Governo Meloni, dalle pensioni al Covid le prime urgenze per il nuovo anno
Partite aperte anche sul fronte sviluppo della politica industriale, ratifica del Mes, Pnrr, concessioni balneari e riforma della giustizia e quella delle istituzioni
di Andrea Marini
I punti chiave
3' di lettura
Per il governo Meloni si apre un inizio 2023 tutt’altro che in discesa. Nonostante sia riuscito a chiudere in tempi strettissimi la partita sulla legge di Bilancio, ora con il nuovo anno si aprono le sfide decisive: il rischio Covid, la riforma delle pensioni, lo sviluppo della politica industriale, la ratifica del Mes, le concessioni balneari e la riforma della giustizia e quella delle istituzioni.
Rischio Covid
La pandemia di Covid-19 è «imprevedibile» ed è dunque prioritario «prepararsi», anche per fare fronte all’aumento della domanda di assistenza per il contemporaneo dilagare dell’influenza stagionale, ha chiarito il ministero della Salute, con una circolare che ha messo in allerta le Regioni. Per ora l'indicazione è quella di intensificare i controlli agli aeroporti di approdo dei cinesi, ma bisognerà valutare la situazione nei prossimi giorni: in governo è già pronto a indicare l’uso delle mascherine al chiuso, incentivazione dello smart working e riduzione degli eventi di massa (ma escludendo qualsiasi ipotesi di lockdown).
Pensioni
Nonostante le novità contenute in manovra sulla previdenza, a partire da Quota 103, la partita non è ancora chiusa: il 19 gennaio già è in calendario il tavolo tra governo e parti sociali per andare gradualmente oltre la legge Fornero. La Lega si sa che punta il traguardo delle uscite con Quota 41 a prescindere dall’età anagrafica. Una soluzione molto costosa, così come quella di un innalzamento a mille euro della soglia minima per tutte le pensioni su cui preme Forza Italia.
Politica industriale
Il governo, sul fronte imprese, ha dato priorità nella manovra al caro bollette, non lasciando per nulla soddisfatte le associazioni. Per questo il filo andrà ripreso a gennaio: il primo tavolo sulla politica industriale con i sindacati si svolgerà il 24 gennaio. Il 18 gennaio ci sarà l'incontro sul settore metalmeccanico, il 19 il tavolo ex Ilva, il 23 il tavolo della moda, poi andrà ripresa il percorso del tavolo automotive e quello delle telecomunicazioni. Il governo spera che un inverno mite possa ridurre le risorse da destinare al caro energia, e quindi mettere fieno in cascina da destinare alla ripresa.
Il Mes
L’Italia è rimasto l’unico Paese a non aver ratificato il Fondo Salva Stati (Mes). Meloni ha chiarito che lo strumento non sarà mai utilizzato dal suo governo e ha mandato la palla nel campo del Parlamento, dove però la maggioranza è divisa: FI, pur rimarcando le sue perplessità, considera la ratifica di fatto obbligata, mentre nel Carroccio c’è chi resta fortemente contrario.
Balneari e modifica del Pnrr
Altra partita che si intreccia con l’Europa. La miccia potrebbe essere accesa dal capitolo balneari: FI punta con un emendamento al Milleproroghe a rivedere le scadenze che erano state fissate dal Ddl concorrenza approvato dal governo Draghi, e in particolare la proroga al 31 dicembre 2023 (estendibile a tutto il 2024) per le concessioni demaniali. a chiedere di riaprire la questione sono anche le associazione di categoria e la Lega. Ma il testo della concorrenza è uno di quelli sotto i riflettori di Bruxelles, il cui parere ha già costretto il governo a fare retromarcia, nella manovra, sullo stop al tetto per l'uso del Pos. Senza considerare che sempre con la Ue il governo ha aperto un confronto sulle modalità di attuazione del Pnrr, che il governo vorrebbe aggiornare alla luce del caro materie prime che rischia di mandare deserte le gare.
Giustizia
Ma da inizio anno entrerà nel vivo anche il dibattito sulla riforma della giustizia, su cui sta lavorando il ministro Carlo Nordio, e su cui preme, nella maggioranza soprattutto Forza Italia. Temi caldissimi, a partire dalla separazione delle carriere e delle intercettazioni. E se già è emerso un terreno di scontro con una parte della magistratura e con Pd e M5s. Una sponda potrebbe arrivare dal Terzo polo, da cui segnali sono già arrivati sul fronte delle intercettazioni e della riforma della prescrizione.
Riforme istituzionali
C’è poi il cantiere delle riforme istituzionali, dove qui l'alternativa si gioca sul presidenzialismo (semi o non) e sul premierato (su cui ha già aperto il Terzo polo): l’obiettivo è comunque dare stabilità all'esecutivo. La ministra per le Riforme istituzionali, Elisabetta Casellati, ha già consultato le forze della maggioranza e a gennaio toccherà alle opposizioni e ai costituzionalisti, per poi arrivare a fine mese a un punto di caduta. Da verificare se ci sarà una iniziativa governativa o del parlamento; se si riuscirà a coagulare il consenso su un modello coinvolgendo almeno parte dell’opposizione o se la maggioranza alla fine punterà a fare da sé.
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