il lessico irrituale

Gli scivoloni in Parlamento: dal cappio alla mortadella, quando i toni non sono «miti»

L’esecutivo sarà «paziente anche nel linguaggio», ha detto in aula il premier Conte chiedendo la fiducia alla Camera. I parlamentari lo sono un po’ meno

di Nicoletta Cottone

Le 10 parole chiave di Giuseppe Conte

4' di lettura

Il Conte bis? Sarà un governo dai toni «miti». La forza non si misurerà «con l’arroganza delle parole». L’esecutivo sarà «paziente anche nel linguaggio». Le parole in aula alla Camera del premier Giuseppe Conte, nel corso delle comunicazioni per la fiducia al nuovo Esecutivo, mirano a ottenere comportamenti più sobri in aula. Un savoir-faire che a Montecitorio è mancato spesso.

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Anche ieri. La bagarre si è scatenata in aula con Lega e Fdi che hanno ripetutamente interrotto il discorso di Conte con cori da stadio al grido di «elezioni», «dignità» e «venduto». Un frastuono che, nel corso delle ultime legislature, non è mai mancato. Soprattutto su provvedimenti divisivi. In aula sono andate in scena boutade, sceneggiate e scivoloni, con alcune manifestazioni estreme che sono entrate negli annali delle aule parlamentari.

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Il cappio leghista in aula
16 marzo 1993. Una giornata rimasta nella storia perchè proprio quel giorno fu rapito Aldo Moro. E in aula a Montecitorio venne sventolato un cappio. L’autore iscritto come primo cittadino nella valanga di boutade parlamentari è Luca Leoni Orsenigo, deputato della Lega Nord, che con quel gesto estremo chiede pulizia nella classe politica corrotta. La scena del cappio è entrata anche in una fiction di Sky, “1993”, nella scena in cui il deputato leghista Pietro Bosco, dai banchi della Camera, prende al collega Orsenigo il cappio e lo agita. «Un falso storico - commentò Luca Leoni Orsenigo rivendicando la paternità unica del gesto - fa solo parte della finzione cinematografica. Il cappio era mio, l'ho agitato io e non lo ha mai toccato nessun altro leghista».

Pugni in aula, Voccoli colpito da un diretto
21 settembre 1994. É di scena il decreto “salva-Rai”. Il relatore Mauro Paissan viene assalito da un gruppo di deputati di An che supera e travolge il muro di commessi. Vanno in onda scene da ring. Francesco Voccoli, Prc, viene colpito da un pugno mentre faceva scudo a Paissan.

La mortadella di Gramazio
Era il 24 gennaio 2008, giorno della caduta del governo Prodi. L’allora senatore di An, Domenico Gramazio, mise in scena una gag anti-Prodi in aula al Senato, conquistando spazi in tutti i Tg. Le telecamere lo immortalarono mentre, in compagnia del collega Nino Strano, mangiava con le mani mortadella e stappava una bottiglia di italico spumante. Subito richiamato dall’allora presidente Franco Marini: «Colleghi, non siamo in un’osteria».

Rissa con malore per Barbato
7 luglio 2010. É rissa in aula alla Camera con insulti e spintoni. Protagonisti sono Franco Barbato (Idv) e alcuni deputati del Pdl. Il dipietrista viene colpito da un pugno al volto e sviene. Il referto del Gemelli che concede a Barbato quindici giorni di prognosi, segnala un «trauma contusivo della regione zigomatica e all’occhio destro» e parla di «cefalea post-traumatica». L’ autore del «cazzotto» a Barbato, cioè Claudio Nola ha la sopensione più lunga. Dieci giorni per Giovanni Dima, otto giorni a Fabio Rampelli, due allo stesso Barbato «per le espressioni ingiuriose pronunciate anche al di fuori dell'intervento e durante la sospensione della seduta».

Rocco Siffredi e il conte Mascetti candidati al Quirinale
Il 18 aprile 2013, in aula alla Camera si vota per eleggere il nuovo presidnete della Repubblica. Sulle schede compaiono, accolti da ovazioni, nomi improbabili. C’è il conte Raffaello Mascetti, interpretato dall’indimenticabile Ugo Tognazzi in “Amici miei”. Su Twitter compare immediatamente: «Santo subito chi ha votato il conte Mascetti per il Quirinale». E «Olè, viva la supercazzola al Quirinale». Pochi minuti ed è trending topic sul social. Poi compare Veronica Lario, l’ex moglie di Silvio Berlusconi: «Altro che franco tiratore, chi ha votato per la Lario è un tiratore scelto», commentano sui social. L’aula si infiamma per il voto all’attore hard Rocco Siffredi, che non ha l’età per essere eletto. I commenti sono molto irriverenti. Gli sportivi invece votano il mitico Giovanni Trapattoni.

Il gestaccio di Gasparri
Il 23 aprile 2013 in scena c’è Maurizio Gasparri, all’epoca delPdl. Subito dopo la rielezione di Giorgio Napolitano come capo dello Stato, esibisce il medio alla folla che acclama Rodotà. «Riproporrei anche ora il gestaccio», ha detto tempo dopo.

Ius soli: la Fedeli finisce in infermeria e Centinaio zoppica
É il 15 giugno 2017. Alta tensione sul contestatissimo Ius soli. E l’auala diventa un ring. Valeria Fedeli finisce in infermeria perché spintonata durante l'irruzione dei senatori leghisti sui banchi del governo. Gian Marco Centinaio, capogruppo leghista nega che la Fedeli sia stata anche involontariamente colpita (e mostra il video-verità). E si presenta a Tagatà, su La7, zoppicando vistosamente e con due dita della mano sinistra fasciate.

Lapsus di D'Uva sul mojito
Non sono mancati i lapsus. Volontari o meno. É il 9 settembre 2019, con Conte che chiede la fiducia - concessa - per il governo giallorosso. Lapsus in aula alla Camera del capogruppo M5S Francesco D’Uva, rivolto ai leghisti: «non si sa per quale mojito...per quale motivo lo avete fatto», sottintendendo lo staccare la spina al governo Conte. Scatta l’ovazione tra i componenti della nuova maggioranza.

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