Go Internet e il cambio di pelle: clienti business e hub nella Capitale
L’azienda umbra ha aperto una sede a Roma: sarà il quartier generale per l’espansione nel Centro Sud. Sei milioni per la capitalizzazione
di Simona Rossitto
2' di lettura
Rafforzamento patrimoniale da circa 6 milioni; obiettivo acquisizioni in particolare sul cloud; espansione del business in altre regioni. Tutto ciò in un’ottica di cambiamento di pelle, da azienda consumer ad azienda che, per il 70% rivolge la sua attenzione al segmento business. Ecco l’orizzonte dell’azienda di servizi di tlc Go Internet, secondo quanto racconta il ceo Marco Di Gioacchino. Intanto, di recente, la società umbra ha aperto a Roma una sede, dopo quelle di Gubbio, Reggio Emilia e Parma. L’idea è quella di fare della Capitale l’hub per l’espansione commerciale nel Centro-Sud e nelle isole.
Go Internet, quotata in Borsa, a fine 2022 registrava perdite che, sommate alle precedenti riportate a nuovo, comportano la necessità di un rafforzamento patrimoniale. È stato allora individuato l’investitore Negma Investment Group che ha sottoscritto un prestito obbligazionario fino a un massimo di 6 milioni di euro. «Il piano di rafforzamento patrimoniale – spiega Di Gioacchino - si innesta in un progetto iniziato qualche anno fa. A fine 2019 sono stato chiamato a gestire la società che non riusciva più ad esprimere i risultati attesi. Il vecchio modello di business, basato su una rete Fwa di proprietà in due regioni italiane e un’offerta per la clientela residenziale, era più adatto ai grandi operatori, in grado di muovere masse importanti di clienti».
L’idea, adesso, è «di cambiare radicalmente, spostando l’attenzione dalle infrastrutture ai servizi e focalizzandoci sulla clientela aziendale». Fa parte di questo progetto l’acquisizione della piccola realtà emiliana X-Stream che fornisce servizi di connettività e fonia alle imprese, avvenuta a fine 2020. La nuova azienda è «man mano diventata il traino dello sviluppo, e cresce a doppia cifra».
Il gruppo in passato era anche proprietario di pregiate frequenze 5G ma, «vista la mole di capitali necessari per l’aggiornamento e le difficoltà nel perseguire un modello infrastrutturale per una piccola realtà», le ha affidate al principale azionista Opnet (all’epoca Linkem) per far evolvere l’infrastruttura. Opnet, socio con il 21,2%, è anche partner industriale e, quindi, Go Internet ha potuto beneficiare degli investimenti effettuati dall’azionista sulla sua rete.
Dalla decisione di cambiare strategia è nata l’esigenza di rafforzamento patrimoniale dovuta anche alla dismissione progressiva della rete che comporta ammortamenti e svalutazioni che incidono sul bilancio. «Avremmo voluto e dovuto fare il rafforzamento patrimoniale anche prima, ora lo realizziamo in occasione dell’aggiornamento del piano industriale. Intanto stiamo lavorando con il fondo Negma che ci dà una linea di capitali da 6 milioni a cui progressivamente possiamo attingere con singole tranche da 500mila euro di obbligazioni convertibili ma in maniera mandatoria che, quindi, nell’ arco di 12 mesi diventano capitale. Diluendo gli attuali soci».
Go Internet sta valutando anche altre forme di rafforzamento patrimoniale, per dare maggiore solidità al progetto. «L’ordine di grandezza resta intorno ai 6 milioni, la stessa cifra a disposizione con la linea di finanziamento che possiamo utilizzare nell’arco di tre anni. Se dovessimo, quindi, trovare strade alternative, magari meno diluitive per i soci, potremmo considerarle», spiega l’amministratore delegato. Sul fronte acquisizioni, al momento, «non c’è nulla di vicino, ci stiamo guardando intorno, ma non cerchiamo operazioni di mera crescita del fatturato, guardiamo a realtà che ci completino, come una società già attiva nei servizi cloud».
loading...