Gli scooter della sharing mobility sbloccano gli eco-incentivi
Lo stallo è durato mesi. Ora però il mercato delle due ruote comincia a intravedere i primissimi effetti degli incentivi ai modelli elettrici ed ibridi, introdotti con l’ultima legge di bilancio. E la prima spinta arriva dalle commesse della sharing mobility
di Carmine Fotina
4' di lettura
Lo stallo è durato mesi. Ora però il mercato delle due ruote comincia a intravedere dei primissimi effetti degli incentivi ai modelli elettrici ed ibridi, introdotti con l’ultima legge di bilancio.
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Le commesse della sharing mobility
E la prima spinta arriva dalle commesse della sharing mobility, il business in crescita - soprattutto nelle grandi città - degli scooter elettrici a noleggio. A fine giugno, dai dati della terza conferenza nazionale organizzata dall'Osservatorio nazionale sulla sharing mobility, è emerso l’incremento costante dello scooter sharing (+285% i noleggi in un anno e 2.240 i mezzi complessivamente a disposizione).
Pochi modelli disponibili
Anche l’associazione dei produttori, Confindustria Ancma, in un report condiviso con il ministero dello Sviluppo sull’andamento degli incentivi, segnala che la sharing mobility sta incidendo in modo rilevante su un mercato - quello dell’elettrico - ancora piccolo, limitato dall’estrema esiguità di modelli disponibili. Di conseguenza, fanno notare i produttori, emerge in modo evidente il diverso passo del mercato dei ciclomotori - in cui rientrano gli scooter noleggiati in condivisione - rispetto a quello delle moto.
Mesi di impasse
Sono i ciclomotori a fornire i primi segnali di vivacità dopo mesi di impasse pressoché totale sugli incentivi, dovuta in parte a problemi della piattaforma internet del Mise ma soprattutto per un problema normativo relativo ai veicoli rottamabili. Attualmente il contatore del portale internet del ministero dello Sviluppo che segnala l’andamento delle risorse, per dare la misura di quanto ancora possa essere prenotato dai concessionari, segnala per la categoria L (quella delle due ruote) risorse disponibili pari a 9.490.175 euro sui 10 milioni di euro stanziati con la legge di bilancio per il 2019. Insomma sono già stati utilizzati solo poco più di 500mila euro, una percentuale minima.
Inizaili difficoltà applicative
Ma secondo l’analisi di Confindustria Ancma condivisa con il ministero dopo le difficoltà applicative della prima fase ora gli incentivi sono destinati a dare risultati positivi. E alcune stime sull’andamento del mercato lo farebbero capire.Il contributo statale è pari al 30% del prezzo d'acquisto del veicolo fino a un massimo di 3.000 euro. Condizione imprescindibile per l’ottenimento dell’incentivo è la rottamazione di un veicolo delle stesse categorie omologato alle classi Euro 0, 1, 2 o 3.
Agevolazione operativa dal 6 aprile
L’agevolazione è diventata efficace il 6 aprile 2019. Ad ogni modo il funzionamento, rileva Ancma, è stato in parte ostacolato dalle problematiche legate alla rottamazione dei ciclomotori immessi in circolazione prima del 14 luglio 2006, criticità sanata con le modifiche apportate a fine giugno dal decreto crescita. In pratica, prima della modifica erano esclusi dalla rottamazione i vecchi ciclomotori ancora muniti di targhino a 5 caratteri e certificato di idoneità tecnica, cioè, in sostanza, tutti quelli immessi in circolazione prima del 14 luglio 2006 (quando si è passati dalla vecchi documentazione a quella aggiornata dalle disposizione). Quasi 1 milione di veicoli secondo le stime dell’industria.
Il decreto ha ampliato la platea dei mezzi incentivabili
La modifica del decreto crescita ha superato la criticità. Lo stesso Dl ha ampliato la platea dei mezzi incentivabili. Gli ecobonus riguardano ora tutte le categorie a due e tre ruote, anche su quelle superiori agli 11 kW di potenza. Si è aperto alla rottamazione anche dei veicolo di categoria Euro 3 (mentre prima erano ammessi solo gli Euro 0, 1 e 2).
L’Ancma fa notare segnali positivi sul mercato, anche prima della modifica normativa del Dl crescita. Da gennaio a luglio sono stati venduti 906 (più dell’80% sono all'interno del limite degli 11kw tolto a fine giugno) motocicli e scooter elettrici contro i 453 del 2018, esattamente raddoppiati i volumi. Nello stesso periodo sono stati registrati 1.895 ciclomotori rispetto ai 1.142 dell'anno scorso, +66%
Dati a confronto
Per verificare se l’incremento nella prima parte del 2019 dipenda dalla misura dell’ecobonus o sia ascrivibile a un trend di crescita già in atto, Ancma ha confrontato le variazioni 2019/2018 con quelle 2018/2017 (in questo caso sui primi sei mesi). Mentre i motocicli erano in crescita anche nel biennio 2017/2018 con un + 98% (+ 93% nel 2018/2019), nel caso dei ciclomotori l’impatto degli incentivi appare più evidente dal momento che, a fronte di una crescita del 160% nel biennio 2018/2019, nel primo semestre del biennio 2017/2018 il mercato era salito solo del 2%.
In particolare, nel secondo trimestre 2019 il mercato dei ciclomotori è aumentato dell’87% rispetto al trimestre precedente, mentre per le moto l’incremento è stato del 74%. L’analisi è stata estesa anche a un confronto rispetto al 2018. L’anno scorso l’analogo trimestre, quindi il secondo, aveva fatto registrare per i ciclomotori un calo congiunturale del 7,7%.
Hanno frenato le difficoltà legate alla rottamazione
La sintesi, secondo i costruttori, è che gli incentivi stanno iniziando - dopo le evidenti difficoltà iniziali - a dare segnali positivi. In buona parte, per merito della sharing mobility. Ad ogni modo, si osserva, «una effettiva valutazione non può prescindere dalla considerazione che le difficoltà legate alla rottamazione dei vecchi ciclomotori hanno ostacolato il funzionamento della misura nei mesi più importanti di un mercato fortemente stagionale, com’è quello delle due ruote: il trimestre aprile – giugno, infatti, rappresenta da solo quasi il 40% del mercato annuo».
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