Gli studios cinematografici di James Bond e Harry Potter sono titoli spazzatura
I Pinewood Studios di Londra, schiacciati dai debiti, finiscono nel mirino delle agenzie di rating: per S&P il debito è «junk bond» e non esclude una possibile bocciatura
di Simone Filippetti
I punti chiave
2' di lettura
Fuori dalla stazione ferroviaria di Watford, hinterland settentrionale di Londra, ci sono sempre degli autobus a due piani parcheggiati: sfoggiano immagini di Harry Potter. Sono le navette che portano i turisti a fare il giro sul set dell’immaginaria Hogwarts. Pochi chilometri più a nord ci sono i Pinewood Studios, dove sono stati girati tutti i film del mago più famoso del mondo. E di recente anche l’ultimo capitolo di James Bond, il successo planetario “007: No Time to Die”.
Ma nemmeno il personaggio creato dalla penna di J. K. Rowling e l'agente segreto di Sua Maestà bastano per salvare la Cinecittà di Londra dallo spettro del default. I famosi studi cinematografici sono dei titoli spazzatura.
L'agenzia di rating S&P, il cerbero mondiale dei debiti, ha fatto cadere la sua scure sugli studios: giudizio BB-, sotto la soglia dell'investment grade, il gradino che separa l'investimento sicuro da quello a rischio. Ma soprattutto previsioni pessimistiche e un’ulteriore bocciatura in vista. La colpa non è del Covid, che anzi ha aumentato la domanda di serie tv e film, ma di troppo debito ed eccessive ambizioni.
Ciak, si spende
Nella Cinecittà di Londra c'è il cartello lavori in corso: è stato varato un grande progetto di espansione, con più set e capannoni per girare. Il costo è monstre: 700 milioni di sterline (di cui circa 560 milioni già approvati), da spendere nei prossimi due anni e mezzo o tre anni. Gli studios, che pure hanno cassa per 250 milioni di sterline, finanzieranno il grosso degli investimenti a debito, con i 300 milioni di sterline proposti per i senior note garantite.
Sulla scia di maggior debiti e sulle incertezze della catena logistica globale (che a cascata si scaricano sulle materie prime, di cui gli studios fanno largo utilizzo), gli analisti prevedono un peggioramento dei ratio creditizi nei prossimi 12-24 mesi. C’è uno spread temporale tra l'emissione del bond (che impatta subito in bilancio) e la maggiore redditività che l'espansione porterà sul Mol (il parametro che viene utilizzato per calcolare la leva finanziaria). Già oggi il debito rettificato dei Pinewood è oltre 12 volte il margine operativo lordo, un multiplo di alto stress finanziario al limite dell'insopportabile.
I due jolly Netflix e Disney
Dopo il nuovo bond da 300 milioni, il debito che andrà a gravare sulle spalle degli studi cinematografici salirà addirittura a 15-17 il prossimo anno. Troppo anche per la Cinecittà inglese. Negli anni successivi Il debito dovrebbe diminuire a un più sopportabile 10-11 volte. Ma comunque troppo alto e questo basta per mettere in allarme il mercato: gli studios hanno una storia di affidabilità di costi e tempi dei loro piani.
Ma nemmeno la casa di James Bond e Harry Potter può nulla contro lo scossone globale post-Covid che ha fatto impennare i costi grezzi di ogni attività e sta rallentando ogni investimento.
Il rischio di fallimento per i Pinewood Studios è ancora remoto perché mancano almeno 4 gradini (notch) per la C, che è la vera anticamera del dissesto, ma il barometro dell’azienda britannica vira verso il maltempo. Il grosso dei flussi di cassa degli studios poggia su due clienti monstre: Disney e Netflix. Basterà per evitare lo spauracchio del default?
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