Gran Bretagna: influenze russe nel voto per la Brexit. Governo Uk sotto accusa
Un gruppo di deputati britannici di diversi partiti fa causa al governo Johnson che avrebbe deciso di non indagare sulle interferenze di Putin
di Nicol Degli Innocenti
2' di lettura
LONDRA - La posizione del Governo britannico verso il regime russo è molto chiara: regna il gelo nei rapporti tra Londra e Mosca da molto prima dell’invasione dell’Ucraina. Nonostante questo, il Governo conservatore avrebbe deciso di non indagare sulle presunte interferenze russe nelle elezioni britanniche e anche nel referendum sulla Brexit.
Queste le accuse rivolte al Governo da un gruppo di deputati britannici di diversi partiti, che ora hanno avuto via libera a procedere con la loro causa presso la Corte europea dei diritti umani. Si tratta della prima volta che deputati in carica si rivolgono alla Corte di Strasburgo trascinando il Governo in tribunale per tutelare la sicurezza nazionale.
«Il futuro della democrazia è in gioco», ha affermato la deputata verde Caroline Lucas, che ha intentato la causa assieme al laburista Ben Bradshaw e Alyn Smith dell’SNP. La causa è stata sostenuta anche da The Citizens, un’organizzazione giornalistica non-profit, e da due membri della Camera dei Lord, il liberaldemocratico Lord Strasburger e la conservatrice Baroness Wheatcroft. Un rapporto della Commissione parlamentare Intelligence & Security, stilato nel 2019 e pubblicato nel luglio 2020, aveva concluso che c’erano “prove credibili” di interferenze russe nel referendum sulla Brexit del 2016 e nelle elezioni britanniche.
L’allora premier Boris Johnson aveva prima rinviato la pubblicazione del rapporto e poi aveva ignorato le raccomandazioni della Commissione di rafforzare le difese istituzionali e di avviare un’inchiesta indipendente simile al Mueller Report negli Stati Uniti, che aveva trovato prove di tentativi “sistematici” di Mosca di influenzare le elezioni presidenziali del 2016.
Il rifiuto del Governo britannico di indagare, secondo i deputati, «viola il diritto dei cittadini a elezioni giuste e trasparenti» garantito dalla Convenzione europea sui diritti umani. I deputati si erano quindi rivolti ai tribunali britannici, ma l’Alta Corte aveva respinto la causa e la Corte d’Appello aveva respinto la richiesta di ricorso. Per questo i deputati nel marzo 2022 si erano rivolti alla Corte europea dei diritti umani, che ora ha stabilito che la causa è valida e ha scritto al Governo britannico, che ha tempo fino al 26 aprile per controbattere alle accuse.
È la prima volta che il tribunale di Strasburgo si occupa dell’impatto che le interferenze di Governi stranieri sulle elezioni possono avere sul diritto a un voto libero e trasparente. Per questo, secondo la Corte, si tratta di una causa che potrebbe avere conseguenze di rilievo per i Governi europei e il loro dovere di tutelare i cittadini dalla minaccia di manipolazione delle informazioni a opera di regimi stranieri.
«Sono passati due anni e mezzo da quando il Rapporto sulla Russia ha mostrato prove credibili di interferenze nelle elezioni britanniche, eppure il nostro Governo ha continuato a fare finta di nulla nonostante le conclusioni sconcertanti - ha detto la Lucas -. Ora con nuove elezioni all’orizzonte e nessuna fine in vista alla guerra intentata dalla Russia contro l’Ucraina, la posta non è mai stata cosi alta. I ministri non possono continuare a ignorare questioni di sicurezza nazionali per ragioni di convenienza politica, rifiutandosi di tutelare la democrazia».
loading...