Google con “Topics” prova a cambiare la navigazione sul web, e rispetto di più la privacy
Il nuovo sistema per limitare il tracciamento online ma continuare a fornire dati per le inserzioni pubblicitarie
di L.Tre.
I punti chiave
2' di lettura
Il Parlamento Ue ha approvato la bozza del Digital Services Act (Dsa), il disegno di legge Ue che impone alle grandi piattaforme online una maggiore responsabilità sul controllo dei contenuti e tra le altre cose più opzioni agli utenti per negare il consenso alla pubblicità mirata. La palla passa ai Governi europei nel frattempo Google si è portata avanti e ha presentato un nuovo sistema , chiamato Topics, che intende tracciare gli utenti sul browser Chrome di Google in modo più rispettoso della privacy.
Come funziona?
Il sistema che si candida a sostituire i cookies entro il 2023 e quindi è fondamentale per tutti quei soggetti tra cui gli editori che vivono di pubblicità. Come funziona? Verrà assegnato a ciascun utente che usa Google Chrome quando naviga una serie di categorie pubblicitarie, come viaggi o fitness, in base ai siti che visitano. Quando la persona visita un sito con annunci, tre di questi argomenti verranno condivisi con gli inserzionisti sul sito, consentendo loro di mostrare un annuncio pertinente. Questi Topics sono conservati per tre settimane, non vengono incrociati con altri dati e sono selezionati interamente sul tuo dispositivo senza coinvolgere alcun server esterno, compresi i server di Google.
Cosa cambia rispetto a Floc
Il precedente sistema proposto, chiamato FLOC, assegnava gli utenti a un gruppo di persone che secondo l’IA di Google avevano gli stessi interessi. I sostenitori della privacy hanno affermato che il numero ID associato al gruppo di un utente potrebbe essere registrato da siti Web e inserzionisti e utilizzato per creare profili di persone.
La partita della privacy e la sostenibilità del web
Ridimensionare la sua capacità di conoscere i propri utenti evidentemente è diventata un prezzo da pagare accettabile per venire incontro alla crescenti preoccupazione degli utenti sulla privacy. E anche per anticipare le richieste dell'Europa che con il Digital Services Act intende riscrivere nei prossimi due anni i rapporti con le grandi piattaforme digitali. Tuttavia, questo nuovo sistema rischia di se non scontentare non fare felice nessuno. Chi pretende una navigazione assolutamente anonima, come le associazioni per la difesa della privacy ma anche gli inserzionisti. Per loro l'utente sarà rappresentato dai tre interessi rilevanti di quel periodo, uno per ciascuna delle tre settimane precedenti di navigazione. L'effetto positivo è che, a differenza dei cookie di terze parti, sarà molto più difficile identificare un utente in base ai siti che naviga. L'altra notizia positiva è che non si terrà conto nel tracciamento di dati come il sesso e la razza e sarà molto più facile avere il controllo delle informazioni che gli inserzionisti vedono sugli utenti. In ogni caso c’è ancora tempo. Google non eliminerà i cookie di terze parti prima del 2023.
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