Gli Uffizi sdoganano il Tondo Doni in versione NFT
L’opera digitale di Michelangelo, grazie a un sistema crittografato brevettato che impedisce la manomissione e la copia, corredato di NFT, è stata venduta per 140mila euro
di Marilena Pirrelli
3' di lettura
Non poteva che essere Michelangelo e non potevano che essere le Gallerie degli Uffizi. Dall’America si attendeva la notizia arrivata grazie alla tecnologia dell’azienda Cinello: il ”Tondo Doni” ora è in versione digitale ed è un pezzo unico. Realizzato attraverso un brevetto esclusivo, il DAW® (Digital Art Work) l’opera di Michelangelo è la prima al mondo resa unica grazie a un sistema crittografato brevettato che impedisce la manomissione e la copia e tramite NFT ne certifica la proprietà. Trasferire le immagini del patrimonio artistico italiano in digitale e lucchettarlo con Blockchain ed NFT potrebbe essere una delle vie imboccate dai musei per raccogliere fondi dopo un anno a corto di soldi. E chissà se si creerà un mercato di queste copie uniche digitali (quasi un ossimoro). Abbiamo visto come già la digital art abbia scaldato gli animi e le quotazioni impennatesi velocemente, alimentate anche dalla sfida su questa nuova creatività tra le grandi case d’asta. Chissà se anche le versioni digitali uniche o numerate, immodificabili, dei capolavori dell’arte creerano un mercato secondario....
Michelangelo e la raccolta fondi
Per gli Uffizi il Tondo Doni, versione digitale, si traduce in 70mila euro derivanti dalla vendita della prima serigrafia digitale unica (pare a un collezionista romano), autenticata da Blockchain e protetta da brevetto. Infatti l'intesa tra Cinello e le Gallerie prevede il versamento al museo del 50% del ricavo netto dal prezzo di vendita per ogni DAW® creato sulla base di un dipinto del museo. La cornice è fedele copia fisica di quella del Tondo, mentre l'opera è una trasposizione ad alta definizione, realizzata e brevettata dall'azienda Cinello, nata dall’intuizione di John Blem e Franco Losi, due ingegneri provenienti dal mondo dell'informatica, che oramai da diversi anni hanno stretto collaborazioni con i grandi musei, dalla Pinacoteca di Brera, al Museo di Capodimonte, dalle Gallerie dell’Accademia di Venezia alla Galleria Nazionale delle Marche e al Complesso Monumentale della Pilotta di Parma e molti altri. La loro mission è vendere e noleggiare versioni digitali dei capolavori o sostituire questi ultimi con le versioni in pexel in caso di temporanei spostamenti per non far perdere il contatto visivo con l’arte.
Prodotto in serie limitata, certificato, in scala 1:1, il nuovo originale digitale è esattamente identico al capolavoro di Michelangelo dal quale viene ricavato e tutelato con un sistema di crittografia digitale, che lo rende assolutamente non copiabile e unico. Per ogni DAW® viene creato inoltre un token NFT sulla Blockchain che certifica la proprietà della riproduzione ad altissima risoluzione. Il DAW® del celeberrimo Tondo michelangiolesco custodito agli Uffizi di Firenze è il primo esemplare in assoluto ad essere stato venduto dall'azienda.
I prossimi capolavori digitali
L'intesa tra l'impresa e le Gallerie fiorentine prevede la versione digitale di altre opere, tra queste, vi sono la «Madonna del Granduca», la «Velata» e la «Madonna del Cardellino» di Raffaello, «La nascita di Venere», la «Primavera» e la «Calunnia» di Botticelli, «L'annunciazione» e il «Battesimo di Cristo» di Leonardo, «L'Eleonora da Toledo» del Bronzino, il «Bacco» di Caravaggio, «I quattro filosofi» di Rubens, «La leda e il cigno» di Tintoretto, la «Venere di Urbino» di Tiziano, «La veduta di Palazzo Ducale a Venezia» di Canaletto. Una volta realizzato, il DAW® verrà corredato da certificato di autenticità firmato dal direttore del museo detentore dell'originale.
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