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Gran Bretagna, immigrazione legale record. Sunak: «Numeri troppo alti, presto misure»

La Brexit ha fatto sparire gli europei, ma ha costretto il Governo a dare permessi di lavoro temporanei a stranieri in diversi settori-chiave, dall'agricoltura alla Sanità, per far fronte alle emergenze. Lo scorso anno la popolazione è aumentata di 606mila persone, 164mila in più del 2021

di Nicol Degli Innocenti

G7, Giorgia Meloni incontra Rishi Sunak

2' di lettura

LONDRA - L'immigrazione legale ha raggiunto livelli record in Gran Bretagna: secondo i dati ufficiali resi noti oggi dall'Ufficio nazionale di statistica (Ons), lo scorso anno la popolazione è aumentata di 606mila persone, 164mila in più del 2021.

«Questi numeri sono troppo alti», ha dichiarato il premier Rishi Sunak, che si è impegnato a introdurre nuove misure per frenare l'immigrazione. Sunak ha sottolineato che gli arrivi sono aumentati a causa di circostanze straordinarie come la guerra in Ucraina e la concessione di visti speciali a cittadini di Hong Kong in fuga dal giro di vite delle autorità cinese sul territorio.

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Secondo l'Ons 114mila profughi di guerra sono arrivati dall'Ucraina e 52mila persone da Hong Kong. Gli arrivi dall'Unione Europea sono crollati dopo Brexit e sono ora 151mila.Il dato, per quanto atteso, sta provocando polemiche. Il Governo Sunak si è concentrato sulla lotta all'immigrazione illegale, ma per ognuno dei rifugiati che hanno attraversato la Manica lo scorso anno 25 persone si sono trasferite legittimamente in Gran Bretagna.

“Riprendersi il controllo dei confini” era una delle promesse-chiave di Brexit, eppure nel 2015, l'anno prima del referendum sull'uscita dall'Unione Europea, il numero di immigrati era 329mila.

Negli ultimi anni diversi premier conservatori hanno promesso di ridurre il numero di immigrati senza riuscirci. Nel 2010 era stato David Cameron a impegnarsi a limitare gli arrivi a “poche decine di migliaia” all'anno, promessa poi ribadita da Theresa May. Il suo successore, Boris Johnson, aveva dichiarato nel 2019 che “il numero di immigrati scenderà dal livello attuale”, che era allora di 245mila all'anno.

Sunak è stretto tra due imperativi contrastanti. Da un lato deve ridurre il numero di immigrati per andare incontro alla base del partito conservatore, soprattutto in vista delle elezioni politiche che sono previste per il prossimo anno.

Dall'altro lato il premier non può ignorare le richieste delle imprese e dei servizi pubblici, da ospedali a università, che si lamentano della carenza cronica di personale a tutti i livelli, specializzato e non. I problemi del mercato del lavoro sono una delle cause dell'inflazione elevata e persistente in Gran Bretagna.

Brexit ha fatto sparire gli europei, ma ha costretto il Governo a dare permessi di lavoro temporanei a stranieri in diversi settori-chiave, dall'agricoltura alla Sanità, per far fronte alle emergenze. Mentre il ministro dell'Interno Suella Braverman, un “falco” sull'immigrazione, ha dichiarato che bisogna addestrare cittadini britannici a fare tutti i lavori finora svolti da immigrati, il Governo ha deciso di concedere altri 45mila visti temporanei nel settore agricolo e la previsione è che il numero debba salire a 70mila.

Questa settimana Londra ha limitato il diritto degli studenti stranieri a farsi accompagnare da familiari, ma anche concesso visti straordinari a pescatori dopo un allarme lanciato dal settore. Il numero di visti di lavoro sono aumentati del 119% a 300mila nell'ultimo anno. Il partito laburista all'opposizione ha definito “caotica” la posizione del Governo.

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