Grana Padano: contro i dazi di Trump pronti a manifestare davanti alle basi Nato
I produttori in allarme: a rischio la vendita di 400mila forme all’anno
di Micaela Cappellini
2' di lettura
I dazi di Trump minacciano i produttori di Grana e Parmigiano italiani che esportano negli Usa? «Siamo pronti a manifestare davanti ai numerosi insediamenti militari americani in Italia di Montichiari, Ghedi, Longare e Vicenza per fronteggiare la decisione della Wto che ha autorizzato gli Stati Uniti a porre dazi su prodotti dell'Unione Europea per compensare il danno subito da Boing per i finanziamenti europei ad Airbus». A dichiararlo è il direttore generale del Consorzio Grana Padano,Stefano Berni: i suoi soci producono ogni anni circa 5 milioni di forme e verso gli Usa ne esportano 400mila.
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Anche la Cia-Agricoltori Italiani di Reggio Emilia annuncia una maxi mobilitazione sul territorio per difendere Parmigiano Reggiano e Grana Padano minacciati da dazi fino al 100% del valore che gli Stati Uniti potrebbe applicare sulle esportazioni già dal prossimo ottobre. Solo per quanto riguarda il Parmigiano, gli Usa dopo la Francia sono il secondo mercato export con oltre 10mila tonnellate di prodotto spedito Oltreoceano nel 2018 (+15% rispetto al 2017). « Nei magazzini - ricorda l’associazione - sono in stagionatura circa 700mila forme destinate agli Usa che, se bloccate dai dazi, dovrebbero essere collocate su altri mercati. È quindi facile prevedere un crollo dei prezzi non solo del formaggio ma anche del latte».
«Tra Usa e Brexit, dobbiamo assolutamente evitare una tempesta perfetta ai danni di tutta la filiera agroalimentare italiana - ha detto il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti - i dazi Usa potrebbero scattare con pochi giorni di anticipo rispetto alla data di recesso del Regno Unito che potrebbe avvenire senza regole e con tante incertezze per gli esportatori italiani. A questo punto chiediamo un’iniziativa urgente del nostro governo».
Anche la Coldiretti si dice preoccupata: a fronte di una lista Usa di prodotti da sottoporre a dazio per un valore totale di 21 miliardi di dollari, la sentenza del Wto potrebbe autorizzare dazi per un importo compreso tra 5 e 10 miliardi di dollari nei confronti dei prodotti europei. Sulla base della black list già pubblicata sul registro Federale Usa i paesi più colpiti potrebbero essere nell'ordine Francia, Italia e Germania e a pagare il conto più salato per il Belpaese sarebbe il made in Italy agroalimentare con formaggi, vini, salumi, pasta, olio extravergine di oliva, ma anche la moda.
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