Assemblea della Dop

Grana Padano, crescono i consumi e l’export. Obiettivo 6 milioni di forme

Il retail ha compensato la chiusura dei ristoranti. Prodotte il 2,2% di forme in più rispetto al 2019, nel 2024 si punta a superare i 6 milioni

di Emiliano Sgambato

Gli Usa sospendono i dazi per i prodotti del Regno Unito

2' di lettura

«La pandemia non ferma il Grana Padano che si conferma il prodotto Dop più consumato al mondo con un totale di 5.255.451 forme prodotte pari al +2,2% rispetto al 2019. Rimanere in casa ha favorito e compensato ciò che si è perso nella ristorazione e i consumi sono andati decisamente bene sia in Italia che all'estero. Il 2020 è stato quindi un anno che ci ha dato buoni risultati sui consumi complessivi ma che speriamo di non rivivere, anzi di tornare quanto prima alla normalità perché, al di là dei buoni risultati economici, ha portato con sé dolori, preoccupazioni e gravi lutti». Soddisfazione per l’andamento economico in un anno che tutti però vogliamo al più presto dimenticare, insomma, nelle parole del presidente del Consorzio Tutela Grana Padano, Renato Zaghini, durante l'Assemblea Generale della Dop.

I consumi in Italia sono cresciuti del 6,4% nel retail e dell'1,5% negli altri canali nonostante le chiusure causa Covid, con 2,9 milioni di forme vendute. Altre 2,1 milioni sono state destinate all’estero, che registra così una crescita del +3,4%.

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Gli obiettivi dei prossimi anni

«Con questi numeri il Grana Padano si conferma il più importante player di latte italiano, consolidando altresì la sua posizione di prodotto Dop più consumato al mondo – conferma Stefano Berni, direttore Generale del Consorzio –. Numeri che ci consentono di guardare al futuro con speranza e di impostare l'agenda del prossimo quadriennio (2021-2024) sulla base di tre parole d'ordine: sostenibilità ambientale, benessere animale e salubrità».

L’obiettivo è naturalmente quello di continuare a far crescere le vendite e quindi le produzioni, «nel rispetto della qualità del prodotto e del benessere dell'ambiente e dell'intera filiera». Per farlo il Consorzio si è affidato anche alla consulenza di Kpmg.Nel quadriennio 2021-2024 il Consorzio «ha l'ambizione – si legge in una nota – di fare accrescere i consumi da un minimo dell’11% fino al desiderato +24%, ricordando che il trend consumi degli ultimi dieci anni si è attestato su un eccellente +2,1% annuo». L'obiettivo è superare, entro la fine del 2024, i 6 milioni di forme prodotte.

Export e origine della produzione

L'Europa assorbe quasi l'84% delle esportazioni (+5% sul 2019); la Germania, con una crescita del 7,2%, consolida sempre più la posizione di primo mercato di sbocco, seguito da Francia, Benelux (Belgio, Olanda e Lussemburgo). Calano di quasi il 9% gli Stati Uniti dove si è sentito l’effetto dazi, che si spera possano essere definitivamente superati a breve.

La produzione nel 2020 si è divisa per il 37,4% a favore delle industrie e per il 62,6% a favore delle Cooperative. Guardando, poi, nello specifico alle aree geografiche si evidenzia che la provincia di Mantova, con 28 caseifici, ha prodotto il 29,8% del totale annuo, seguita da Brescia, Cremona e Piacenza. Il Veneto, con 25 caseifici (tenendo conto anche del latte veneto lavorato fuori Regione), ha prodotto il 14,4 per cento.

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