Gli studenti ucraini in Italia faranno la maturità con le loro regole
Approvato emendamento che consente al ministro dell'Istruzione di avere un potere di ordinanza sulla materia e il ministero si sta raccordando con le istituzioni ucraine
di Redazione Scuola
2' di lettura
I ragazzi ucraini che devono conseguire la maturità la faranno in Italia ma sulla base dei programmi di studio ucraini, «con il loro rito». È infatti stato approvato un emendamento che consente al ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi di avere un potere di ordinanza sulla materia e il ministero si sta raccordando con le istituzioni ucraine per gli esami di Stato dei ragazzi arrivati in queste settimane in Italia. A dirlo è stato lo stesso ministro Patrizio Bianchi intervenuto il 19 maggio alla cerimonia di apertura della 34esima edizione del Salone del libro di Torino.
«Rito ucraino»
«Il ministro ucraino - ha spiegato Bianchi - ci ha chiesto di mettere a disposizione le nostre strutture per la continuità didattica con loro e per poter far fare gli esami secondo il rito ucraino, ed è quello che stiamo facendo». Dunque il Dipartimento di viale Trastevere sta lavorando in questi giorni con il ministro e la viceministra dell'Ucraina all'Istruzione per far conseguire a questi ragazzi gli esami di Stato sulla base dei programmi vigenti nel loro Paese.
Poche decine
Dei circa 25 mila minori arrivati finora in Italia, il 90% hanno tra i 3 e i 14 anni, solo poche decine sono i giovani che devono conseguire gli esami di Stato. Mentre i più piccoli sono stati inseriti nelle scuole, tra i grandi molti vanno a scuola la mattina e si collegano in dad alle lezioni offerte dal loro paese nel pomeriggio. Fin da subito il governo ucraino ha deciso infatti di mantenere il più possibile attiva la scuola nonostante l'intensificarsi della guerra. Tra le misure intraprese dall'Ucraina c'è stata la riattivazione della didattica a distanza (Dad), che già durante la pandemia aveva dato buoni risultati. L'Ucraina è infatti un Paese digitalizzato quanto l'Italia, ma con una popolazione mediamente più giovane. Tra i motivi che spingono metà dei minori ucraini giunti in Italia a continuare la propria scuola, ci sono l'aspetto linguistico, la volontà di mantenere un contatto col paese d'origine e la convinzione di poter tornare in tempi brevi a casa. «L'idea è riaccompagnarli a casa, stiamo portando avanti una pedagogia del ritorno», ha detto anche il ministro Bianchi, che ha assicurato inoltre di avere «un dialogo continuo con il loro governo: non abbiamo dei “disperati”, ovvero gente senza speranza ma persone che hanno una volontà chiara tornare nel proprio Paese. L'idea è quindi di gestire questa fase che sarà per loro anche una esperienza di vita».
Tempi stretti
Per la presidente dei presidi del Lazio (Anp) e dirigente scolastica del liceo Newton di Roma, Cristina Costarelli, l'iniziativa di far fare la maturità ai ragazzi ucraini «è da considerare positivamente; certo i tempi sono stretti, e le decisioni devono essere molto veloci. Serve anche un supporto all'alfabetizzazione e all'orientamento, per dare a questi giovani gli strumenti per una decisione che riguardi il prossimo anno. Ben vengano quindi gli accordi per favorire la maturità, in tempi che, ripeto, devono essere molto ristretti, ma poi bisogna puntare all'orientamento oltre l'esame di Stato, per capire come come questi ragazzi dovranno muoversi domani».
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