto a carico dell'operatore tutto il processo di verifica della presenza dei requisiti soggettivi del cliente che chiede di aderire» al contrario di quanto fatto con il “buono vacanze”, ad esempio «in cui tali requisiti erano valutati in modo automatico attraverso il collegamento tra piattaforme informatiche pubbliche». L'associazione parla così di «rischi intollerabili, attesa la pesante manualità del processo ed il rischio di frodi di cui le imprese sarebbero vittime». L'utente deve autocertificare all'operatore di avere i requisiti ma se poi Infratel – nei controlli a campione – scopre che ciò non era vero, l'operatore perde il rimborso statale ed è lasciato da solo a sbrogliare la controversia con l'utente.

Il vincolo della migliore tecnologia disponibile

Secondo problema: il voucher vale sull’acquisto della migliore tecnologia disponibile all'indirizzo civico dell'utente (e ad almeno 30 Megabit). Per controllare quale sia la «migliore tecnologia» si prevede di usare la piattaforma Broadband Map di Agcom, che però secondo Asstel non è ancora finalizzata a questo scopo. A quanto risulta, Agcom ci sta lavorando in queste ore. Tra i problemi derivanti, gli operatori con tecnologie fixed wireless access (Fwa) rischiano di non essere compresi nell'incentivo, perché la piattaforma non riesce ancora a certificarne la velocità. È anche un problema grave di equità sociale, nota Asstel: tutti gli utenti che, in zone periferiche del Paese, sono coperti solo da reti Fwa non potrebbero avere i voucher. Per Asstel è ora inadatto anche lo strumento Misura Internet di Agcom, che serve a verificare la velocità.

La banda minima garantita

Terzo problema: Infratel impone anche, per avere lo sconto, che la connessione abbia una «banda minima garantita» molto alta (15 Mbps in download, 7,5 Mbps in upload). Gli operatori sostengono che sia «impraticabile». Di fatto è un valore assente nelle attuali offerte consumer. Le proposte Asstel: che sia il soggetto pubblico a verificare i requisiti; aspettare che siano adeguate le piattaforme Agcom richieste; eliminare il riferimento alla banda garantita.

Dall’Antitrust ai consumatori

Intanto si concentrano sui rischi di distorsioni di mercato altre critiche arrivate nei giorni scorsi alla misura. Antitrust (per voce di Giuseppe Galasso, responsabile Direzione Comunicazioni, in un convegno organizzato dalla Free Modem Alliance nei giorni scorsi) ritiene che le attuali regole alterano gli equilibri competitivi ai danni dei piccoli operatori (incapaci di erogare un voucher sui prodotti) e dei negozi di elettrodomestici (la cui associazione Aires ha infatti appena fatto ricorso contro il decreto). Antitrust, come Altroconsumo e altre associazioni dei consumatori, ritengono che sarebbe preferibile assegnare i voucher nelle mani degli utenti finali.

La paura di possibili squilibri competitivi

Quanto alle perplessità da parte dei grandi operatori, alcuni sono anche preoccupati da problemi “competitivi”. Chi li paventa punta l’indice contro la previsione di bonus solo per device di una fascia medio-alta. Dover stringere al massimo per non ribaltare i costi sui clienti fa temere alcuni operatori alternativi (Olo) che chi ha infrastruttura propria e quindi niente costi di attivazione delle linee (leggi Tim) potrebbe essere più avvantaggiato.

La palla al Governo

Adesso, con tutte queste voci contro, la decisione sta al Governo se rimettere mano alle regole. La conseguenza sarebbe così fare slittare l'arrivo dei voucher, attesi già da cinque anni (i fondi relativi sono stati stanziati nel 2015). Il loro ruolo – a sostegno delle famiglie svantaggiate e della digitalizzazione del Paese – è pure riconosciuto nella lettera di Asstel. Ma così come sono stati pensati – è l'accusa – rischiano di fare più male che bene.

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