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Gp d’Olanda, Max profeta in patria in un Gran Premio freddo e bagnato

di Alex D'Agosta

(REUTERS)

5' di lettura

Gara bagnata a intermittenza, podio non scontato ma vittoria più che attesa, pochi colpi di scena fino al ‘diluvio finale'. E nonostante gli imprevisti, la sostanza non è cambiata granchè. È sempre un dominio Red Bull (con un ‘regalo' inatteso a Gasly), un ennesimo trionfo di Verstappen e un ritorno al podio di Alonso. Goia inattesa per Aston Martin e Alpine. E quindi ancora grande festa e nuovi record per il campione in carica, per di più davanti al pubblico di casa. Contentino di Sainz, tracollo della Ferrari di Leclerc: questa la sintesi estrema. Stiamo parlando della nona vittoria consecutiva di Verstappen, che raggiunge l'analogo primato di Vettel del 2013, con la stessa scuderia, come nessun altro mai né in Ferrari, McLaren o Mercedes: uno degli ultimi ‘muri' da abbattere per Max, di quelli che fanno invidia a tanti, Hamilton in primis.

Non brillante ma comunque decisivo il quinto posto di Sainz, che perde anche un'occasione d'oro alla fine per fare qualche punto in più. Ma è comunque una posizione che gli consente di superare Leclerc, retrocesso dal quinto al sesto posto nella classifica provvisoria dei piloti (ma a pari merito con Russell, che fino a prima della grande pioggia finale stava correndo a metà della zona punti).

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Start con brio - La partenza aveva già anticipato una giornata non banale. Con uno scroscio abbastanza leggero, si è visto un bello slancio di Norris che, per un po', aveva saputo mantere la seconda posizione. Si è distinto di più però Alonso, che si fa beffe di Russell e di Albon, passando dal quinto al terzo in poche curve. Da lì, nonostante colpi di scena e cambi gomme fuori programma, ci ha messo poco a confermare e, alla fine, anche ad avanzare nella sua posizione. Meritava il terzo, ma grazie a una leggerezza di Perez finisce secondo.

L'asturiano torna così sul podio, dopo averlo ottenuto per sei volte nelle prime otto gare del 2023, fino ad incappare in una fase difficile dopo la prova canadese.Sembrava una domenica come tante, ma la pioggia ha dato parecchio fastidio soprattutto all'inizio (anche se al giro 13 tutti erano già in slick) e alla fine del gran premio, tanto che, a seguito di un incidente, la gara è stata anche sospesa a lungo, tardando non poco l'orario di conclusione. Comunque già in partenza, nel terzo settore, il forte aumento delle precipitazioni a meno di due minuti dal via ha gettato nel caos i muretti, subito costretti a richiamare i piloti anche quando i meccanici non erano pronti. In questo frangente ha dato lo spettacolo peggiore purtroppo il box Ferrari a danno del già sfortunato Leclerc che, dopo aver preso un muro in Q3 ieri, aveva dovuto sostituire telaio e cambio (già usato in precedenza).

E oggi ha subito un extra ritardo di 13 secondi perché le intermedie non erano già pronte sulla piazzola. A complicare ulteriormente la domenica del monegasco ci ha poi pensato un contatto con Piastri, con un danneggiamento leggero all'ala anteriore che pregiudicano definitivamente il proseguimento della corsa: Charles infatti si trascina con passo incerto fino al momento in cui, da quasi fondo classifica, il muretto ne decide il necessario ritiro. Eppure quello stesso prematuro pit stop aveva portato un po' di fortuna a Perez, che era stato fra i primi a rientrare per mettere le intermedie ed essere così in grado di dribblare tutti gli avversari fino ad una temporanea leadership. Ma è un sogno durato solo dieci giri: con l'asciugarsi della pista, Verstappen ristabilisce la solita gerarchia e riprende un ‘sereno' comando della gara.

Decretando distacchi praticamente ‘cristallizzati' già ben prima della metà dei 72 giri. Sul finale, la gara si blocca a otto giri dal termine causa una brutta uscita di pista di Zhou sotto una forte pioggia e riparte in regime di ‘rolling start', dietro cioè alla safety car che evita alle monoposto lo stacco da fermo. Così, dopo due giri rallentati, gli ultimi sei vedevano in testa Verstappen con subito dietro Alonso perché, a causa della pista molto bagnata di mezz'ora prima, Perez aveva perso la seconda posizione con un ‘lungo'. Come se non bastasse, al messicano i guai non arrivano soli: a seguito della escursione fuoripista e di un rientro troppo nervoso e veloce in pit lane, Sergio è stato pure punito con cinque secondi mentre rientrava per passare alle full wet.

Scelta inopportuna che ha anticipato di solo pochi secondi la lunga interruzione dopo la quali molti sono invece ripartiti con le intermedie. Nell'ultima fase del gran premio, non è poi successo niente di rilevante: Alonso ha provato a innervosire Verstappen ma ne aveva abbastanza del secondo posto, mentre a Gasly è bastato mantenere un gap di meno di 5 secondi dal Perez per ‘rubargli' il terzo gradino del podio.

Mano rotta per Ricciardo: lo sostituisce un debuttante, Liam Lawson

Alle spese di Ricciardo, a sua volta tornato in fretta nella scuderia di Faenza per rimpiazzare un sottoperformante De Vries, ha fatto il suo debutto un giovanissimo pilota neozelandese, sconosciuto ai più ma, visto il cognome, ai tifosi meno giovani poteva sembrare forse un altro ‘figlio d'arte', visto che nel motorsport ci fu un decennio d'oro per omonimo Lawson, statunitense, consacrato quattro volte campione del mondo nella 500cc. Daniel, in un fuori pista contro un muro, nelle prove libere non ha fatto a tempo a togliere le mani dal volante e si è rotto il terzo metacarpo della mano sinistra. Il giovane Liam, così, prova prima del previsto una F1, togliendosi pure la soddisfazione di superare una Ferrari (anche se era in procinto di ritirarsi) e guardando la classifica non proprio dal basso, ma mettendosi dietro due veterani come Magnussen e Bottas, oltre allo sfortunato Russell.

Un evento giovanile, energetico e sostenibile

La tv mostrava un pre-gara definito dal boss della F1 ‘energetico', pieno cioè di gente che si diverte e fa festa. Uno spettacolo nello spettacolo, come d'altra parte in ogni evento nel Regno Unito o nel Benelux, a cornice di una grande competizione, non manca quasi mai: con in più “l'effetto Max”, il campione di casa che porta tanti connazionali a fare il tifo. Comunque la ricetta funziona e Stefano Domenicali la promette anche per l'Italia, negli annunci dei giorni di preparazione, anche se la sopravvivenza del Gran Premio di Monza resta sempre un'incognita. Una pista, quella italiana, che ha ancora molto da imparare sul fronte delle infrastrutture e soprattutto negli accessi alla pista.

A Zandvoort, infatti, nonostante un assenza dal circus lunga ben 36 anni, Domenicali ha detto che “nonostante la pista piccola e le strutture vecchie, gli olandesi hanno portato un nuovo modo di avere un evento incredibile: in termini di persone appassionate, di senso della comunità, di intrattenimento, di musica e di energia”. Ma il vero capolavoro l'ha fatto con l'accesso ‘sostenibile' all'impianto, al quale le auto sono quasi del tutto proibite. Infatti, se già la percentuale attesa di auto per gli spettatori era nell'intorno del 3%, a fronte di oltre il 40% di utenti in arrivo con i trasporti pubblici, altrettanti in bici e la differenza a piedi o con mezzi in sharing, l'auspicio degli organizzatori è di azzerare del tutto la quota di auto individuali a questo evento entro il 2025.

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