Google, in arrivo nuove funzionalità: sintesi degli articoli dentro la Search Generative Experience
Annunciate nuove funzionalità nella beta release della sua esperienza generativa di ricerca studiata per potenziare il motore di ricerca con l’intelligenza artificiale generativa
di Marco Trabucchi
4' di lettura
C'era una volta Google, il motore di ricerca che serviva (e serve) ad indirizzare gli utenti in cerca di risposte verso i contenuti web che secondo l'algoritmo danno una risposta più completa ed esaustiva.
Ora Google ha intenzione di evolversi, di diventare un qualcosa di più: da semplice traghettatore verso contenuti esterni a una macchina capace di elaborare risposte autonome, ovviamente sfruttando i contenuti altrui che l'algoritmo ha già memorizzato nella sua memoria in anni di apprendistato. Un cambiamento di paradigma rivoluzionario.
Nel maggio scorso, Alphabet (la casa madre di Google) ha presentato la versione beta di Search Generative Experience (SGE) sul suo blog.
Nella solita maniera enfatica che si usa per annunciare sviluppi capaci di cambiare le regole del gioco, aveva dichiarato: «Con le nuove scoperte nell’Ai generativa, stiamo nuovamente reinventando ciò che può fare un motore di ricerca. Con questa nuova potente tecnologia, possiamo sbloccare tipi completamente nuovi di domande a cui non avresti mai pensato che la Ricerca potesse rispondere e trasformare il modo in cui le informazioni sono organizzate, per aiutarti a ordinare e dare un senso a ciò che c’è là fuori».
L'obiettivo è quello dichiarato di “migliorare la ricerca con l'Ai generativa”. Come? In maniera simile a quello che fa ChatGpt e agli altri Large Language Model (sistemi basati su machine learning in grado di generare testi di ogni tipo), Bard compreso: riformulando le migliaia di informazioni presenti nei siti web per produrre testi coerenti con le nostre ricerche. In pratica un facilitatore di risposte capace di far risparmiare tempo all'utente grazie all'intervento risolutivo dell'Ai, che a seconda della ricerca, raccoglie dati da diversi siti e compila interi paragrafi o addirittura elenchi.
La Search Generative Experience ad un livello successivo
Dopo tre mesi di sperimentazione Google ha annunciato qualche giorno fa di aver lavorato per portare l'esperienza ad un ulteriore livello di precisione, annunciando aggiornamenti che includono più immagini e video nelle panoramiche, miglioramenti alla modalità di visualizzazione dei collegamenti e altro ancora.
La Search Generative Experience (SGE) basata sull’intelligenza artificiale di Google si arricchirà di una nuova importante funzionalità: sarà in grado di riassumere gli articoli sul Web. La funzione, che il colosso di Mountain View ha denominato “SGE durante la navigazione”, è stata lanciata a partire da oggi 16 agosto come primo esperimento in Search Labs.
Ancora, sarà disponibile nell’app Google su Android e iOS e nei prossimi giorni su Chrome per desktop. L’obiettivo della società è quello di “testare in che modo l’IA generativa può aiutarti a navigare tra le informazioni online e arrivare al nocciolo di ciò che stai cercando ancora più velocemente”.
Entrando nei particolari, tramite l’app Google su dispositivo mobile sarà possibile estrapolare da un lungo articolo una serie di punti chiave. Per fare ciò, sarà sufficiente premere un’icona nella parte inferiore dello schermo. L’inedita funzione è progettata per funzionare “solo su articoli che sono liberamente disponibili al pubblico sul web”: difatti, Google ha specificato che l’opzione non funzionerà con i siti Web che gli editori contrassegnano come protetti da paywall.
Inoltre, Google sta apportando anche altri miglioramenti a SGE. Ad esempio, se tramite SGE verrà effettuata una ricerca su scienza, economia e storia, sarà possibile, tramite mouse, interagire con alcune parole al fine di ottenere definizioni o diagrammi su uno specifico argomento. Infine, la società sta semplificando la comprensione dei riepiloghi delle informazioni di codifica di SGE.
Le perplessità sulla SGE di Google
Ci si chiede cosa succederà dopo, al di là dei miglioramenti e delle implementazioni che seguiranno da qui a quando la versione Beta SGE di Google sarà dichiarata “agibile” per tutti gli utenti. Un cambio di paradigma che potrebbe sparigliare il mazzo e creare nuove abitudini, cancellandone altre.
La prima è che la maggior parte degli utenti, grazie alle risposte generate dalla Ai di Google, non saranno più incentivati a cliccare su vari link esterni, avendo già esaurito la loro fame di sapere grazie al “riassunto” generato dalla SGE di Google. Un po’ come ChatGPT, che estrae informazioni da vari siti web, le riformula e mette quel testo in cima ai risultati della ricerca, spingendo verso il basso tutti i link.
E poi c'è una nuova sfida per i creators web e gli editori, che saranno chiamati a rielaborare un modello di business sostenibile in seguito all'uso massivo dell'introduzione della SGE. Se fino ad oggi i creatori di contenuti sono stati incentivati a creare articoli ottimizzati per Google (i cosiddetti contenuti SEO, search engine optimization), appoggiandosi al motore di ricerca per portare avanti un modello di business basato sui click, la creazione di contenuti generati dalle Ai sui motori di ricerca porterà, secondo molti analisti, ad un impoverimento dei contenuti online, con gli editori che saranno disincentivati a crearne di nuovi.
«Con l’intelligenza artificiale, la Ricerca Google potrebbe alla fine innescare un ciclo di sventura per il Web così come lo conosciamo», ha scritto il columnist dell'Atlantic Justin Pot in un articolo intitolato profeticamente: “Google's New Search Tool Could Eat the Internet Alive (Il nuovo strumento di ricerca di Google potrebbe divorare Internet).Un'altra domanda che irrompe nel dibatto è se la stragrande maggioranza degli utenti non cliccherà più su nessun link, limitandosi a consultare il testo prodotto dal motore di ricerca, che ne sarà dell'informazione e della pluralità di voci che lo compongono? Google su questo non è ancora capace di fornire alcuna risposta.
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