Grande mostra al Colosseo: i Severi
di Marco Carminati
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Roma Universalis. L'impero e la dinastia venuta dall'Africa è il titolo della grande mostra - promossa dal Parco archeologico del Colosseo e curata da Clementina Panella (con Alessandro D'Alessio e Rossella Rea) - che si articola tra Palatino, Foro Romano e Colosseo. La mostra ripercorre la storia della dinastia imperiale dei Severi che regnò per quarant’anni, dal 193 al 235 d.C. Nei tre luoghi coinvolti dall’esposizione vengono non solo esaltate le imprese artistiche promosse dalla casata, ma si mette in grande rilievo il fatto che la loro dominazione coincise con una straordinaria stagione di riforme, culminate nella Constitutio antoniniana.
Emessa nel 212 da Antonino Caracalla, la Constitutio antoninana concedeva la cittadinanza romana a tutti gli abitanti liberi dell'impero. Un provvedimento rivoluzionario, che portava a compimento un processo plurisecolare di estensione dei diritti civili, e con il quale finalmente si completavano le premesse di universalismo e cosmopolitismo implicite nell’istituzione imperiale, ma solo parzialmente realizzate da Augusto due secoli prima.
La mostra (organizzata da Electa, cui spetta il catalogo) prende idealmente il via dalla base del Palatino, a fianco del Tempio di Venere, dove sono visibili per la prima volta le vestigia delle Terme di Eliogabalo, venute alla luce in un angolo delle pendici del colle lambito dalla via Sacra. Da questo scavo sono affiorati ritratti e busti di marmo di pregevole qualità ora riuniti in mostra nel Tempio di Romolo. Il percorso sul Palatino prosegue attraverso i palazzi dei Severi, estesi su circa due ettari, di cui i segni più evidenti sono le imponenti arcate, le vertiginose terrazze e il colossale Stadio che compongono la Domus Severiana.
Inoltre, a parlarci della grandeur dei Severi si erge indomito da secoli, nel Foro Romano , il celebre Arco di Settimio Severo. Per l’occasione, però, nel Foro è stato aperto alla visita, per la prima volta, anche un tratto del Vicus ad Carinas , una delle più antiche strade di Roma che collegava il Foro con il colle Esquilino. Oggi, attraverso quest'accesso, ci si affaccia su quel che resta del colossale Templum Pacis, del quale è possibile ammirare il magnifico pavimento in opus sectile appena restaurato. Nel 192 d.C. un incendio distrusse quasi completamente il Templum, che venne ricostruito da Settimio Severo. In quell’occasione venne collocata - in una sala adiacente all’aula di culto - la sorprendente Forma Urbis Romae, la mappa catastale di Roma, fatta incidere nel marmo da Settimio Severo, ora sopravvissuta in pochi frammenti.
La mostra continua nel Colosseo, dove sono esposti, nel secondo ordine, circa cento tra reperti archeologici e opere provenienti da importanti musei italiani e stranieri. Attraverso di essi, in quattro sezioni, si illustrano gli sviluppi storico-politici e l'evoluzione artistica e architettonica a Roma e nelle regioni dell’impero sotto i Severi. Una ricca sequenza di ritratti della dinastia ricorda le origini della famiglia: con Settimio Severo proveniente da Leptis Magna, in Libia, e con la moglie Iulia Domna da Emesa, in Siria, nominata Augusta e donna di grande influenza politica.
Tra i pezzi in mostra, anche tre rilievi scoperti negli scavi della metropolitana di Napoli, appartenenti a un Arco onorario severiano. Senza dimenticare i frammenti della Forma Urbis, documento fondamentale per la topografia della Roma antica, e oggetto in mostra di una scenografica ricostruzione multimediale. Testimonianza poi della fioritura dell’artigianato artistico sono, infine, i vetri finemente lavorati, le ceramiche o i sublimi argenti, prestati per l’occasione dal Metropolitan Museum di New York.
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