Salute

Gpi rilancia sulla farmacia hi tech

Accordo in Trentino per migliorare il sistema robotizzato Riedl Phasys

di Barbara Ganz

Presentazione dell'armadio robotizzato

3' di lettura

A Trento il trasferimento tecnologico dagli enti di ricerca all’impresa diventa un modello. Nei giorni scorsi Gpi - azienda fondata 30 anni fa da Fausto Manzana e diventata punto di riferimento in Italia per tecnologie e servizi dedicati alla sanità e al sociale, dalla gestione dei Cup per le prenotazioni ai pagamenti - ha firmato un contratto di collaborazione con il sistema della ricerca scientifica del territorio trentino. Obiettivo, migliorare uno dei prodotti di punta, l’armadio robotizzato Riedl Phasys, utilizzato per la logistica del farmaco in ospedali e farmacie retail di tutto il mondo.

Università di Trento, Fbk e Hit hanno accettato la sfida: in un periodo di circa 20 mesi si impegnano a elaborare una soluzione tecnologica che mira a velocizzare il processo, incontrando una richiesta crescente del mercato. Una iniziativa nel segno del trasferimento tecnologico, grazie al quale centri di ricerca forniscono alle aziende il frutto dei loro studi, per innalzare la loro competitività.

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La divisione Automation di Gpi da anni produce un particolare sistema che serve agli ospedali per organizzare in modo robotizzato la logistica del farmaco. Il marchio Riedl è entrato a far parte del Gruppo Gpi nel dicembre 2014 grazie a una acquisizione; attualmente nel mondo ci sono circa 200 impianti Riedl Phasys di Gpi (Europa, America, Cina, Medio Oriente), mentre altri 200 sono realizzati da partner che costruiscono il loro prodotto specifico assemblando componenti forniti da Gpi.

Una caratteristica fondamentale è la velocità e la precisione della pinza, che si muove a 5 metri al secondo. Ora la nuova partnership con la ricerca non punta a toccare la tecnologia core del magazzino Riedl Phasys, ma a intervenire sulle fasi di carico (rifornimento di tutti i comparti dell’armadio robotizzato), migliorando non tanto le performance di scarico (consegna del farmaco) quanto lo step preliminare del carico. Attualmente è disponibile un robot capace di caricare in completa autonomia circa 200 pezzi all’ora, costringendo spesso l’operatore a ricorrere al caricamento manuale (molto più veloce, ma operatore-dipendente). Occorre quindi un sistema più veloce, capace di manipolare tutte le confezioni anche di dimensioni non standard, ad esempio cilindriche, e di lavorare in spazi più ristretti rispetto all’attuale sistema di carico automatico, il tutto contenendo i costi.

Nel mondo sono circa dieci i competitor di Gpi in questo particolare settore, tutti alle prese con la stessa problematica. Il contratto che Gpi ha firmato con Università di Trento, Fbk e Hit ha una durata di 20 mesi, per un investimento da parte dell’azienda di circa 400mila euro.

«Il mercato ci sta chiedendo di evolverci tecnologicamente - osserva Massimiliano Rossi, direttore dell’Asa Automation di Gpi - rimanendo attenti ai costi. La necessità è di dare più autonomia a questi sistemi logistici, in modo che gli operatori sanitari abbiano più tempo da dedicare ad attività nobili, vale a dire la cura di pazienti e clienti. Abbiamo scelto di collaborare con Università di Trento, Fbk e Hit certi che dal nostro territorio possano emergere sinergie di grande valore».

Alessandro Cimatti, in Fbk head of the research unit in Embedded systems, sottolinea come «i risultati della nostra ricerca verranno valorizzati dal trasferimento sul campo e, al tempo stesso, l’esperienza suggerirà nuove direzioni di ricerca, in un contesto virtuoso e sinergico. Altro elemento di grande rilevanza è poter lavorare con realtà del territorio per un obiettivo comune di eccellenza».

Per il sistema della ricerca, sostenere aziende del territorio - invece di offrire lo stesso servizio a partner lontani, magari in altri Paesi - significa anche aumentare le ricadute occupazionali e creare prospettive agli attuali studenti, che già adesso vengono regolarmente coinvolti in “sfide creative” per trovare soluzioni alle sfide poste dalle aziende. «Il vantaggio competitivo per le aziende sul piano internazionale si realizza anche grazie al contributo del mondo della ricerca - afferma Flavio Deflorian, prorettore vicario Università di Trento -. Abbiamo gettato le premesse per lo sviluppo in Trentino di un canale di trasferimento tecnologico efficiente e con un orizzonte competitivo di lungo periodo. Il progetto con Gpi è un esempio ulteriore di come le interazioni di grande valore e impatto fra ricerca e innovazione industriale possano maturare a vantaggio di tutti gli attori coinvolti».

Cruciale anche il ruolo dell’Hub innovazione trentino: «La collaborazione tra Gpi e il mondo della ricerca trentina - dichiara Andrea Sartori, executive manager - nasce da un’attività continua di scouting condotta da Hit sul territorio, volta a favorire l’incontro tra la necessità delle imprese di inserire nuove tecnologie nei propri processi produttivi e le soluzioni più all’avanguardia sviluppate dall’Università e dai centri di ricerca. Su queste funzioni stiamo investendo».

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